LA FIESTA SEVILLANA FIRMATA DON PAPA

Nella prima vera serata autunnale di una Roma sempre più dinamica e centrale nel mondo degli wine&spirits, è stato presentato l’ultimo rum targato Don Papa. Spettacoli di flamenco e cocktail originali, mixati alla proposta gastronomica del locale trendy Bocamora, hanno fatto da contorno al Sevillana Cask Finish, la super-limited edition del celebre e sempre più ricercato distillato di melassa delle Filippine.

Rum Don Papa

Prodotto in appena 9.000 bottiglie, di cui 1.200 saranno distribuite in Italia da Rinaldi 1957 solo sui canali HoReCa, viene dall’isola di Negros Occidentale, un luogo bellissimo e magico ribattezzato “sugarlandia” (facile intuire il perché). Da qui proviene infatti circa la metà della canna da zucchero di tutte le Filippine (a sorpresa, secondo produttore mondiale di questa materia prima), considerata per qualità tra le migliori di tutto il Sud Est asiatico.

Rum Don Papa

Un prodotto pensato per ricordare la lunga dominazione spagnola (durata per oltre tre secoli, da metà del 1500 circa fino alla rivoluzione del 1896 ) che ha lasciato grandi influssi nella cultura di questo stato del sud est asiatico. Le acquaviti ottenute dopo la distillazione in colonna, riposano in botti di rovere americano ex-bourbon per un periodo variabile dai 5 ai 12 anni, prima di proseguire l’affinamento, per altri tre anni, in due tipologie di barili spagnoli: uno usato per la produzione di sherry oloroso e l’altro per il vino de naranja, liquore tipico dell’Andalusia ottenuto dalle locali arance amare.

Con questo lungo passaggio in botte, il rum si arricchisce e si completa con fragranze uniche, ben avvertibili sia al naso che al palato. La base agrumata è netta ed intensa, con una sensazione mista di marmellata di arance e frutta candida. Poi arrivano le spezie, tra cui primeggia la nota dolce della vaniglia, dovuta ad una doppia tostatura interna ed esterna che consente un maggior rilascio di vanillina dal legno. In bocca ha un ingresso morbido, di nuovo giocato sull’alternanza di sapori dolci-amari, con un finale vellutato lievemente affumicato e cioccolatoso.

Un prodotto che grazie a questa sua naturale dolcezza (non da zuccheri aggiunti, ma derivante dalla naturale ricchezza della varietà “noble” di canna da cui è ottenuto) probabilmente andrà via come l’acqua, rinforzando il successo commerciale di un brand, il Don Papa, che tra packaging esotico e accattivante, e tanto passaparola, sta spopolando nella capitale e non solo.
C’entrerà forse il fatto che “don” e “papa” sono due sostantivi di grande potere evocativo nella nostra cultura?

 

donpaparum.com