ALL ABOUT WHISKY: IL BOURBON E GLI ALTRI WHISK(E)Y

Non di solo malto d’orzo si distilla. Il mondo del whisk(e)y si sonda in una moltitudine di cereali che si possono distillare, con ottimi risultati. Se lo analizziamo bene, lo Scotch whisky è nato proprio così. I Romani distillarono il cereale che trovarono in Scozia per produrre la loro tanto amata aqua viatae.

 

Bourbon

Jack Daniels, Four Roses, Jim Beam, sono nomi che tutti conosciamo. Fanno parte della grandissima categoria del Bourbon Whiskey. In questo caso, siamo negli Stati Uniti d’America, come in Irlanda, appare magicamente una “e” all’interno della parola whisky.

Il mondo del bourbon whiskey è affascinante quasi quanto quello del single malt. Specialmente nell’ultimo decennio, abbiamo assistito ad uno sviluppo decisamente consistente di questa categoria, sia in termini qualitativi, sia quantitativi. Oggi possiamo trovare dei prodotti veramente eccellenti e a dei prezzi importanti, come i prodotti della distilleria Pappy Van Winkle che raggiungono facilmente cifre a tre zeri.

Per avere la denominazione bourbon, il distillato deve rispettare determinate caratteristiche: la prima e fondamentale è che debba essere distillato negli Stati Uniti. Le zone di produzione più importanti sono Tennessee, Kentucky, Colorado e Georgia. Ma nuove distillerie stanno nascendo un po’ in tutti gli stati. Altra componente fondamentale è la composizione dei cereali contenuti.

È fondamentale che almeno il 51% sia mais, anche se spesso assistiamo a delle percentuali più totalitarie che possono arrivare fino alla purezza. In media si attestano intorno al 70% con parti variabili di segale e orzo. Inoltre, deve essere invecchiato in botti di quercia americana nuove e fiammate per almeno due anni.

Dal 1964 il Congresso Americano lo ha riconosciuto come Prodotto Caratteristico codificandone le specifiche produttive nella Federal Standard of Indentify for Bourbon.

 

Rye Whiskey

Al pari del Bourbon anche questo è prodotto in America del nord, con la differenza che il grist in questo caso sia almeno del 51% composto da segale. Bisogna stare molto attenti a non confonderlo col Canadian Rye che invece ha un disciplinare estremamente permissivo: dentro, oltre che al segale, è possibile metterci qualsiasi cosa, persino il succo di frutta.

 

Grain Whisky

I più attenti avranno notato che la “e” della discordia è sparita, quindi siamo tornati in Scozia. Con questa denominazione si intendono tutti i whisky che prevedono una selezione di diversi cerali in abbinamento al malto d’orzo.