PIO CESARE: 30 ANNI DI BARBARESCO IL BRICCO

Compie 30 anni Il Bricco, il cru di Barbaresco di Pio Cesare, un traguardo importante che consacra un percorso lungo e di fatica, d’intuizione e lungimiranza, di successi in Italia e nel mondo. La storia è quella di una famiglia che da oltre 140 anni e cinque generazioni ha reso “contemporaneo” il grande Nebbiolo di Langa, credendo nella classicità e nella tradizione per vini – Barbaresco e Barolo – che fossero una cuvée proveniente dai diversi vigneti di proprietà, acquistati nel tempo e situati in posizioni ed esposizioni differenti, oltre a differenti comuni. L’azienda è stata fondata nel 1881 da Cesare Pio, una realtà ancora oggi nella stessa sede storica nel centro della città di Alba che comprende anche la cantina storica dove tutti i vini vengono prodotti, fermentano e affinano.

Costruita su quattro livelli di cui uno addirittura al di sotto della falda del fiume Tanaro è contenuta da antiche mura romane, già mura di cinta della città. Con Rosy Pio e il marito Giuseppe Boffa, due generazioni dopo, la Pio Cesare ebbe nuovi impulsi; Pio Boffa, la 4° generazione, accresce la proprietà con nuovi importanti appezzamenti per 80 ettari complessivi. All’idea di blend, l’anima della filosofia di produzione del Barolo e del Barbaresco, si affianca il concetto di cru, di singola vigna.

Nel 1985 l’azienda, forte della personalità di tre micro-parcelle situate su diversi versanti della collina, decide di dare loro voce e con una piccola parte di esse crea un cru multi-cru: il Barolo Ornato. Nel 1990 è la volta del Barbaresco Il Bricco, nel 1996 della Barbera da singolo vigneto, la “Fides”, e poi nel 2015 con l’acquisizione di 10 ettari nel vigneto Mosconi, a Monforte d’Alba, prende forma un ulteriore Barolo: l’omonimo Mosconi.

Federica Boffa e Cesare Benvenuto Pio

Se a Cesare Pio si devono le iconiche etichette che vedono ancora in effigie le medaglie vinte nelle Esposizioni di fine ‘800 e primi ‘900, oggi ancora più evidenti nel restyling semplice e speciale dell’etichetta di Barbaresco Il Bricco 2020, nel quale è stata inserita in una delle medaglie l’anno della prima vendemmia e di quella attuale -, è con Pio Boffa e oggi con Federica Boffa e il cugino Cesare Benvenuto Pio, che il territorio, rappresentato al massimo delle sue sfumature, emerge preponderante quale filo conduttore di un lavoro che punta all’eleganza e alla potenza. “Ogni zona, e parcella, ha il suo carattere e solo attraverso il connubio di queste molteplici differenze riusciamo a comporre vini che siano veramente nostri, tradizionali”. Dopo la sfida del PiodiLei nel 1985, tra i primi Chardonnay fermentati ed affinati in piccole botti prodotti nelle Langhe e tra i primi in Italia, l’azienda ha scelto di cimentarsi in un altro grande bianco come il Timorasso. Il futuro, che dal 2021 va avanti con coerenza nelle mani di Federica Boffa, si mostra chiaramente nell’ultima release di Barbaresco Il Bricco 2020; “continuiamo a fare le cose in modo artigianale per produzioni limitate, lavorare nel solco della tradizione, nella lungimiranza del nonno che più di 50 anni fa acquistò questo pezzo di terra non perfettamente in linea con i parametri del tempo, per esposizione e altitudine, ma che si mostra oggi particolarmente vocato in virtù del cambiamento climatico”, afferma Federica Boffa.

Il Bricco di Treiso sorge sulla sommità di una delle colline più alte della zona del Barbaresco, a circa 400 metri di altezza con una vista mozzafiato sulle Alpi ed in particolare sul Monviso, dove ancora vengono preservate viti di età molto avanzata. Il Barbaresco Il Bricco ne assunse il nome nel 1990. Per celebrare i primi 30 anni Pio Cesare ha scelto di rilasciare sul mercato Italia – disponibili nelle migliori enoteche – numero 300 box anniversario in legno comprendenti tre diverse annate quali la 2011, la 2015, la 2020.

 

 

DEGUSTAZIONE

 

 

IL BRICCO 

Barbaresco Docg

2020

Il Barbaresco Il Bricco 2020, di cui ogni anno vengono prodotte circa 6000 bottiglie – sul mercato a maggio – è un’espressione giovane ma già particolarmente esuberante e complessa con tannini importanti e concentrazione di frutto significativa. Morbido e speziato, è figlio di una vendemmia particolarmente felice, “degna del suo 30° anniversario”, afferma Federica Boffa. Dopo lunghe macerazioni sulle bucce a temperature controllate, affina in botte grande di rovere francese e dell’Est Europa e per un periodo limitato in barriques. Segue poi un lungo riposo in bottiglia.

2015

Messa in ombra dalla successiva e ancora più straordinaria annata 2016, la 2015 si mostra concentrata con una bella beva, un tannino importante e una densità di frutto che volutamente l’azienda ha voluto preservare. Un vino che ho goduto di un ampio tempo di sosta in bottiglia dopo un breve passaggio anche in cemento. Tanta ricchezza, tanta materia, l’eleganza che ne ricama la trama, fitta e allo stesso tempo incredibilmente ampia, tra tannini perfetti e una beva tesa, quasi sapida.

2011 

Peculiare, controcorrente rispetto alle annate in degustazione, la 2011 sebbene sia stata un’annata particolare con una vendemmia anticipata al 23 settembre, porta nel calice tanta freschezza, una elegante rotondità, un diverso timbro di acidità, un frutto gentile e tannini fini.

2009

Undici ettari vitati con una resa in vigna di 60/70 quintali per ettaro. Barbaresco Il Bricco è soprattutto questo, una terra generosa che concede precise sfumature e caratteristiche. Unico, rigoroso, autentico, il Bricco 2009 compone ancora una volta al palato una diversa beva che ne sottolinea magnificamente l’annata, mostrando il lavoro manuale e artigianale della famiglia Pio Cesare.

2004

È stata senza dubbio una delle migliori annate degli ultimi 20 anni, riconosciuta come “classica”, e caratterizzata da una estate di calore non eccessivo. Un vino pronto oggi – 2024 – chiaramente identitario dello stile Pio Cesare. Il Nebbiolo mostra la sua resilienza e il pieno adattamento alle sue zone di origine.

1997

Una delle prime grandi annate in cui si è toccato con mano l’inizio del cambiamento climatico “ma che non ha impedito di fare il vino che piace a noi”, afferma Federica Boffa. Elegantissimo, raffinato, godibile è ampio, di notevole struttura, meravigliosamente ricco di sfumature tra accenti di privilegiata freschezza e uno stile che ancora include la barrique nuova, come contenitore prevalente.

 

 

 

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