IL FRIULI DI ALBINO ARMANI: VARIETÀ E TERRITORIO
Lavoro e sperimentazione, costanza, ricerca, curiosità. Albino Armani è un vignaiolo contemporaneo erede di un passato importante. Punto di partenza il territorio della Valle dell’Adige dove quattrocento anni di viticoltura – gli inizi risalgono al 1607 – sono stati percorsi dalla famiglia Armani nel solco della continua esplorazione, con la consapevolezza che la sola tradizione non potesse bastare per sviluppare un discorso di futuro e continuità Oggi nel pensiero di Albino Armani sono centrali i concetti di elemento, territorio, eticità, sostenibilità, irripetibilità, trasparenza, sviluppati quotidianamente con la precisa volontà di salvaguardare la natura, per portare nel bicchiere solo il meglio dei propri frutti.
Tre territori e cinque cantine costituisco il suo progetto lavorativo: luoghi scelti per il valore della terra, per la capacità produttiva, per lo specifico terroir. Come Casa Belfi il focus dell’azienda su biologico e biodinamico anche se, in generale, il tema ambiente rientra prepotentemente nella sua quotidianità. Ne sono testimoni i risultati raggiunti a livello di risparmio energetico in cantina (40%) e di risparmio di acqua (70%), per una concreta viticoltura che abbia un impatto sull’ambiente realmente ridotto. “La realizzazione di 100 km di piste ciclabili, la certificazione SQNPI – Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata – un protocollo che conferma la correttezza della filiera produttiva da un punto di vista ambientale, economico e sociale, sono gli impegni adottati per metterci a disposizione del territorio” afferma Albino Armani “Non un semplice proclamo ma la consapevolezza che c’è bisogno di una fruibilità culturale e divulgativa. Far capire cosa si fa e come lo si fa”.
Il mondo Albino Armani è il nord est Italia, 300 ettari di viticoltura tra Sequals, San Polo di Piave, Marano, Dolcè, Chizzola e Crosano, quelle aree tra Friuli, Alto Adige, Veneto e Trentino dove il linguaggio, le genti, le colline premontane tramandano valori e saperi restituendo autenticità. “Luoghi in cui da sempre mi riconosco” aggiunge Albino.
Non è casuale la scelta del ritorno alle varietà antiche, a tutti quegli autoctoni dal potenziale immenso smarriti nella corsa sfrenata verso la produzione. Quarant’anni di ricerca enologica e un lavoro accurato di selezione e di protocolli specifici, svolto su varietà recuperate e poi raccolte con meticolosità nel vigneto “Conservatoria” che, dagli anni ’80, custodisce 13 specie in via d’estinzione. Come la Nera dei Baisi e la Foja Tonda. Di quest’ultima ne prodotte e conservate ben 30 annate.
La sfida nella sfida è la viticoltura friulana, al centro della sua passione enologica fin dagli albori della sua carriera. Una areale complesso che chiede umiltà ed empatia con le sue genti, un ambiente esigente che pretende l’obbligo di esserne parte. “La vicinanza all’area montana mi ha concesso di innamorarmene. Il Friuli dei tanti Friuli vitivinicoli, nessuna omogeneità tra Grave, Carso, Isonzo, ma solo differenze che generano valore. Attraversare il Tagliamento, trovarsi nella zona dell’Alta Grave friulana con una viticoltura tra le più difficili, influenzata dalle Alpi Carniche e con climi estremi, significa sposare pienamente un’appartenenza”.
DEGUSTAZIONE
PINOT GRIGIO FRIULI GRAVE 2019
92/100
La sensibilità enologica e il perfetto equilibrio con l’ambiente sono racchiusi in questo Pinot grigio di carattere e verticalità. Un vino duplice, accondiscendente, che guarda al tempo migliorandosi costantemente. Una vinificazione in bianco svolta in acciaio e un successivo affinamento sulle proprie fecce fini lo rendono identitario e autentico. Note tropicali, fruttato e floreale accompagnano una bella e definita sapidità.
FRIULANO FRIULI GRAVE DOC 2019
92/100
È la tradizione, il simbolo di una regione che ancora ha nel cuore il nome Tocai. Sui suoli di Magredi, in prevalenza di sassi calcarei provenienti dalle esondazioni dei torrenti alpini detti “clap”, prove su prove per rubare alla terra un grande Friulano. Vino snello, di ottima persistenza aromatica con una beva essenziale, precisa e fortemente autentica. Trasparenza, pulizia e territorio, i termini per la sua riconoscibilità.
SAUVIGNON FRIULI GRAVE DOC 2020
93/100
Adattabilità e una ricerca costante per i migliori cloni e i terreni giusti. Pochi grappoli per vite e un territorio d’elezione capaci di esprimere un vitigno che dalla Loira s’è ben adattato al luogo di terreni magri. Riflessi verdolini, freschezza e generosità di aromi in un’espressione intensa, polifonia sinergica di aromi. Frutta tropicale, agrumi, pompelmo rosa, fiori bianchi e un nerbo acido-salino che contrastano felicemente l’ampiezza gustativa. Molto interessante il confronto con il Sauvignon Friuli Grave DOC en première, la selezione di un unico vigneto di Sequals vinificato e affinato con bâtonage in acciaio, in botti da 25 hl e in barrique. Un assaggio da botte per introdurre una nuova sfida con un Sauvignon che possa raggiungere il consumatore dopo almeno 18 mesi di maturazione.
PROSECCO ROSÉ DOC 2020
90/100
Una tempesta perfetta, lo sguardo verso il futuro, la proiezione della crescita di una denominazione che trova evoluzione in un nuovo progetto rosé. Glera e Pinot Nero, vinificati in autoclave per almeno 60 giorni (metodo Charmat), provenienti da una zona ad altissima vocazione spumantistica come Sequals e con il know-how trentino firmato Albino Armani, dotati di un perfetto equipaggiamento per conquistare tutti i palati.
RIBOLLA GIALLA VSQ BRUT METODO CLASSICO 2019
93/100
Concreto interprete della Grave friulana, la Ribolla Gialla Metodo Classico, storica varietà tra le più antiche del Friuli-Venezia Giulia, con ben trenta mesi sui propri lieviti diviene un sorso cremoso, di grande classe, profondamente ricco e avvolgente. Perlage setoso, naso sacrale che si apre a mille sfumature diverse a comporre uno splendido quadro aromatico franco, tipico, esaustivo.
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