LOCANDA PETREJA, DALLE PROFONDITÀ DELL’UMBRIA

L’Umbria è una regione antica, abitata già dai tempi degli etruschi. Il suo paesaggio è segnato da rigogliosi boschi, dolci rilievi e paesini arroccati sulle colline, spesso circondati dalle mura medievali. È l’unica regione del centro sud Italia che non ha accessi al mare, ma è proprio qui che Oliver Glowig ha trovato la sua nuova casa. Lui, che ha passato molti anni a lavorare a Capri, circondato dal profondo blu, ricevendo stelle e riconoscimenti, ora approda nel cuore verde dell’Italia, più entusiasta che mai. Lo chef si è perdutamente innamorato di Borgo Petroro, una country house di charme a due passi da Todi. E come dargli torto?

Borgo Petroro

Un luogo affascinante, estremamente rilassante, circondato dagli uliveti, ospitato nell’omonimo castello: questa è una piccola gemma di ospitalità, composta da 12 tra camere e suites, arredate in modo diverso, alcune con una spa privata, una Jacuzzi e una sauna. A disposizione degli ospiti ci sono una sala degustazione di prodotti tipici umbri, un bellissimo centro benessere e un ristorante gourmand Locanda Petreja, il nuovo invitante regno del celebre chef.

Locanda Petreja, chiamata così in omaggio alla Gens Petreja che nell’Antica Roma abitò nel Castrum che sorgeva su questo territorio, è un perfetto luogo di ritrovo per coloro che cercano i sapori della tradizione umbra in veste elegante e contemporanea.

Chef Glowig, felice, sorridente e rilassato, ha trovato il grande entusiasmo, sperimentando questa nuova dimensione. La sua cucina ha subito delle piccole grandi modifiche, diventando più snella e immediata pur mettendo in risalto i sapori delle eccellenti materie prime. All’accoglienza in sala si trova anche la figlia di Glowig, bella, sorridente ed emozionata, a lavorare col padre.

Lo Chef Oliver Glowig con sua figlia 

Nel nuovo menu di Oliver non manca un tocco di elegante creatività, il suo tratto distintivo. Con grande disinvoltura ha fatto propri diversi legumi tipicamente umbri, le famose cipolle di Cannara, il  porco cinturello orvietano e il tartufo nero. Tra le entrée troviamo una Trota Fario marinata con insalata di farro e essenza di fagiolini. Pesce di lago, dunque, un prodotto locale, cotto delicatamente, esaltato dalla freschezza delle verdure appena colte. Un Risotto al parmigiano e prezzemolo con tuorlo d’uovo e tartufo nero è sicuramente uno dei piatti che riflette lo stile di Glowig: sapori intensi e profondi, pieni di quell’ italianità che gli è tanto cara. Una delle caratteristiche della cucina di Oliver è un sapiente connubio tra terra e mare. Baccalà e lardo di porco cinturello orvietano, taccole alla santoreggia e salsa di peperoni rossi né è una grande dimostrazione. Un pesce saporito reso tenero e delicato dalla preparazione che sposa la grassezza del maialino e la dolcezza del peperone. Un altro piatto “tricolore”, dentro e fuori. Il Piccione e fegato grasso d’oca con cipolla di Cannara è una pura espressione di territorialità. In questo piatto c’è tutto il gusto della terra umbra che non richiede spezie né prodotti esotici – ingredienti tanto amati e spesso abusati da molti chef.

Piccione e fegato grasso d’oca con cipolla di Cannara

Anche i dolci non passano inosservati, in primis Bacio, un semifreddo di cioccolato al latte e nocciole, che riproduce l’iconico cioccolatino perugino. Molto curioso il Gelato di lenticchie con cremoso al cioccolato bianco acido, rabarbaro e fragole, fatto con le vere lenticchie umbre e ingentilito dalle fresche e acide note della frutta. Invece di un dessert si potrebbe ripiegare, per un modo di dire, su un’ampia selezione di formaggi locali, prodotti con latte vaccino e di pecora. Per finire in dolcezza non potrebbero mai mancare i piccoli irrinunciabili krapfen con la crema.

Dunque, questo nuovo aspetto “castellano” di Oliver Glowig piace molto per quell’approccio immediato e per il legame intuitivo con il territorio umbro.

 

borgopetroro.it