LA SALA DEL TORRIANO, IDENTITA’ NEL CALICE

Ci sono cantine che non presentano grandi numeri, né come etichette proposte, e nemmeno per quel che riguarda la produzione complessiva. Sono piccole aziende che spesso si caratterizzano per qualità e personalità per scelte ben precise di percorsi di posizionamento nel mercato e per target di consumatore, e che possono portare a brand identity e fidelizzazioni ben solide, destinate a crescere.

Sono percorsi strategici di nicchia, come nel caso di La Sala del Torriano, a San Casciano Val di Pesa, per una storia che ne contiene due diverse in virtù di due corpi ben distinti facenti parte, ora, di un unico progetto: Il Torriano, nella località di Montefridolfi e La Sala, a Sorripa, tra loro vicini ma con caratteristiche di terreno diverse, che permettono un’ampia possibilità di scelta per creare, in cantina, quattro blend di importante identità del territorio e di grande equilibrio, personalità ed eleganza, già a partire dalla prima referenza degustata.

Se i vini de La Sala si presentano come particolarmente freschi, carichi di frutto e, al palato, immediati, quelli che provengono dalle vigne del Torriano hanno maggior struttura per colori più intensi. L’obiettivo, grazie a pratiche attente, virtuose ed ecosostenibili in vigna e in cantina, è quello di crescere ogni anno a livello qualitativo, per prodotti che siano la massima espressione identitaria del Chianti Classico di San Casciano Val di Pesa.

La Sala del Torriano vuole infatti rappresentare la sartorialità di quest’area e ritagliarsi un “nome” qualitativo, per merito di una piccola produzione, frutto di una attenta selezione delle uve in vendemmia, di un lavoro attento in cantina e del metodo e competenza del suo enologo e agronomo Ovidio Mugnaini.

Ovidio Mugnanini

Quattro quindi le etichette prodotte, oltre a un olio extravergine biologico: sono vini di importante spessore e di grandi diversità, pur con caratteristiche comuni. Per tutti, personalità, identità, un notevole equilibrio di singoli profumi e sapori e una lunga persistenza al palato. Il Chianti Classico Docg è da considerarsi la referenza d’ingresso, per uve Sangiovese al 95% e la restante parte di Merlot: è fresco e avvolgente e, nel contempo, intenso e di facile beva, mentre il Chianti Classico Riserva Docg, da uve Sangiovese al 90% e di Cabernet Sauvignon al 10%, è al palato importante e complesso, ma senza eccessi o picchi di sapore di sorta.

Solo e unicamente, invece, uve Sangiovese selezionate da un singolo vigneto per il Chianti Classico Gran Selezione Docg, la cui etichetta si deve all’artista Silvano Campeggi, autore di moltissimi cartelloni del grande cinema americano (tra gli altri, Colazione da Tiffany, Ben Hur, Casablanca, Via col Vento): intenso e morbido allo stesso tempo presenta una grande struttura unita alla facilità di beva. Chiude la carta dei vini de La Sala del Torriano il Campo all’Albero Toscana Igt: le uve sono nella misura del 70% di Merlot e, per la restante parte, di Cabernet Sauvignon per un bouquet intenso, tra gli altri, di spezie, cuoio e noce moscata.

 

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