ANZIO, “MARE CRUDO”
La città e il mare. E’ questa la storia di Anzio, legata indissolubilmente al suo mare, all’antico porto neroniano, una grande opera d’ingegneria marittima costruita da Nerone per il suo uso personale, i cui resti sono ancora visibili accanto alla Villa Imperiale. Poco più giù sorgeva un porto costruito in precedenza dai Volsci, che, insieme al porto di attuale Nettuno – città che all’epoca romana faceva parte di Antium – rappresentavano un intero porto della zona, adibito al traffico commerciale, esteso su una superficie di ben 34 ettari.
Gli imperatori romani, i nobili e gli intellettuali costruivano ad Anzio bellissime dimore, dove si recavano in cerca di pace e di brezza marina, scappando da una Roma incandescente e dagli impegni quotidiani. Gli aristocratici romani amavano molto il pesce, particolarmente le murene, le anguille e le spigole, ma adoravano soprattutto le ostriche, quei molluschi pregiati che venivano serviti su un letto di neve, “mescolando così la sommità dei monti e la profondità del mare”, come scriveva Plinio.
Gli antichi romani non erano sprovveduti: in quell’epoca allevavano già le ostriche, le più famose provenivano dall’allevamento del Lago di Lucrino vicino a Napoli. Gli imperatori romani, invece, consideravano la murena il pesce più prelibato e si facevano costruire le vasche per l’allevamento, le murenarie, direttamente ai piani bassi dei propri palazzi sul mare.
Dopo duemila anni, ancora oggi, il pesce di Anzio è considerato forse il miglior pesce del Tirreno. La pesca locale è fatta di grandi tradizioni e di sistemi sempre uguali, tramandati dai padri ai figli nel corso dei secoli. Ogni notte la flotta di una cinquantina di pescherecci salpa per raggiungere i luoghi più pescosi che conoscono solo “i professionisti di mare”, per riportare a terra dopo dodici ore pesce freschissimo, battuto all’asta e conteso tra i migliori ristoranti del litorale e di Roma.
Proprio ad Anzio si trovano i ristoranti più rinomati per le specialità di pesce e soprattutto per i crudi spettacolari che sono un trionfo di sapori, colori e freschezza. Ecco i quattro indirizzi “imperdibili” dove poter gustare l’inimitabile pescato locale a 360°.
Da Romolo al Porto
Da Romolo al Porto è un ristorante storico, aperto nel 1968 da Romolo Regolanti, papà di Walter (sommelier) e Marco Tullio (chef) che oggi portano avanti con grande passione l’attività di famiglia. E’ il ristorante più famoso del litorale, sempre pieno in tutte le stagioni, con un’ampia veranda sulla passeggiata del porto che è ambita da molti. Ça va sans dire è meta preferita di gourmet, critici enogastronomici e chef stellati e non, ma è altrettanto amato sia dai personaggi del mondo dello spettacolo sia dai “semplici” amanti della cucina del mare. Nel menù solo pesce freschissimo locale, pescato a “km 0”, ingredienti di stagione della zona e una carta di vini invidiabile con più di 350 etichette preziose e prestigiose, tra cui una trentina di Champagne.
Il cavallo di battaglia di Romolo al Porto sono i crudi, preparati con il pescato del giorno, conditi con pochi elementi essenziali come il sale, le erbe aromatiche e l’olio extravergine di oliva.
Imperdibili i gamberi striati con sale nero; la triglia sfilettata con timo e sale alle alghe; i gamberi bianchi con sale alla liquirizia; il tonno con aneto e sale ai capperi; otoro, la ventresca di tonno crudo, affumicata e porchettata a tavolo; la tavolozza di pesci e crostacei abbinati ai colorati estratti di frutta e verdura insaporiti con le erbe. Sul tavolo arrivano tanti altri assaggi: julienne di calamaretti e verdure; tartare di tonno con noci macadamia; tracina con pesca e pistacchi e tramezzini di verdure e pesce.
Chi non ama il crudo, troverà una serie infinita di antipasti cotti, i primi con saporiti sughi di pesce locale e la storica minestra di pesce alla portodanzese, ma anche il pescato del giorno da fare sulla piastra, al forno o al sale.
Bottega Capolei
Praticamente una new entry nel panorama della ristorazione anziate, aperto da nemmeno tre anni, Bottega Capolei nel giro di poco tempo è diventata una realtà solida, un punto di riferimento sicuro per gli amanti del pesce “fatto come si deve”. A dirigere la sala Carlo Capolei, titolare del ristorante, ma la cucina è il regno di Renata Mazzini, sua moglie, dove lei ogni giorno svolge un lavoro impeccabile.
Il locale è fresco e luminoso, con le pareti bianche e le ceramiche dipinte a mano, cosa che ti trasporta subito nell’atmosfera di una vacanza sulla Costiera Amalfitana. C’è anche un piccolo déhors per chi vuole stare all’aria aperta. Scelta di vini mirata: solo bollicine e bianchi, divisi tra fruttati, leggeri, strutturati e naturali.
Poche voci nel menù: un antipasto crudo e uno cotto, tre primi e tre secondi, ma basta ordinare un “Percorso di mare della Bottega, tra pesce e crostacei dei nostri mari”, per capire che “tutto il resto è noia”.
Tanti assaggi di crudi fantasiosi non lasciano nessuno indifferente: gamberi bianchi alla catalana; zuppetta di frutta esotica con gamberetti e triglie; vari assaggini di giornata; un grande plateau di scampi, mazzancolle e gamberi rossi e un trionfo di sfilettati con i condimenti più impensabili, ma decisamente armoniosi.
Qui si trovano anche gli enormi astici blu del Mediterraneo, da cucinare al vapore con la maionese fatta in casa, ma non sono da trascurare i primi con la bottarga e i gamberoni, le enormi fritture croccantissime e succulenti, e il pesce del giorno all’acqua pazza.
Oltremare
OltreMare è un delizioso ristorantino di fronte alle barche dei piccoli pescatori, con una veranda bianca e una bellissima vista sul porto, aperto da circa cinque anni da Claudio Foschini, con una grande esperienza della ristorazione alle spalle. All’interno l’ambiente ben illuminato, caldo e accogliente, con la cucina spaziosa di fronte all’ingresso, tante bottiglie di vino sparse ovunque, e la mise en place molto curata.
Il menù è creato dalla chef franco-magrebina di origine, ma italiana di adozione, Fatima Tahraoui. Lei racconta il suo amore per il cibo e in una lettera pubblicata nel menù promette un’esperienza sensoriale differente, che passa attraverso i ricordi e i contrasti, le materie prime di qualità e la fantasia.
La sua cucina è, senz’altro, la più creativa del litorale. Qui non troverete i soliti spaghetti alle vongole, il sauté di cozze o il pesce alla piastra.
Naturalmente non si scherza con i crudi e quelli di Fatima sono assolutamente da provare. Si inizia quasi in sordina, per preparare il palato e i sensi, con delle ostriche Noblesse e il pepe Sichuan; un piccolo tagliere di scampi, gamberi rossi e gamberi bianchi con l’olio al jalapeno e passion fruit; una mazzancolla con il perlage di tartufo. Le portate seguenti sono un’esplosione di sapori: gazpacho di peperoni gialli con tartare di San Pietro e burrata affumicata; fragolino cocomero e mirtilli; carpaccio di tonno alle due maionesi, perle di jalapeno e patanegra. Un boccone del Mediterraneo concentrato è composto dalla granita di datterini, burrata, tartare di gamberi rossi e polvere di cucunci. E poi il culmine: ceviche di mazzzancolle marinate nel Mezcal, chips di platano e un sorso di tequila con sale e lime.
Anche i primi sono di grande fantasia: fusilloni con ricci di mare, burrata e fiori di zucca; spaghetti con lime, jalapeno e tartare di scampi. Superbi. Volendo, c’è da sbizzarrirsi con i secondi: cotoletta di spada, tataki di tonno, oppure crostacei in barbecue stile cajun, portato direttamente sul tavolo.
Da Vittorio al Porto
Uno dei ristoranti che si specchiano direttamente sulle acque de “La Perla del Tirreno”, è proprio lui, Da Vittorio al Porto, aperto nel 2013 da un noto ristoratore della zona, Vittorio del Giaccio. Piccolino il locale, solo 30 coperti all’interno che assomiglia ad uno yacht di lusso. I tavoli vicino alle ampie vetrate che danno sul mare, sono i più richiesti, da prenotare per tempo. Fuori dalla porta, sulla strada, ci sono altri 30 posti a sedere, ma il bello accade proprio dentro il ristorante. Dalla piccolissima cucina a vista escono senza sosta i piatti della tradizione e il banco pensato solo per i crudi funziona come un orologio svizzero, sfornando colorati plateau in continuazione.
Forse, rispetto agli altri ristoranti, le varietà di crudi sono minori, ma quei grandi piatti tondi, pieni di ogni meraviglia tra crostacei, ostriche, molluschi, tartare e carpacci, conditi con ottimo olio, fiocchi di sale e cubetti di frutta e verdura, sono quasi un “sogno in una notte di mezza estate”.
Tra i cotti da non perdere ci sono il tonno alla cacciatora, i gamberoni al vapore con la maionese home made e le mazzancolle con il guanciale e purè di patate. Se si è fortunati, qui si può mangiare addirittura una cicala di mare, un crostaceo ricercatissimo, ottimo con la pasta all’uovo o semplicemente in padella. Altrimenti via all’astice alla catalana, alla zuppa di pesce imperiale o ai tortellini di crostacei.
DA ROMOLO AL PORTO
Via Porto Innocenziano 19
Anzio (RM)
06.9844079
BOTTEGA CAPOLEI
Via Giovanni Manetti, 10
Anzio (RM)
347.6524890
OLTREMARE
Via Riviera Zanardelli 25
Anzio (RM)
06.9845061
DA VITTORIO AL PORTO
Corso del Popolo 00042
Anzio (RM)
331.840 6657