VOLCÁN DE MI TIERRA, IL TEQUILA DI LVMH
Quando siede in poltrona per una chiacchierata, Don Juan Gallardo è sudato il giusto, contento di avere una camicia di lino per combattere l’afa. “Peggio che in Messico”, dice, paese del quale porta fiero le radici: rappresenta una familia tequilera che iniziò a produrre nel 1730, e oggi è l’anima dietro Volcàn de Mi Tierra, acquisizione di prestigio del gruppo LVMH, presentata in Italia per la prima volta da Carlo al Naviglio, a Milano, due settimane fa.

Don Juan Gallardo
Leggermente curvo in avanti e con le dita intrecciate in mezzo alle ginocchia. Parla piano e racconta “come sono andate le cose”, con un tono di naturalezza quasi bambinesca, a tratti sorprendente considerando che sta descrivendo l’ingresso in un portfolio d’élite: “È un passo che va ben oltre il semplice rapporto tra produttore e distributore. È come un matrimonio, dove due parti si completano e soprattutto si fidano l’una dell’altra. È affascinante come LVMH riesca a tenere insieme marchi di eccellenza assoluta, senza alcuno spazio per nulla che non sia il meglio”.
La partnership tra gruppi risale al 2017: “Quasi quattro anni che ci hanno permesso di tracciare la strada dell’esclusività. LVMH è molto simile a noi in molti aspetti, dall’impegno nel sociale a un generico un senso di orgoglio per il lavoro. E come detto, crediamo entrambi nella rincorsa verso il massimo. Ci siamo presi il tempo necessario, e siamo arrivati ad avere oggi una miniera di talento, un connubio unico tra artigianalità messicana ed esperienza francese”.
Gli ideali su cui la famiglia Gallardo è il gruppo LVMH hanno stretto la mano più facilmente, sono presto detti: “La passione, prima di tutto. Tutta la squadra ha una missione, e crede negli stessi valori di autenticità e chiarezza che sono nostri. E poi la ricerca della qualità: il nostro obiettivo è essere in vetta, per cui non possiamo prescindere dell’eccellenza”. Don Juan usa l’intraducibile exquisiteness, a sottolineare la profonda smania di perfezione e cura dei dettagli comune alla sua creatura e al colosso di Bernard Arnault, negli ultimi giorni tornato sul trono di uomo più ricco del pianeta.
C’è la tradizione quindi, che si fonde con l’approccio pragmatico e orientato al business. Ma in una sola, trasparente e azzurrognola bottiglia di Volcan de Mi Tierra (100% agave blu, coltivata in due regioni di Jalisco, Los Valles e Los Altos) c’è troppo di più. “Magia. Sensazioni, emozioni: il nostro tequila non è solo frutto di tecnica, è piuttosto il risultato di un’interpretazione, di una filosofia. È un approccio di costante attenzione alla materia prima, che comincia con la scelta dell’agave (con l’accento sulla seconda a, ndr), passando per le modalità di cottura e macina, fino alla fermentazione e distillazione”.
Tequila Volcàn de Mi Tierra che prende il nome dal vulcano eruttato 200.000 anni fa nel territorio di Jalisco, nel cuore della regione di Tequila, è stato presentato nelle due varianti Blanco, che pur essendo giovane trasmette una identità decisa e già ricca di personalità; e Cristalino, stupendo blend di Anejo (invecchiato da 1 a 3 anni) e Extra Anejo (almeno 3 anni), di importante aromaticità, sentori curvacei e al massimo della declinazione in degustazione assoluta. È la traduzione forte e caparbia di tutto l’onore della famiglia Gallardo, in origine denominata Galàn e risalente addirittura all’inizio del sedicesimo secolo: attraversò sconvolgimenti e crescite, tumulti politici ed espropriazioni, e oggi è pilastro della comunità messicana grazie alla dinamicità competente di Don Juan.
Storicamente, il tequila incontra enormi difficoltà a fare breccia nei consumatori meno inclini al nuovo, anche a causa di modalità di assunzione non propriamente corrette (alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di tequila bum bum). C’è soluzione? Altroché: “Bisogna dare al prodotto il beneficio del dubbio: sorseggiarlo, cercare di capirlo. Poi intuire quale varietà sposa meglio la propria personalità, il proprio mood. Non siamo noi a scegliere il nostro tequila preferito. È il contrario”. E lo stesso vale per la miscelazione: la semplicità non passerà mai di moda, “ma sperimentare, sfidare il classico è possibile. Serve solo mantenere un criterio, più in generale, fare attenzione a cosa ciascun tequila ci racconta”. E adesso che Volcàn de Mi Tierra è arrivato in Italia, si potrà ascoltarlo anche qui.