LIVON: IL TERROIR, IL TEMPO, LA TRADIZIONE

Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Le parole di Albert Einstein esprimono un concetto di tempo che ha una profonda risonanza sulla quotidianità di ognuno di noi, una quotidianità che come nel caso di Livon, la cantina ambasciatrice del Collio nel mondo, ha attraversato sei decadi. Sessant’anni, è questo il tempo trascorso dalla sua fondazione: era il 1964 quando a Dolegna del Collio Dorino Livon acquista il primo terreno sulle colline del Collio e inaugura la prima cantina di famiglia aprendo la strada a ben tre future generazioni di vignaioli.

Protagonista indiscusso è proprio il territorio, il Collio, la terra che ha permesso alla famiglia di raggiungere importanti traguardi nel mondo del vino e la visione lungimirante ed appassionata di Dorino Livon che, contrariamente alla tendenza del tempo in cui alla vita rurale veniva sempre di più preferito il fenomeno urbano, ebbe un richiamo profondo verso la terra, investendo in agricoltura, ma soprattutto investendo nel suo Friuli, nella zona eletta per i grandi bianchi. A Vencò è stato forgiato il sogno del fondatore, la visione di qualità del “fare vino” che si è materializzata gradualmente attraverso sperimentazioni che hanno tenuto conto dell’inimitabile preziosità del terroir. I primi risultati sono etichette che hanno fatto la storia dell’Azienda Agricola Livon e che hanno viaggiato di pari passo ad altrettanti illuminati vignaioli. Si lavorava a una totale adesione col luogo, a un grande blend che come il Vintage Tunina di Jermann – è del 1975 ma i primi esperimenti iniziarono un anno prima – o il Terre Alte di Livio Felluga, mettesse insieme il terroir e il tempo, la capacità di invecchiare, la crescita esponenziale materializzata in un sorso friulano.

Braide Alte – la prima vendemmia è del 1996 dopo cinque anni di prove e di confronti – è il sogno che consolida il percorso attraverso grandi autoctoni e uve internazionali, un Gran Cru Collio Doc a base di uve Chardonnay, Sauvignon, Picolit e Moscato Giallo dei vigneti di Ruttars a Dolegna del Collio, fermentato e maturato in barrique di rovere. Un grande vino che racchiude tutta la dedizione alla viticoltura, il passato e il futuro, la tradizione e l’innovazione, il potenziale unico e una visione sostenuta dopo Dorino Livon dai figli Valneo e Tonino che hanno fatto il loro ingresso in Azienda agli inizi degli anni Ottanta. Nascono nuove idee e strategie, puntando soprattutto sulla qualità che dal 1985 li contraddistingue nel mondo con il logo rappresentato dalla Donna Alata di Erté. Sotto l’egida del padre e del suo insegnamento fatto di valori come il lavoro costante, la cura e la devozione, principi ben saldi e colonne portanti anche del lavoro di Matteo Livon, la terza generazione dal 2021 CEO di Livon, l’azienda ha conosciuto una crescita significativa e di valore in altri territori vocati.

In questa vita intrecciata coi ritmi della Terra tutti hanno arricchito il pensiero e il lavoro di Dorino, rispettando la biodiversità di un territorio di frontiera incline a innumerevoli varietà. Filo conduttore la ponca – terra di origine oceanica ricca di sali minerali e acqua -, la sostenibilità, le caratteristiche pedoclimatiche che a poche centinaia di metri dal confine Sloveno, muovono la vite a trovare le migliori soluzioni per essa.

Luoghi benedetti che non sarebbero nulla senza l’abnegazione e il lavoro di intere famiglie. Valneo Livon ricorda i passi compiuti dalla sua famiglia e gli obiettivi raggiunti con sacrifici e dedizione: “Siam partiti dal Collio e anche se oggi i nostri vini sono distribuiti e conosciuti in più di 50 paesi del mondo ci piace mantenere sempre vivo il legame con questa terra e il ricordo del primo vigneto e della prima cantina Vencò a Dolegna, da cui tutto è iniziato”.

Matteo Livon guarda al domani con nuovi progetti e prospettive future: “Entro fine anno porteremo a compimento la nuova cantina con cui abbiamo voluto omaggiare la nostra terra natia, Dolegna. Qui dedicheremo ancora più attenzione all’ospitalità di alto livello e all’accoglienza al fine di regalare ai nostri visitatori esperienze indimenticabile in perfetto stile friulano”. La cantina prevede una zona dedicata all’affinamento in botti di rovere selezionato e anfore, gli uffici commerciali e infine un’enoteca aziendale e locali adibiti alle degustazioni. La profonda tradizione, i valori della continuità e la filosofia produttiva etica e sostenibile firmano da sessant’anni anni gli investimenti dell’Azienda agricola Livon.

Sono quattro le realtà costituite e ubicate in tre regioni diverse: in Friuli con Livon e Villa Chiopris; in Toscana, nel cuore del Chianti Classico dove nel 1996 fondano Borgo Salcetino; in Umbria, terra di eccellenze e di ospitalità e patria del Sagrantino la famiglia Livon arriva invece nel 2001. A Radda in Chianti su 30 ettari di cui 15 coltivati a vigneto, rinnovati integrando gli autoctoni Sangiovese e Canaiolo con il Merlot, producono Rossole, Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Gran Selezione. Un’intensa opera di restauro è stata riservata anche alla cantina che ha mantenuto le sue caratteristiche territoriali, accogliendo le botti di rovere dove i vini trovano la loro perfetta maturazione. A Bevagna, Fattoria Colsanto – Docg Montefalco – su 20 ettari di proprietà producono il Sagrantino, uno dei rossi più importanti dell’enologia italiana e completamento di una collezione di vini di qualità tra cui Montefalco rosso, Ruris blend di Sagrantino, Sangiovese e Merlot e il bianco Cantaluce da uve Trebbiano Spoletino.

 

 

livon.it

 

Cover: Matteo e Valneo Livon