L’ECO IL POGGIO DI GAVI
Non è solo una cantina vitivinicola. Il Poggio di Gavi, in poco tempo, è diventata un’azienda molto strutturata, con resort e annessa piscina, e-Bike, corsi di yoga e pilates, oltre gli immancabili percorsi di visita e degustazione di vini e prodotti tipici del Gavishire, al confine con la Liguria. Insomma, Il Poggio offre un’esperienza a 360° tra boschi, castelli e colline bianchissime a Rovereto, una delle culle più vocate per la produzione del Gavi Docg. Tra il marin e magnifici tramonti, la scelta di Francesca Poggio di lasciare un lavoro da agente immobiliare per riprendere in mano la cantina di famiglia, è stata comprensibilissima prima che vincente. La vecchia casa del bisnonno Alfredo quel 31 luglio del 2003 ha iniziato a trasformarsi. Da 4.000 le bottiglie prodotte sono diventate 33.000. Un bel salto, ma graduale, che si traduce in ben cinque tipologie di Gavi prodotte, affiancate da un Dolcetto e due blend a base di Merlot e Cabernet Franc. Da qualche anno in vigna si dice no all’uso di diserbanti e insetticidi, sì all’inerbimento naturale e a una concimazione organica di riequilibrio. La sostenibilità è al centro, l’energia è rinnovabile grazie all’impianto fotovoltaico fatto costruire da Francesca e lo stesso vale per l’acqua: c’è una cisterna per raccogliere l’acqua piovana da reimpiegare in agricoltura. E, non meno a margine, c’è il rispetto per la flora e la fauna, attraverso la cura dei boschi poco distanti dal parco vitato di poco già di tre ettari di proprietà della tenuta. Un luogo di incontri, e di occasioni, sono molti i raduni di moto ed auto storiche organizzati presso Il Poggio ma anche iniziative culturali e corsi come il WSET 2nd Level Award in Wines, il primo organizzato dalle Donne del Vino in questo territorio.
Infine, l’azienda ha recentemente iniziato il processo di conversione organica e, di pari passo ha iniziato a specializzassi anche nella spumantizzazione affiancando a due Metodo Classico a base di uva Cortese anche un Metodo Ancestrale, L’Eco. Un progetto consequenziale del lavoro protratto in vigneto e in cantina, alla ricerca di una purezza primordiale dell’uva.
James’ Tasting
L’Eco Il Poggio di Gavi
Nasce a 300 metri s.l.m. in un suolo sfaccettato, tra terre rosse, argille, parti più ghiaiose e sabbiose. Fermenta in acciaio e poi sur lie, in bottiglia. Dopo 12 mesi di riposo in vetro il vino è immesso nel mercato, con un po’ di fondo e leggermente torbido. Nel bicchiere c’è un profluvio di agrumi tra le note impattanti di succo di mela. È iodato quanto basta per accelerare e intensificarne il gusto, accompagnato da una bolla increspante che non sottrae e nemmeno si impossessa della materia che non si separa mai dalla sua parte acida. Si muove con creanza in un corpo semplice, con buona dose di polpa. È di grande efficacia comunicativa: è diretto. Piacevolissimo.