STUDIUM 2021 COLUÉ
Le Langhe non potranno mai stancare, ci sono ancora moltissimi luoghi da scoprire, aziende da conoscere, percorsi da scrivere. In certi casi da riscrivere. A Diano d’Alba, terra di ben 76 Söri (luoghi ben esposti, soleggiati e rivendicabili in etichetta) troviamo Colué, nazienda le cui origini risalgono al 1824 con l’acquisto dei primi terreni e annessa cascina da parte di una famiglia di Notai in Via San Sebastiano; luogo che, peraltro, dà il nome al Söri in cui si trovano nuovi impianti di Freisa, Pinot Nero (destinato alla produzione di Alta Langa), Barbera e Arneis (in futuro non troppo lontano). A completare il parco vitato ci sono i filari nel Söri Pezzea (Pino marittimo in dialetto piemontese) di Barbera e Nebbiolo. E, più a sud, di Dolcetto e Chardonnay. Nuovi impianti perché l’azienda da qualche anno è gestita da Fabrizio Torchio, vincitore del premio “Giulio Gambelli” nel 2013, già enologo dell’azienda Socrè di Barbaresco. Il nuovo percorso di Colué viaggia di pari passo con l’impegno: tanti i progetti in cantiere, tutti volti all’esaltazione nei bicchieri della stoffa dei terreni di Diano che, a circa quota 500 metri di altitudine, restituiscono vini di buona potenza, vitali e di grande impatto gustativo. La stilistica di Torchio, basata su precisione e moderazione nell’uso dei legni (sui vini rossi) forniscono all’azienda un’opportunità incredibile: interpretare molte uve in uno stesso perimetro viticolo vocato che, conosciuto principalmente per il Dolcetto, può svelarci altre caratteristiche. Una sfida nella sfida, dunque. Colué ricomincia il suo percorso e lo fa puntando sulle uve tipiche del territorio cimentandosi anche in uno Chardonnay barricato e un bianco più immediato e fresco, un blend a base di Sauvignon e Arneis.
James’ Tasting
Studium 2021 Colué
Nebbiolo d’Alba Doc
Se l’obiettivo di questo vino è catturare l’attenzione, ci riesce benissimo. Colore brillante, rubino chiaro, ricco e scalpitante al naso, con i suoi profumi di salsedine e frutti rossi, invitanti, succosi, abbracciati poi da qualche spruzzata di agrumi rossi e spezie. Dopo un’ora nel bicchiere l’energia aumenta, il sorso richiama aromi eterei e più salmastri percepiti nel fondo palatale. Una parte bitterata che si amalgama a un filo tannico sottile ma strutturato. Convincente, presente.