ELISA SEMINO, LA REGINA DEL TIMORASSO

Se c’è una cosa che amo particolarmente di Elisa Semino, oltre chiaramente al suo vino, è il sorriso. Elisa sorride, sorridono i suoi occhi, sorridono i suoi zigomi mentre le parole scorrono fluide nei racconti del territorio e dei suoi inizi. Elisa, The Queen of Timorasso, Elisa di La Colombera, Elisa giovane enologa cresciuta tra gli insegnamenti di Attilio Scienza e la rivoluzione dei Colli Tortonesi di Walter Massa; Elisa figlia, sorella e madre, che recupera il passato, che crede nel futuro, che con impegno, dedizione e cura, alla guida della storica azienda di famiglia, racconta il Timorasso, “il mito” dei Colli Tortonesi.

La prima vendemmia nel 1997, la prima bottiglia in commercio con l’etichetta Derthona, il nome antico della città di Tortona, l’appellativo che lega il vino al territorio di provenienza, nell’anno 2000. Un Timorasso autentico, che nasce da studi ampelografici grazie ai quali si è risaliti alle vigne storiche provenienti da suoli intrisi di mineralità, tra strati di arenaria e macchie calcaree e tufacee. Il suolo appunto, il territorio. Quante volte lo si è definito il “campo base”, il punto di partenza, l’avvenire del vitigno, del vino, della filiera? Lui che indirizza, lui che trasmette, lui che segna il tratto distintivo. Venti ettari di vigneto da Vho, frazione di Tortona, all’interno della denominazione Colli Tortonesi, geologicamente inseriti nel territorio del Bacino Terziario del Piemonte, rappresentato dai “Calcari dei Zebedassi” fino al margine collinare degli Epiliguri. Il paesaggio invece è quello dell’appennino agrario, tra boschi di castagni, campi di grano, alberi di ciliegio, dove l’azienda Cascina La Colombera, proprietà di Elisa, custodisce le vigne e il patrimonio agricolo risalente al 1938.

Risale al periodo del boom economico la scelta di ampliare il vigneto: solo successivamente negli anni ‘80 la volontà di non conferire le uve, ma di vinificarle e imbottigliare il proprio vino. A vent’anni dalla prima vendemmia di Timorasso, con l’acquisto dei recenti terreni, storicamente vocati, di Sarezzano, Monte alla Forche e Santa Croce, vengono prodotte 80mila bottiglie tra Timorasso (Derthona e Montino, il cru più premiato dell’azienda), Cortese (Bricco Bartolomeo), Croatina (Romba, Archè), Barbera (Vegia Rampana) e Suciaja (Nibiò, parente del Dolcetto). Sulle etichette campeggia il logo FIVI, Federazione Vignaioli Indipendenti. Pioniera di alcune avanzate tecniche agricole (la parola d’ordine è tutela e conservazione) in vigna si affida solo a verderame e zolfo: nessun diserbante, massima sostenibilità. Un lavoro possibile grazie alla conoscenza di ogni singola parcella, indirizzata alla ricerca costante, alla scienza, alla quale non delega mai l’esperienza e l’osservazione in vigna.

 

 

Degustazione

 

 

 

Alice bianco secco Dop 2019

90/100

Alice è un bianco secco gioviale, moderno, credibile e molto femminile. Moscato giallo per il 60% e Malvasia per il 40%, avanza con qualche clamore e nessuna scorciatoia dall’aperitivo al pasto in un appagamento gusto olfattivo dall’esito decisamente apprezzabile.

 

Colli Tortonesi Doc Bricco Bartolomeo 2019

92/100

Nell’anno del Cortese (2020-2021), Bricco Bartolomeo, 100% Cortese, celebra l’autoctono piemontese timidamente ambizioso. Sapido, spiccatamente fresco, a tratti erbaceo con una piacevole nota di mandorla tipica del vitigno, si muove con franchezza senza mai tradire la sua espressione stilistica, definita e lungamente ricercata.

 

Colli Tortonesi Doc Derthona 2019

92/100

Il primo Timorasso dell’azienda: univocamente identitario, fortemente varietale, profondamente rappresentativo. Aroma essenziale d’impronta minerale che svela il cedro, l’eucalipto, la macchia mediterranea, i profumi di ginestra. Palato agrumato, iodato, teso, piacevolmente pungente.

 

Colli Tortonesi Doc Il Montino 2018

94/100

Da un unico vigneto coltivato a 250 metri sul livello del mare, nasce il Cru Montino prodotto per la prima volta nel 2006. Dalle intensità visive giallo dorate si evince la stoffa di questo grande vino che si riavvolge nelle sensazioni odorose ed emozionali del Derthona. Si mostra pacatamente, incede con timore nella narrazione floreale di fiori d’acacia, ginestra, camomilla, miele, note di resina e soffi d’idrocarburo. Uno sfondo balsamico avvolge la bocca, complessa, tesa, ampia che vive nella pienezza del vitigno in una mineralità grintosa, piacevolmente umami.

 

 

lacolomberavini.it