LOCAL VENEZIA, LA CONDIVISIONE AL CENTRO DI IDEE E PROGETTI
La condivisione è lo strumento più efficace per conoscere le persone, metterle in contatto, far nascere nuove idee e al contempo crescere e migliorarsi. Condivisione come libera espressione dell’altro, nelle sue emozioni e nel rispetto delle peculiarità di ognuno.
Con un approccio meno filosofico, ma ben più realistico e tangibile, da sempre Venezia emblema di usi e costumi veneti) è disseminata di luoghi di ritrovo legati al cibo e al vino: baretti, osterie, cicchetterie ed enoteche creano da sempre una calda atmosfera di accoglienza e rappresentano un punto di riferimento per chiunque desideri passare qualche ora di leggerezza. L’immagine evocativa è quella del locale di zona, in cui gli avventori abituali si ritrovano, confortati da “un’ombra de vin” e smossi da disquisizioni sociopolitiche di fronte ad un mazzo di carte. Dove l’oste diventa amico, confidente e attento conoscitore dei gusti dei suoi ospiti.
La volontà del Local è di trasmettere la stessa percezione ai commensali, non dando all’accoglienza un’impostazione rigida e distaccata, come spesso accade in un ristorante stellato, ma proponendo un servizio coinvolgente, rilassante, informale ma fortemente attento alle esigenze dell’ospite. Lo stesso nome del ristorante esprime questo approccio, racchiudendo in sé anche il significato di Locàl, con l’accento sulla “a”, di locale come s’intende in veneto, di un luogo strettamente connesso al proprio territorio e alla propria cultura, d qualcosa di conosciuto e rassicurante dove potersi rifugiare.
Durante il servizio, vengono lasciati sulla tavola, a disposizione dei commensali, dei bigliettini su cui poter trovare la spiegazione dei piatti, la storia delle ricette o delle piccole curiosità, senza voler interferire nell’esperienza, ma fornendo tutti gli elementi per poter comprendere le scelte culinarie dello chef e l’identità che si vuole trasmettere.
È divertente notare come questo strumento di comunicazione divenga spesso, al termine del pasto, un modo per valutare i piatti da parte degli ospiti al tavolo che, improvvisamente, si ritrovano a giocare a carte, esprimendo le proprie opinioni e i propri punti di vista.

Benedetta Fullin
Benedetta Fullin, titolare del locale, Manuel Trevisan, marito e direttore di sala e tutto il team lavorano all’unisono e incessantemente per regalare all’ospite un’esperienza positiva e memorabile, non solo del ristorante, ma di Venezia, condividendo luoghi preferiti, suggerimenti e contatti di amici che possano far proseguire il viaggio nel migliore dei modi, alla scoperta di una città unica al mondo. Vera attitudine del buon oste.
L’attenzione e la cura riservate ai clienti del ristorante e ad ogni scelta ad esso contessa sono fondamentali, tanto quanto la necessità d tutelare il proprio territorio e la propria storia attraverso la mobilitazione comune delle attività locali. L’Associazione dei Ristoranti della Buona Accoglienza, della quale Benedetta è oggi Presidente, è l’emblema di quanto la condivisione di intenti e visioni possa smuovere il settore verso nuovi progetti.
L’Associazione è nata 30 anni fa, con lo scopo di far cambiare nell’opinione pubblica l’impressione che, in genere, si adottino nei confronti del turista comportamenti al limite della legalità e della professionalità. Come reazione, all’affermarsi di questa visione riduttiva ed estremamente lesiva del buon nome della categoria, un gruppo di ristoratori veneziani ha deciso di dar vita all’Associazione.
Sono 15 le insegne storiche veneziane coinvolte, un insieme di ristoranti che sostengono e promuovono la cultura e l’economia del territorio e dove la tradizione della buona cucina è associata ad un’atmosfera cordiale ed accogliente. Benedetta, da quest’anno, ne è portavoce e, insieme al suo team, sta proseguendo in questo impegno anche attraverso altri progetti condivisi, tra cui cene di beneficienza, eventi a più mani, la partecipazione a progetti di valorizzazione territoriale, e istaurando forti legami, anche di amicizia, con i ristoratori e produttori locali.
Per far accendere e brillare la scintilla della condivisione, è necessario saper creare l’atmosfera corretta; un momento informale, rilassato, privo di sovrastrutture che invogli le persone al confronto. Al Local questo momento speciale ruota attorno al bancone, una struttura in legno di barrique di Valpolicella con un top in rame, che cattura lo sguardo varcata la porta del ristorante. Questo tavolo è il luogo dove tutta la brigata si riunisce prima del servizio, per confrontarsi sul menu e su possibili nuove idee, e per concedersi qualche attimo di meritato riposo a conclusione del servizio. Un gesto che dimostra come il capitale umano sia un valore imprescindibile nella visione di Benedetta e Manuel, la base preziosa su cui costruire un progetto solido e in grado di guardare lontano.
Il bancone è arricchito da due decanter di cristallo, uno riempito di amaro e l’altro di grappa, dedicati agli ospiti che, a termine della cena, disiderano condividere ancora qualche istante di convivialità. Funzionano come delle ampolle che, una volta aperte, sprigionano la magia dello stare insieme.
La filosofia del Local è dunque quella di fare ristorazione con le persone e non solo per le persone, prendendo spunto da ciò che distingue le tradizioni dell’accoglienza veneziana, affiancandole ad una proposta gastronomica di livello e ad un servizio in sala innovativo e coinvolgente.