TENUTA ROLETTO, LA COMPLESSITÀ DELL’ERBALUCE

Se oggi iniziamo a vedere sugli scaffali delle enoteche Erbaluce Metodo Classico con 120 mesi sui lieviti alle spalle, si deve anche ad aziende come Tenuta Roletto. Nata in sei ettari, condotti da Giovanni Tinetti nella zona delle Guie a Cuceglio, in provincia di Torino, in terre pedemontane in cui le morene abbracciano e tracciano i confini della zona del Canavese, formando un anfiteatro naturale in cui è proprio l’Erbaluce ad ambientarsi perfettamente. Uva dalla buccia spessa, vigorosa e con una grandissima acidità, quest’ultima è sicuramente la caratteristica che sottende la capacità dell’Erbaluce di essere un’ottima base spumante sebbene in un passato non troppo lontano, dove si cercavano vini di grande struttura, non fosse propriamente così accettata. Fortunatamente, per tutti noi, il vento è cambiato, i gusti si sono evoluti. Tra i primi padri, promotori di questo areale viticolo, ci sono il Prof. Vincenzo Gerbi e Gaspare Buscemi, che devono aver influenzato anche il percorso di quest’azienda, che fino al 1999 imbottigliava il lascito del Tinetti in damigiana e molti terreni erano stati dati in affitto. C’è stato poi come un colpo di reni, spiazzante, la sensazione di non essere più totalmente proprietari di un patrimonio viticolo familiare ha avuto la meglio, la nipote di Giovanni, Domenica, assieme ad Antonio Iuculano, non solo hanno ripreso la produzione ma l’ha ampliata investendo in ettari e strutture per trasformare la cantina in azienda.

Oggi sono 63 gli ettari e dieci le espressioni di Erbaluce prodotte. Roletto è lo specchio di un territorio che lentamente è cambiato. Dalla valorizzazione di un’identità che è sempre stata presente ma raccontata con poca profondità perché non c’erano gli strumenti. E lo sapevano bene i Romani, che con le loro fortificazioni davano molta importante ai luoghi d’origine come fondamento di costituzione di una unicità.

La capitale dell’Erbaluce, Caluso, ospita qualche resto di lotte e battaglie furiose per il dominio di questi luoghi: la Porta Canalis, l’ultima rimasta delle quattro che aprivano le porte alla città nel Medioevo. Oggi, in questo bicchiere di Spumante troviamo la consapevolezza di come l’attesa riesca a mostrare la complessità di un’uva che accoglie, prima di acconsentire, diverse lavorazioni a se stessa, rilasciando sensazioni evolutive più lente. La scansione di questa evoluzione è appunto una questione di tempo, che Roletto propone dopo 24 e 60 mesi e, appunto con l’ultimo 120 mesi. Che potrebbe apparire come un progetto dimenticato ma le altre referenze prodotte nell’ultima decade ne sono invece l’esempio di una scommessa vinta. Della quale ne abbiamo altre, almeno, dieci rappresentazioni attualmente in affinamento in cantina.

 

Erbaluce di Caluso Docg Spumante Metodo Classico 120 mesi

Dietro gli iniziali aromi di canditi, frutta secca e noisette arrivano gli agrumi e il pompelmo rosso. Richiami alpini, salaci, esaltano al centro bocca una piacevole burrosità. Il perlage, finissimo, affatto stanco si inserisce nel corpo. Ancora contratto. Il vino si merita di essere servito in un calice di dimensioni più grandi rispetto a un classico tulipano, per lasciare alla sua generosità di diventare complice del palato.

 

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