GENOVA AL TEMPO DI EUROFLORA E DEI ROLLI DAYS

I fiori, con il loro sbocciare, fiorire e appassire, sono metafore perfette della vita e del succedersi delle stagioni. Lo avvertiamo particolarmente in primavera, quando la natura si risveglia e con lei i nostri sensi. La presenza dei fiori nei momenti importanti dell’esistenza come nella quotidianità di chi li ama, ce li rende al tempo stesso familiari e preziosi, in una correlazione trasposta nella tredicesima edizione di Euroflora 2025, la mostra internazionale di piante e fiori che con il tema “Rinascita” si svolge fino al 4 maggio a Genova nel Waterfront di Levante, ovvero la sede storica della ex Fiera, oggetto di un recupero urbano ancora in corso, su progetto architettonico di Renzo Piano. Il disegno di Euroflora 2025, firmato dall’architetto Matteo Fraschini e organizzato da Porto Antico di Genova, si dipana su una superficie di 85 mila metri quadrati e un’area espositiva suddivisa nelle cinque zone principali di Piazzale Kennedy, Palasport, area marina, tensostruttura al coperto e Padiglione Blu nelle quali 154 giardini sono stati realizzati da oltre 400 florovivaisti italiani e internazionali attraverso allestimenti che usano i fiori come una grammatica per raccontare luoghi e pensieri, puntando su una percezione diretta e una linearità riconducibile a tratti al naif per colori accesi e sviluppo di tavolozze floreali, siepi, archi e bordure.

Un’edizione che tenta l’impresa di conciliare la bellezza effimera delle corolle con i valori della sostenibilità e della riduzione degli sprechi, incoraggiando l’uso di materiali riciclati e riciclabili e di piante che alla fine dell’evento si auspica possano essere recuperate. Per i visitatori una “passeggiata” di quattro chilometri per cogliere con lo sguardo circa duemila piante di decine di specie diverse, molte diffuse e ben riconoscibili dagli appassionati di giardinaggio, altre più rare, oltre a due topiarie di Lonicera Nitida in foggia di elefante con proboscide alzata e coccodrillo e un piccolo drappello di delfini-fontanelle disposto sul pontile che conduce alle isole galleggianti decorate con piccoli giardini a tema e al Padiglione Blu. Questo spazio, eredità dell’architetto Jean Nouvel, è sviluppato su due livelli caratterizzati a piano terra da una passerella in legno naturale lunga 140 metri, un Origami Rete che reinterpreta la silhouette della vela intrecciata al fiore di strelitzia e alla rete da pesca, un’oasi di palme una delle quali alta fino al soffitto e al primo piano da casette colorate evocative dei borghi liguri, combinazioni floreali con i colori delle squadre di calcio Sampdoria e Genoa, una collezione di bonsai e il mercato verde popolato da vivaisti e artigiani della ceramica artistica. Nell’arena del Palasport uno spazio poetico è quello dedicato al Museo di Arte Orientale Edoardo Chiossone dove il dialogo fra piante e totem verticali sui quali sono riprodotte alcune stampe della collezione museale racconta lo stretto rapporto, culturale e contemplativo, fra il popolo giapponese e la natura; mentre a fine percorso la silhouette di uno spoglio tronco d’albero ricreata con legni di recupero richiama una mano contratta come in una richiesta di aiuto dell’ambiente all’umanità. Piazzale Kennedy è un’area aperta dal vasto orizzonte affacciata sul mare che in futuro ospiterà un parco ed è ora punteggiata da singoli allestimenti fra i quali spiccano il Mirador fiorito, un piccolo labirinto rialzato di piante fiorite e aromatiche davanti al quale si è svolta l’inaugurazione e il Borgo custode del tempo, un percorso-installazione che esplora il tema dell’abbandono dei borghi e la fragilità dei luoghi che seppure ricchi di bellezza, storia e tradizioni rischiano di scomparire nell’indifferenza. Dominato dalla piazzetta con la casuccia ricoperta da vivaci surfinie affiancata da due figure topiarie recanti una cornucopia e un secchio dal quale scende un (vero) getto d’acqua, l’allestimento si compone poi di un pascolo con mucca e asinello in rami intrecciati su un prato punteggiato da funghi, un bosco dall’atmosfera misteriosa che invita a immergersi con rispetto nella natura ma offre anche i disegni di alcune specie di uccelli da contemplare, il frutteto e il suo arco bucolico decorato con fiori secchi e freschi (idea da copiare) a sollecitare una riflessione sul valore del lavoro agricolo e della stagionalità dei frutti e poi l’orto, inno finale alle varietà orticole locali.

Per chi cerchi ristoro senza allontanarsi dai luoghi della fiera che ospita Euroflora, sono quindici i punti ristoro dove gustare specialità liguri, dalla focaccia di Recco Igp alla panissa di Camugin, ma anche tipicità di altre regioni come il cibo di strada siciliano dell’Antica Focacceria S. Francesco e sorso finale di Amaro Camatti della Distilleria Sangallo delle Cinque Terre. La concomitanza tra le manifestazioni di Euroflora (dal 24 aprile al 4 maggio) e dei Rolli Days che dal 26 al 27 aprile e dal 3 al 4 maggio aprono le porte di numerosi palazzi storici inseriti nei Rolli – ossia il registro degli edifici genovesi che per bellezza e importanza dei proprietari potevano ospitare nel Rinascimento sovrani e personalità – invita a un gioco di rimandi fra gli scenari della manifestazione florovivaistica e i fiori dipinti, scolpiti e ricamati nei palazzi del centro storico, con l’intermezzo di alcuni indirizzi golosi che rendono l’orto protagonista di alcuni piatti. In Via Garibaldi, al primo piano di Palazzo Rosso, alcune sculture lignee dorate maschili e femminili di Filippo Dorati reggono sulla testa cornucopie verticali traboccanti fiori e frutti e le sale dedicate alle quattro stagioni ne esaltano i caratteri sui soffitti con affreschi e stucchi tridimensionali. Sulla stessa via affaccia Palazzo Lomellino, con il suo scenografico giardino disposto su più livelli terrazzati. Una scala nascosta, ascesa un tempo per servire le libagioni dei convivi all’aperto, conduce al grandioso disegno del giardino segreto, dominato su un lato da un glicine purpureo attorcigliato sul lungo pergolato in ferro ornato dai busti dei Cesari. Agapanti e piante di limoni e aranci dai fiori aromatici circondano una vasca in marmo bianco con nel mezzo un piccolo Ercole in lotta con il serpente, l’ampia nicchia nella quale un Sileno imponente versa acqua da un’anfora nella bocca di Bacco e la grotta decorata con conchiglie e stalattiti dove trova rifugio un cinghiale cacciato da Adone. Un altro giardino, ma ideale, spicca sulle pareti del ristorante The Cook guidato in cucina dallo chef Ivano Ricchebono e situato al piano terra dello storico Palazzo Branca Doria del circuito dei Rolli, a pochi metri dalla chiesa di San Matteo. A dipingere gli affreschi i trompe l’oeil nei quali colonne marmorizzate sovrastate da grandi archi color ocra si aprono su profonde prospettive di dolci colline punteggiate da alberelli e macchie verdi fu Bernardo Strozzi, uno degli artisti più rappresentativi del Barocco italiano al quale lo chef ligure intitola un menù degustazione nel quale gli agrumi, elementi emblematici del paesaggio ligure, rappresentano una costante della narrazione gastronomica, dalla Linguina insaporita con frutti di mare, cavolo nero e composta di clementine, al dolce atto finale a base di Meringa, mascarpone e un misto di agrumi. La dicotomia fra le antiche mura del palazzo e la cucina di moderna creatività dello chef trova naturale soluzione a tavola, in un’esperienza sinestetica nella quale vista, palato e olfatto ricevono continue sollecitazioni. Soste storiche per uno shopping goloso nel percorso dei Rolli sono poi la Pasticceria Profumo, un ambiente lungo e stretto incuneato in un vicolo di via Garibaldi con le vetrine colme di torte, pandolce e confetti a forma di oliva, e la Confetteria Romanengo in via di Soziglia, grazioso scrigno tappezzato di legni pregiati e specchi celebre per la frutta candita realizzata ancora con antica tecnica artigianale e i Quaresimali, miniature in pasta di mandorle profumata ai fiori d’arancio. Alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria la primavera sboccia vivace nel servizio di piatti di manifattura cinese decorati con motivi floreali di gusto nord europeo: tulipani dai petali increspati rosa carminio contornati da viole, fiordalisi, mammole, campanule ma anche amichevoli insetti come coccinelle e bruchi. E sembra una collezione di stampe botaniche trasposta su ceramica quella del servizio da tavola e da caffè della famiglia Raggi realizzato per 14 commensali in porcellana a Parigi dalla manifattura Discry nell’800 in stile neoclassico, nella quale un tondo bordo azzurro e oro incornicia viole del pensiero, rose, fiori campestri, panciute campanelle, dalie e tulipani. Festoni di fiori dipinti percorrono il soffitto della Galleria degli Specchi voluta da Maddalena Doria Spinola e soggetti tratti dal mondo naturale sono da cercare nei piccoli dettagli dell’arredo delle sale, per esempio in una serie di quattro vasi in porcellana settecentesca cinese della Dinastia Qing decorati con delicati fiori e boccioli di fiori di loto, insetti, anatre e altri uccelli acquatici dal lungo becco e zampe da trampolieri.

Risotto Acquerello al pomodoro e limone spolverato di mozzarella

A cinque minuti a piedi da Palazzo Spinola, in via Chiossone, il ristorante 20tre mescola con gusto la storia del palazzo del XV secolo di sobria eleganza che lo alberga con colorati elementi di modernariato, a creare un insieme armonioso e dinamico intorno ai tavoli rotondi di cristallina trasparenza che mostrano l’intarsio dei pavimenti in legno antico e fanno da sipario neutro a una mise en place essenziale ravvivata da suppellettili policrome di geometrico profilo. Gioiosa dicotomia ripresa dalla cucina guidata dagli chef Stefano Dagnino e Luca Bonfantini che lasciando inalterati i sapori domestici dei piatti di tradizione come pesto e cappon magro, ma giocano sul resto attingendo da esperienze, suggestioni e fantasia. Pescato, aia, ortaggi, erbe e frutti liguri, una certa fascinazione per il Giappone e attenzione alle tecniche moderne e internazionali di cucina disegnano la fisionomia dei menu che ruotano insieme alle stagioni e ai loro frutti; la regia in sala di Barbara Palazzo e gli abbinamenti anche al calice del sommelier di lungo corso Giampiero Balleari, completano l’esperienza. Restando in sintonia con le suggestioni di Euroflora, è da provare il Risotto Acquerello al pomodoro e limone spolverato di mozzarella, piatto evocativo della Riviera, con il profumo e la delicata nota acida dell’agrume stemperata dalla dolcezza leggermente umami del pomodoro che con l’avvinarsi dell’estate sarà sempre più matura e gustosa e la morbidezza del latticino e del chicco tenuto tenero al morso a legare i due protagonisti orticoli. Indovinata la scelta del vino in abbinamento, un Orvieto Classico Superiore Doc Vendemmia Tardiva 2022 Palazzone nella cui storia confluiscono tradizione, vitigni autoctoni e una tecnica antica che prevede la raccolta tardiva per attendere che l’uva raggiunga il massimo della maturazione e permettere al contenuto zuccherino di concentrarsi. L’abito è giallo dorato e brillante, al naso regala aromi dolci che ricordano miele e frutta secca; piena la bocca, screziata da una leggera vena acida che sostiene un finale intenso, dolce e morbido.

Palazzo Reale, dall’imponente portone aperto sulla via Balbi che conduce alla stazione di Genova Principe, celebra la natura in varie forme. Il grandioso edificio con la rossa facciata rivolta al mare fu voluto nel ‘600 da Stefano Balbi, fra i maggiori uomini di finanza del tempo che chiamò per la sua realizzazione gli architetti Pier Francesco Cantone e Michele Moncino e i più apprezzati artisti della scena genovese, per poi passare al ricco senatore Eugenio Durazzo, appassionato di teatro e committente di opere d’arte, mobili e oggetti preziosi tipici dei cabinets de curiosités, e quindi ai Savoia che dopo l’Unità d’Italia lo donarono allo Stato italiano. Nel’infilata di grandi sale, ambienti aulici e ambienti di più intime proporzioni, fiori e foglie in stucco dorato ornano con riccioluti volteggi in stile barocco pareti, porte e soffitti dai colori pastello; rami dorati carichi di pampini e grappoli decorano la Galleria degli Specchi disegnata sul modello di quella assai in voga nel ‘700 di Versailles ma in scala ridotta e grandi fiori dorati fanno capolino dalle braccia delle nivee statue che la ornano; panciute corolle spiccano sulle tappezzerie cremisi; un intrico di fiori e foglie culminanti in colombelle è dipinto sugli stucchi a rilievo del grazioso Salottino Azzurro che vede Flora dipinta su una delle porte, mentre Diana, contornata da svariate tipologie di erbe, piante, edere rampicanti è la protagonista di una grande arazzo appeso in uno dei saloni del piano nobile. Prima di riemergere nei rumori della città, imperdibile il piccolo giardino pensile affacciato sul porto con la vasca delle ninfee e pesciolini rossi guizzanti fra le insenature delle foglie tonde galleggianti sull’acqua increspata dall’aria.

 

 

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