ROMA DALL’ALBA AL TRAMONTO: 10 LOCALI +1
Oggi la nostra vita è cambiata, è un dato di fatto. I distanziamenti sociali e quelli tra i tavoli si fanno sempre più grandi, le cene fuori sono bandite e gli umori non sono all’altezza. Nelle zone rosse e arancioni i ristoranti oramai sono chiusi, mentre in quelle (poche) gialle ci si può ancora concedere il lusso di una buona tavola fuori dalle mura casalinghe. E proprio perché i locali chiudono alle 18, è esplosa la moda di mangiare a tutte le ore, specie non convenzionali. Si sa, le tensioni e i malumori spesso si alleviano con il buon cibo, e allora via, a soddisfare tutte le voglie! Come diceva il saggio Oscar Wilde “l’unico modo per liberarsi dalle tentazioni è cedervi”, quindi armatevi di questa piccola guida e date sfogo ai vostri desideri, a partire dalle prime ore del mattino e fino al tramonto. E anche oltre.
GRUÉ

Credits. Alberto Blasetti
Per iniziare la giornata con dolcezza ma anche con una giusta carica, ci vuole una colazione perfetta.
L’idea di pasticceria di Grué è quella di esaltare la tradizione dei grandi dolci italiani conferendogli però una estetica importante, più contemporanea, che risponda a dei canoni precisi. Un ritorno alla grande pasticceria in chiave contemporanea: Grué è oggi un ampio salotto moderno, dalle grandi vetrine luminose, a cui fa da contraltare il grande bancone che percorre tutta la pasticceria, pieno di prelibatezze con i mignon, le monoporzioni, i lievitati, i gelati, la gastronomia salata e la caffetteria, a complemento delle bellissime colazioni. La geografia del mondo è una carta da parati che si impone sulla parete laterale quasi a farci vivere un grandioso viaggio nella dolcezza; le vetrine sono piene di piccole delizie e i colori, tanti, affascinano la vista. E si comprende, così, cosa voglia dire “indecisi come di fronte alla vetrina di una pasticceria”. Gli amanti delle colazioni possono essere soddisfatti del profumo dei soffici lievitati che rimandano al burro, alle uova, agli aromi e alle spezie naturali: cornetti semplici e ripieni, maritozzi, ventagli, muffin, ciambelle e biscotti in un trionfo di piacere, creatività e gusto.
THE COURT ROME
Il nostro tran-tran quotidiano è completamente sballato e quindi anticipare un aperitivo del tardo pomeriggio è ormai concesso a ogni ora del giorno. Soprattutto se si tratta di un luogo molto speciale. The Court Rome, l’esclusivo bar dell’hotel Palazzo Manfredi, ha deciso di accogliere i suoi ospiti a partire dalla tarda mattinata, concedendo loro un punto di vista diverso per ammirare en plein air l’eternità dell’Anfiteatro Flavio. Ora è possibile degustare i cocktails della drink list di Matteo Zed anche a mezzogiorno, in abbinamento ad alcune selezionate proposte provenienti dalla cucina di Aroma Restaurant, una stella Michelin, guidato da Giuseppe di Iorio. Durante il fine settimana, da non perdere, il brunch con dj set dalle 12.00 alle 18.00 con i piatti del menu che spaziano dall’antipasto al dolce e si abbinano perfettamente al bere miscelato d’autore.
ALFREDO ALLA SCROFA
La pausa pranzo è una cosa seria. E se avete voglia di un piatto storico, dovete andare da Alfredo alla Scrofa per mangiare le sue famosissime fettuccine Alfredo. Ma non solo. Stagionalità, equilibrio e positività. Sono queste le chiavi di lettura del nuovo menù autunnale di Alfredo alla Scrofa, secondo il patron Mario Mozzetti, che guida insieme a Veronica Salvatori il ristorante reso celebre dalle Fettuccine Alfredo. Lo chef Mirko Moglioni propone ben ventitré nuovi piatti che vanno ad aggiungersi ai classici intramontabili e che saranno proposti al pubblico da ottobre a dicembre. In questa stagione si possono gustare i piatti come la Zuppa di ceci, castagne e arzilla che pesca nella memoria della tradizione romana, il Baccalà nella versione croccante alla cipolla rossa con guazzetto di funghi galletti, la Variazione di funghi porcini o un altro piatto vegetariano, il Risotto ai porcini e gelato al tartufo uncinato. L’obiettivo è regalare un momento di felicità, rievocando ogni giorno quel gesto d’amore con cui il mitico Alfredo preparò per la prima volta le sue celebri fettuccine per la moglie debilitata dalle fatiche del parto. La carta dei vini è un viaggio enologico in Italia e non solo, alla scoperta di piccoli e grandi produttori, storiche realtà e vini più moderni.
OSTERIA DELL’INGEGNO
A chi non piacerebbe godere di una delle piazze storiche più belle di Roma, magari in una giornata di sole, coccolandosi a pranzo, come se niente fosse? Dopo la riapertura a maggio, grazie alle nuove concessioni comunali, all’Osteria dell’Ingegno è stato dato il permesso di occupare il suolo pubblico di Piazza di Pietra, una delle più storiche della capitale di cui si possono ammirare le bellezze dell’antica Roma come il secolare tempio di Adriano. L’ Osteria dell’ingegno, con i suoi venticinque anni di attività, è un ristorante che ha fatto la storia di questa città come testimoniano i racconti degli aneddoti dell’oste Gianmarco Nitti, tra i fondatori di questo longevo locale di cui oggi è anche l’unico proprietario.
E anche se in questo spazio suggestivo allestito davanti all’ingresso del locale si può mangiare solo fino alle 18.00, il piacere di assaporare all’aria aperta un piatto di polpette al sugo, il pescato del giorno o uno dei dolci, il vanto più grande dell’Osteria, è unico come è unica Roma con i suoi monumenti a cielo aperto.
DA CESARE AL CASALETTO
L’autentica cucina romana è il vero patrimonio dell’umanità. Nella Città Eterna ci sono molti ristoranti dedicati, ma ce n’è uno in particolare, a Monteverde, che conosce ogni intenditore. La tradizione romana alla Trattoria da Cesare al Casaletto non è solo uno stile gastronomico, ma una ricerca costante che da anni riesce a mantenere questa cucina vera e genuina. Ambiente semplice anni 60, uno spazio esterno sotto il pergolato, menu stampato direttamente sulla tovaglietta usa e getta. Piatti veraci, rustici che abbracciano tutti i sapori della cucina romana e che fanno venire l’acquolina in bocca già durante la lettura. In cucina si usano i guanciali migliori per la Gricia e la Carbonara, le farine e i legumi della campagna romana per la pasta all’uovo e le zuppe, l’olio d’oliva della Sabina e il pecorino romano stagionato per legare la pasta. Da mangiare almeno una volta nella vita le Polpette di bollito, i Fiori di zucca con alici e mozzarella o i classici supplì, i tonnarelli e le fettuccine fatte in casa all’amatriciana, cacio e pepe o con il sugo di coda alla vaccinara. Da non dimenticare la carbonara, la trippa alla romana, gli involtini al sugo le costolette d’abbacchio panate. E per finire, una vasta selezione di dolci e di amari introvabili. Non è un sogno ad occhi aperti?
STRAFORNO. PIZZA, FOCACCIA & BURGER
Una volta la pizza era un piatto povero, quasi di ripiego. E anche se oggi la pizza è diventata gourmet e addirittura il patrimonio dell’Unesco, il piacere di mangiarla calda, fragrante e saporita, è sempre lo stesso, a tutte le ore. Straforno è un locale poliedrico che coniuga la pizzeria e l’hamburgeria con l’arte della cucina italiana. A gestire Straforno Matteo Pavani insieme al padre Alessandro e lo zio Gianluca, i “tecnici dell’impasto”. Pochissimo lievito, 48 ore di lievitazione, altissima idratazione e un blend di farine che si divide tra frumento, mais e soia. A stupire, però, la possibilità di scegliere tra ben 3 tipi di cottura: quella tradizionale su piano per focacce semplici o ripiene e poi c’è l’esclusiva romana alla brace, diventata addirittura un marchio registrato. Tutte le pizze sono condite con gli ingredienti e le ricette della cucina di Straforno. E quindi, la pizza con la parmigiana sarà fatta con il sugo della vera parmigiana di melanzane, lo stesso vale per il sugo dell’amatriciana o per il semplice topping della salsiccia, prima cotta e fatta sfumare nel prosecco, e in ultimo sbriciolata sulla pizza.
Grande attenzione per il beverage. C’è infatti la mescita con bollicine, bianchi, rosati e rossi, una mini selezione di vini e le birre, artigianali e non, alla spine o in bottiglia. In seguito alle nuove disposizioni Straforno si è adattato attivando, ogni giorno dalle 12.00 alle 22.00, il servizio di delivery con consegna gratuita in tutta Roma.
PALMERIE
Voglia di fusion, magari con un cocktail abbinato in un locale di tendenza? No problem, ai Parioli c’è il posto perfetto. Le Palmerie è un progetto che prende ispirazione dal deserto marocchino alle porte di Marrakesh dove sorge un palmeto di 100.000 palme, che ospita resort di lusso e campi da golf. Palmerie Parioli è uno spazio di 400 metri quadri sviluppato su due livelli, comprensivo di un terrazzo, un giardino tropicale coperto e una sala dedicata ad eventi privati. Il tocco coloniale si fonde con l’antico oriente, il west indies e i riad tipici del Marocco. Ma la cucina è tutt’altro che magrebina. Quella di Palmerie è una cucina fusion con una forte contaminazione mediterranea che pone sempre grande attenzione all’alta qualità dei prodotti utilizzati. A realizzare il nuovo menù fusion, adatto sia ai palati giovani e moderni come ai più raffinati accomunati dalla passione per la scoperta dei sapori, è il sushi chef Francesco Di Cori.
Sushi, uramaki e nigiri, ma anche tempura e bowls, quasi a ricordare il poke hawaiano. Sapori freschi e puliti, niente salse coprenti, ad eccezione di soia, zenzero e wasabi, naturalmente a parte, poche erbette fresche e piccole aggiunte di frutta esotica. A completare la proposta polpette di bollito di manzo con salsa tzatziki, il salmon teryaki con accompagnamento di riso sushi e il salmon toast. Il tutto accompagnato dagli squisiti cocktail taylor made. Insomma, è o non è un appuntamento imperdibile per un lunch dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 15:30 o per un brunch nel weekend, dalle 12:00 alle 18:00?
HOTEL DE RUSSIE
La novità assoluta della stagione Covid è sicuramente l’Aperilunch e a proporlo niente di meno che un elegante Hotel de Russie in via del Babuino, a due passi dalla Piazza del Popolo. Fulvio Pierangelini, lo chef che da almeno 10 anni cura tutte le proposte gastronomiche del gruppo Rocco Forte Hotels, ha ideato l’Aperilunch. Un po’ pranzo ritardato un po’ aperitivo anticipato, è una novità che permette di oziare con gusto nel Giardino Segreto dell’Hotel de Russie, uno degli indirizzi più glamour della Capitale.
L’Aperilunch, disponibile dal lunedì al sabato dalle 15 alle 18, sta diventando un rito per sorseggiare un cocktail, un calice di spumante Metodo Classico o di Champagne, e gustare i piccoli capolavori di gusto, creati dalla mano dello chef Pierangelini, fuori dall’orario del pranzo.
Insomma, un drink accompagnato da cicchetti golosi e intriganti è perfetto per godersi un momento di serenità e divertimento gastronomico e allietare una chiacchierata tra amici o un pomeriggio di relax.
Naturalmente, non potevano mancare il pranzo settimanale veloce e informale, e il tradizionale pranzo della domenica al ristorante Le Jardin de Russie, divenuto già il nuovo immancabile appuntamento del weekend romano.
La nuova proposta gastronomica, oltre ai piatti del menù serviti regolarmente “significa che ci siamo e non molliamo. Si tratta di un racconto che continua mediato dai tempi, ma senza compromessi. Con la voglia di dare un momento di serenità gastronomica“, commenta lo Chef Fulvio Pierangelini.
Le stesse proposte sono disponibili anche all’Hotel de la Ville, un altro hotel romano del gruppo Rocco Forte.
IL BACARO
E se avete più voglia di un buon calice che di un piatto fumante, c’è sempre una soluzione giusta. Il Bacaro è una storica vineria nata nel 1982 tra i tortuosi vicoli in una delle zone più affascinanti tra il Pantheon e Piazza Navona. Il suo nome ci riporta ai bacari veneziani, i vinai che nel Rinascimento portavano, con le loro imbarcazioni, il vino in piazza San Marco.
Il locale si trova al numero civico 27, e Veronica Laurenza, la giovane proprietaria de Il Bacaro, ha fatto di questo numero il suo cavallo di battaglia, mettendo ben 27 scelte alla mescita di vini non ‘da mescita’, ovvero una notevole selezione di vini di pregio. Inoltre qui ci sono 270 riferimenti nella carta dei vini, 27 ottime etichette laziali, 27 piatti nel menu. E anche se di questi tempi il menu del locale si è un po’ ridotto, qui non mancano mai le Crocchette di bollito alla picchiapò, il Baccalà alla romana, il Pollo alla cacciatora e una selezione di dolci, nonché il sempre presente piatto signature della vineria: Pacchero alla carbonara con tartufo nero.
Anche oggi, dopo tanti anni, Il Bacaro di Roma è ancora il punto di riferimento irrinunciabile per gli amanti del buon bere e della buona cucina di tradizione.
SOFITEL
A volte il desiderio di andare a cena fuori, nonostante la chiusura serale dei locali, diventa una vera ossessione. Tuttavia è possibile trovare un compromesso grazie alla oramai diffusissima formula Staycation, adottata da grandi alberghi. Quindi, cena e pernottamento. Così non solo potrete fingere di essere in una mini vacanza, ma anche bere un calice in più senza preoccuparvi di dover guidare. In uno dei quartieri più eleganti di Roma, in un aristocratico palazzo di sette piani del XIX secolo che si affaccia sul parco della Villa Borghese, sorge Sofitel Rome Villa Borghese, l’hotel boutique di lusso che ha messo insieme il meglio del savoir faire francese e dell’ospitalità italiana. Qui, nell’hotel appena restaurato, il benessere di ogni ospite viene prima di tutto. È squisita accoglienza delle camere, tra marmi e sofisticati arredi, stampe d’arte e affreschi sul soffitto. E sul rooftop si trova Settimo, un elegante ristorante panoramico che sembra essere una serra piena di verde lussureggiante, con la terrazza che domina tutta la città, dalla quale si possono ammirare dei tramonti infuocati, sorseggiando un calice di Champagne. La raffinata offerta gastronomica è firmata dall’Executive Chef Giuseppe D’Alessio che usa solo prodotti di stagione e del territorio.
La proposta Staycation di Sofitel comprende il soggiorno di una notte in camera superior ed una cena degustazione di quattro portate, di carne, di pesce o vegetariane, per due persone. L’offerta è valida ogni venerdì e sabato fino al 27 Dicembre incluso.
SORA MARIA E ARCANGELO
E se il tempo è bello, il cielo è terso ed è pure domenica? Finché si può, scappate dalla città per una meta gourmet a Olevano Romano, perché questo è “il fine che giustifica i mezzi”. Il ristorante in questione, noto ad ogni buongustaio romano e non solo, si chiama Sora Maria e Arcangelo, nato 100 anni fa come un’osteria al Pigneto e spostatasi all’inizio degli anni 50 a Olevano Romano. Giovanni Milana che si definisce “un cuoco della campagna romana”, porta sul tavolo la cucina tradizionale laziale, fatta di territorio, prodotti artigianali e memorie di famiglia, elaborati con un grande rispetto al passato e un’incessante evoluzione. Nel menu non mancano alcuni piatti di famiglia: i Cannelloni, tramandati dalla nonna al papà e poi alla mamma di Giovanni, e le Pappardelle alla bifolca, entrambi nel menu dal 1950. Sempre presente nel menu è anche la Trilogia di Abbacchio Romano: cotoletta fritta, coscia al forno e coratella con cipolle. Ma è il quinto quarto da non perdere per niente al mondo: le Animelle di vitella come un saltimbocca alla romana, glassate in padella con burro, avvolte nel prosciutto e servite con una foglia di salvia fritta; il Foie Gras alla Romana, ossia il fegatello di maiale cotto nella sua rete con alloro, mele annurche e mosto cotto di Cesanese, e la Trippetta alla Romana con i pomodorini gialli e funghi porcini. A completare l’inimitabile stile gastronomico di Giovanni Milana è la sua passione per i vini. Carta molto curata, dove non manca una bella scelta di Champagne e un’ottima selezione di vini laziali, tra cui praticamente tutti i migliori Cesanese della zona.