LE ROSÉ EXTRA BRUT JEAN PHILIPPE TROUSSET
Un vigneron di quelli che lo spettatore definirebbe “autentici”, Jean-Philippe Trousset. La sua anima profondamente agricola volge all’obiettivo di migliorarsi continuamente, di crescere, di cogliere ogni giorno una sfumatura in più di quel suo territorio – siamo nei villaggi Premier Cru di Les Mesneux, Sacy e Villedommange, nella Montagne de Reims – così da affinare i passi di danza dei propri Champagne. Negli anni Jean-Philippe ha sperimentato diverse possibilità con il suo Champagne Le Rosé giocando con la malolattica, alleggerendo via via i dosaggi, modificando la percentuale dei vitigni in blend e decidendo di acquistare il vino rosso usato per il taglio anziché produrlo in autonomia come faceva inizialmente. Un vero alchimista sperimentatore, insomma, che incarna tuttavia la concretezza dell’agricoltore, vestendone i panni e calcandone le orme.
JAMES’ TASTINGS
CHAMPAGNE LE ROSÉ EXTRA BRUT JEAN PHILIPPE TROUSSET
93/100
Rosé d’assemblage, Extra Brut: questo Champagne porta in sé le movenze suadenti dello Chardonnay, presente nella quota del 46%, la morbidezza del Meunier, con quel tocco leggero del 18%, e la tempra decisa e risoluta del Pinot Noir, che bilancia l’assemblaggio con il 30%, di cui il 6% presente come vino rosso. Nella vendemmia 2018 il 45% del vino impiegato per l’assemblaggio proveniva da riserve custodite con cura a partire dai due anni antecedenti. Le Rosé è uno Champagne che non presenta la benché minima parvenza di traccia artificiale, intesa come espressione artefatta e costruita dalla mente dell’enologo. Le Rosè è uno Champagne che si potrebbe definire a tutti gli effetti “libero”. Libero dalla dittatura zuccherina, libero dalla trama fruttata spinta, libero dall’accondiscendenza, libero di essere ciò che è: uno Champagne dritto, di buon corpo ma per nulla eccedente in ridondanze materiche; è fine, delicato nella prima impressione e, successivamente, generoso nella sua espansività. È uno Champagne che fa della freschezza e della tensione equilibrata la carta vincente della sua bevibilità, che, seppur agile, non scade mai nella banalità. Una perfetta sintesi di personalità ed eleganza.