VILLA MATILDE AVALLONE, QUESTIONE DI STORIA
È una sensazione rara, quasi commovente, quella di arrivare alla destinazione e di sentirsi subito molto più di un ospite gradito, ma una vecchia amicizia se non addirittura parte della famiglia. È ciò che accade da Villa Matilde Avallone, una storica azienda vinicola che si trova a Cellole, in Campania al confine con il Lazio.
In questo piccolo angolo di terra chiamato Ager Falernum, racchiuso tra il monte Massico, il fiume Savone e le pendici del vulcano spento di Roccamonfina, cresce, rigogliosa, la Falanghina, per diventare poi il Falerno del Massico Dop, il vino noto già ai tempi dell’Antica Roma come Falernum.
Una cantina bianca e bassa, con un lungo portico, immersa nel verde dei vigneti e nel fucsia delle buganvillee, trasmette un incredibile senso di accoglienza. Tranquillità, è la parola giusta per descriverne l’atmosfera. Qui si incontrano solo persone gentili e sorridenti, e non ci sarebbe da stupirsi perché i padroni di casa, Maria Ida e Salvatore Avallone, sono un grande esempio di ospitalità, quella autentica.
Villa Matilde Avallone è stata fondata nel 1963 da Francesco Paolo Avallone, avvocato di professione nella vita e grande appassionato di vino e di storia. Le passioni, si sa, prima o poi prendono sopravvento, e così l’avvocato, affascinato dai racconti di Plinio e dai versi di Virgilio, Marziale e Orazio, si ritrovò a fare ricerche sul leggendario vino locale, per farlo rinascere e riportarlo agli antichi splendori.
A dire il vero, il Falerno può essere considerato la prima vera Doc della storia: già 2000 anni fa esisteva, infatti, un disciplinare di produzione che prevedeva un rituale codificato di pigiatura al ritmo di musiche sacre, un’etichettatura, “pittacium”, che indicava luogo di origine e annata, e un periodo di invecchiamento di numerosi anni, prima che il vino venisse consumato con aggiunta di acqua di mare, spezie e miele.

Maria Ida e Salvatore Avallone
Per compiere un’impresa simile, ci vuole un grande lavoro di squadra e Francesco Paolo Avallone è stato supportato e aiutato da un gruppo di ricercatori universitari. Insieme sono riusciti a individuare le varietà di uva con cui si produceva il mitico Falernum e a rintracciare poche piante rimaste, una quindicina in tutto tra quelle a bacca bianca e rossa, dirette discendenti delle varietà coltivate nell’Ager Falernum oltre 2.500 anni addietro, sopravvissute alle guerre e alla fillossera. È così, grazie all’impegno di un uomo, questi antichi vitigni sono ritornati nella loro terra di origine, nella zona del Massico.
Per farsi perdonare dalla moglie, signora Matilde, per le lunghe assenze e l’incessante lavoro tra ricerche, vigneti e cantina, l’avvocato ha celebrato l’azienda in suo onore, immortalando il suo nome. Il fondatore della Villa Matilde è riuscito anche in un’altra impresa, quella di trasmettere le sue passioni ai figli Maria Ida e Salvatore che oggi seguono le orme del padre, portando l’azienda sempre più in alto grazie ai propri impegno e dedizione.
I due fratelli hanno sempre dimostrato di saper raggiungere i propri obiettivi, creando dei validi progetti. La loro regola fondamentale è mantenere l’altissimo livello dei vini che vengono prodotti unicamente dai vitigni autoctoni e dalla combinazione di antichi saperi e tecniche moderne, come l’affinamento in anfore di terracotta.

Vigneto Pietradefusi
Nel 2004 loro hanno inaugurato la Tenuta Pietrafusa in provincia di Avellino, Dopo aver acquisito più di 25 ettari di terreni delle zone Docg irpine e impiantato vigneti per produrre Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi.
Nel 2009, Anno Internazionale del Pianeta Terra, Villa Matilde Avallone ha avviato Emissioni Zero, un ampio progetto di sostenibilità ambientale con l’obiettivo di azzerare progressivamente le emissioni di gas serra e produrre vino in maniera eco-compatibile. Dunque, recupero, riciclo e riutilizzo sono oggi le parole chiave della filosofia produttiva di Villa Matilde Avallone che opera con sensibilità anche nella raccolta dei rifiuti e nella scelta del packaging e nella comunicazione.
Attualmente Villa Matilde produce ben 19 etichette tra bianchi e rossi, fermi e bollicine e anche vini dolci, anche se l’orgoglio e il simbolo dell’azienda nonché della regione stessa rimane la Falanghina, rappresentata da Falerno del Massico Bianco Dop, Vigna Caracci Dop e MATA, spumante Metodo Classico Extra Brut. Tutti e tre sono i vini molto mediterranei, che sanno di mare, di sole e di terreno vulcanico. I vigneti dove vengono raccolte le uve Falanghina sono estesi lungo le pendici di Roccamonfina, a pochi chilometri dal mare, per un totale di 110 ettari, di cui 70 vitati. Qui, oltre la Falanghina, si allevano altri antichi vitigni come Aglianico e Piedirosso, da cui si ottiene il Falerno Rosso Docg.
Villa Matilde Avallone è un’azienda che offre generosamente una panoramica del territorio a 360 gradi. Oltre ad accogliere gli appassionati di vino per le degustazioni in cantina, qui si fa anche ristorazione e ci si può fermare a dormire in una delle camere, tutte raffinate e confortevoli. In una torretta si nasconde una lussuosa suite a tre piani, con tanto di un camino, una vasca idromassaggio e una doccia enorme con cromo e aroma terapia.
Nel ristorante Locanda del Falerno la cucina è quella di una volta, rispetta profondamente i sapori e le tradizioni locali. Imperdibile il tagliere di formaggi e salumi e la croccante pizza integrale fatta in padella con burrata e sottili fettine di mortadella. Sontuoso e saporito un piatto di Paccheri con la genovese, succulenti i Ravioli con ricotta di bufala e pomodorini. Prelibata la tagliata di carne di bufala, mentre il carpaccio è talmente saporito che andrebbe mangiato scondito. Una cucina semplice e vincente, che si basa su ingredienti di prima scelta e antichi saperi.
Qui, indubbiamente, sembra di vivere in un vero angolo del paradiso.