GAVI DOCG METODO CLASSICO 2009 LA MESMA
Viaggiando per le piccole stradine inserite tra Tassarolo e Novi Ligure, il Forte di Gavi trionfa sull’orizzonte, ma bisogna andare oltre, fermarsi, e cercare la strada che porta alla cantina La Mesma. La cura dei vigneti si apprezza nel loro colore: le diverse cromie del verde acceso, di cui i vigneti si dipingono, si contrastano da quelli del bosco, più scuro, che li avvolge e protegge. È un verde che lascia filtrare un po’ di vento che spira dalla non distante Liguria, Libeccio o Mezzogiorno, che regala freschezza. “Ma è un sogno!” … è quello che si vive camminando nella conca fiabesca in cui si vivificano i vini de La Mesma, una collina nella quale fare bio non solo è possibile ma è naturalmente consequenziale alla volontà di produrre vini puri e sinceri. Caratteristiche che si trovano nelle tre sorelle che conducono la cantina, dividendosi e rispettando, ognuna, i propri ruoli, dal commerciale ai lavori in vigna ed ai più amministrativi.
Sono Paola, Francesca e Anna, e ogni loro sorriso racconta quanto è bello passeggiare in questo parco disegnato dalla natura, la vegetazione si sviluppa con ardore restituendo bellezza e credibilità. È un’artigianalità costruita sul piacere di viverla quella di questa cantina agricola che, con i suoi 25 ettari, propone diverse versioni di Gavi: uno Spumante Metodo Classico, una Riserva e un Classico affiancati da un vino più naturale, l’Indi. Vini di grande armonia e con un ottimo potenziale di invecchiamento.
James’ Tasting
Gavi Docg Metodo Classico 2009 La Mesma
94/100
È l’ultima release uscita, i dieci anni sui lieviti sollevano un dinamismo scioccante, da dossieraggio. I fiori si fanno conquistare da una parte ancora più vellutata, già romantica, creata dal tempo: la crema. È un valzer armonioso tra passaggi più veloci e decisamente più avvolgenti, per una piroetta veloce ed entusiasmante in cui il palato accoglie l’abbraccio di un agrume che è diventato già accondiscendente e, per questo, ancora più protagonista. L’evoluzione assieme alla sua capacità di non farsi percepire, restituisce un acuto nel finale acido arredato da un aroma di frutta secca. E la danza continua, il burro e il tiglio sono cattura veli, la freschezza disarma. E il secondo sorso è d’obbligo.