CAP OF SENSES, IL GARDA DALL’ALTO
“Non avevo ancora visto una così lunga serie di bei giorni, così splendidi…dall’inizio di settembre l’aria è leggera, il calore a metà del giorno non è più eccessivo, i mattini e le sere sono freschi”. Lo scrittore francese André Gide, nell’estate del 1948, l’anno dopo aver ricevuto il premio Nobel alla letteratura, soggiornerà a Torri del Benaco per quasi due mesi, rimanendone profondamente colpito, tanto da scrivere: “Dal meraviglioso ricordo che ne serbo, trarrò la forza per sopportare il lungo cammino dell’inverno”. Una cittadina sulla sponda veronese del Lago di Garda, di indiscusso fascino, che con le luci dell’imbrunire si rivela in tutta la sua esaltante bellezza. La sua storia si è plasmata in epoche lontane, quando dopo la caduta dell’impero romano, viene occupata da Goti, Longobardi, Franchi, Ungari, fino al dominio del re d’Italia Berengario I, che nel 905 farà costruire la Torre di Berengario e la cinta muraria, ancora oggi parzialmente esistente. Costruzioni che insieme al Palazzo del Consiglio della Gardesana (14° secolo), al Castello degli Scaligeri, dove si trova il Museo Etnografico e all’antico giardino di Limoni datato 1760, caratterizzano un delizioso centro storico dalle architetture intriganti, che è un tuffo nella storia.
In questo contesto idilliaco, sulla strada che sale in direzione Albisola, a soli quattro chilometri da Torri del Benaco, sorge lo SPA-Hideaway Cape of Senses, adagiato su un lussureggiante balcone naturale di inaspettata bellezza. Il resort immerso nel verde è rivolto alla sponda bresciana e alle cime che si riflettono sul lago, come il Monte Pizzocolo, meglio noto come “il Naso di Napoleone”, una cima in cui molti ravvisano il profilo del condottiero, visibile a diversi chilometri di distanza, fin dall’autostrada del Brennero. Un resort luxury cinque stelle inaugurato lo scorso otto luglio, con una delle vedute dall’alto più emozionali del lago più grande d’Italia, grazie a una luce che non ha eguali e si rinnova mutando ora dopo ora, con lo scorrere del giorno e il volgere del sole.
Un progetto accarezzato per vent’anni dalla famiglia Margesin, una dinastia di albergatori originaria di Lana (BZ), che ha cercato a lungo un luogo dove costruire qualcosa che ancora non c’era. Fino al 2018 quando si rese disponibile questo terreno a 200 metri di altezza tra Albisano e Torri del Benaco, dove sotto la supervisione degli architetti Hugo e Alessia Demetz (quelli dell’Adler, del Terme Merano, del Lefay, del Cipirianerhof, tanto per capirci), nell’aprile 2022 si dà il via ai lavori, in punta di piedi, salvaguardando attentamente quell’area incontaminata densa di ulivi, che dopo l’edificazione del complesso sono stati ripiantati, ponendo al primo posto l’ecologia e la sostenibilità. “Consigliamo sempre di soggiornare da noi almeno tre notti, perché è il tempo minimo per poter vivere le esperienze che offre Cap of Senses”, racconta la General Manager Alina Deutsch, bolzanina, con un percorso professionale denso e una passione senza confini, per l’hotellerie, che culmina con alcuni anni accanto al tristellato Norbert Niederkofler.
“La scelta di non fare Day Spa e di non accogliere ospiti esterni è voluta, perché possiamo dedicarci completamente a chi soggiorna in hotel, creando un’esperienza unica e irripetibile in un luogo fuori dal mondo come questo. Credo che qui, si percepiscano i valori umani della proprietà, una famiglia di albergatori altoatesini da tre generazioni, con collaboratori storici che sono con loro da oltre quindici anni. Il personale è al primo posto, si è creato un gruppo di lavoro straordinario, molti sono giovani e fin da subito ci hanno creduto e hanno preso a cuore questo progetto, lavorare qui è un privilegio d’estate come d’inverno, anche nella stagione meno calda dell’anno, l’alto Garda offre suggestioni incredibili. Possiamo dire di avere raggiunto l’obiettivo quando l’ospite torna a casa e pensa: ‘Sono stato davvero bene al Cap of Sense’, un’esperienza di totale appagamento, che si fonda sulla cura per i dettagli, che si intersecano uno dentro l’altro, ma questo è possibile quando lo staff sta bene nel luogo dove lavora. Il benessere va di pari passo con la formazione, che ci accompagna fin dai primi giorni dell’apertura e scandisce la nostra settimana, stimolando una crescita costante nella professionalità di tutti noi”.
Un resort ‘adult only’, con pernottamenti di minimo tre notti, aperto undici mesi l’anno, dove trovano spazio 55 eleganti suites realizzate principalmente con artigiani italiani, in materiali naturali e colori materici, con le due Sky Suite da 80 metri vista lago, dotate di Jacuzzi e struttura mobile per potersi coricare osservando le stelle e ancora la SPA, tre piscine, 450 mq di ambiente acquatico e un panorama che spazia per oltre 180 gradi sul Lago di Garda, una Holistic SPA di circa 2000 mq, con sette sale per trattamenti, saune, piattaforme fitness, una sala yoga con percorsi di meditazione anche in esterna, una palestra di 130 mq con personal trainer e una Private SPA.
La ristorazione è complementare alla bellezza della location, con i due ristoranti collocati all’ultimo piano, guidati dalla cucina autoriale dello chef Francesco Pavan, ispirata alle specialità venete e locali, alla cucina di montagna e di lago, attraverso intriganti riletture, impiegando le materie locali, come le verdure dell’orto, la frutta e l’olio extra vergine dei produttori adiacenti, il pesce di lago, i formaggi e i salumi degli artigiani locali. Cenare al ristorante ‘Al Tramonto’ è un’autentica esperienza, all’imbrunire c’è una vista incomparabile e si possono gustare interessanti interazioni fra cucina regionale e territorio, come il risotto allo zafferano, quaglia, fonduta di Bagoss, gremolada, pioppini; i Ravioli di cavolo nero, blu di pecora, mandorla tostata, cardoncelli; la triglia, con carciofo, topinambur, uva fragola. Ma si può anche decidere per l’Osteria La Pergola, un viaggio nei sapori della tradizione, che ripercorre i grandi classici della cucina italiana, grazie alla focaccia, coppa piacentina, caprino, zucca in saor; il vitello tonnato; il minestrone di orzo e verdure; gli spaghetti ai tre pomodori.
Torri del Benaco, con i suoi 3.000 abitanti è una delle località portuali più piccole della zona, rimasta per certi versi intatta, con un centro prezioso, tra i più suggestivi dell’intero litorale. Ha mantenuto ancora tre delle numerose torri medievali che cingevano le sue mura: la più antica è la Torre dei Cappuccini, la più squadrata è la Torre delle Palme e la più grande è la Torre Scaligera, in posizione più elevata rispetto alle altre. Il territorio offre tantissimo e non c’è che l’imbarazzo della scelta per occupare il tempo, con il lago, le montagne, la natura circostanti, attraverso itinerari affascinanti per scoprire i dintorni dell’antica località lacustre e vivere esperienze non consuete. E per chi non vuole perdersi nel progettare itinerari, c’è la conciergerie, a suggerire pacchetti ed escursioni, consigliando esperienze da fare o da vedere, con il motoscafo, la bici, la vespa o semplicemente a piedi, ma anche cooking class e concerti all’Arena di Verona, insieme a visite a frantoi e cantine.
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