GRADO, LA MADRE DI VENEZIA

Un luogo unico che finalmente riapre. Grado è una destinazione ineguagliabile: il mare, la storia, l’arte, la gastronomia, lo sport. C’è tutto a Grado, una terra che sembra non avere confini, una enclave che appare come un microcosmo che si autoalimenta da solo. Il Patriarca era di Grado, “la madre di Venezia”. Non è difficile innamorarsi di Grado. Ecco perché.

 

STORIA

Photo credits Nico Gaddi

Grado, perla fra le località balneari del Friuli Venezia Giulia, deve la sua nascita ad Aquileia, emporio dell’Impero romano di cui era lo scalo marittimo (Gradus), ora principale sito archeologico del Nord Italia, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Gli aquileiesi, infatti, si rifugiarono sull’isola nel V secolo, dopo che la città era stata messa a ferro e fuoco dagli Unni di Attila. Sede dal 586 del Patriarca, Grado conserva di quel periodo alcuni splendidi monumenti, che costituiscono il nucleo del suo incantevole centro storico (castrum), molto ben conservato. Sono la Basilica di Sant’Eufemia, il Battistero, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, severi edifici altomedievali in cui brillano le tessere di preziosi mosaici. Tesori d’arte e di architettura intorno a cui si sviluppa la città vecchia, che mantiene il fascino dell’antico e suggestivo borgo di pescatori dall’antichissima storia, trasformatosi negli anni in una vivace ed elegante località turistica.

 

Più in là, il porto-canale si spinge dal mare fino nel cuore della cittadina, pulsante di vita scandita dal ritmo della pesca. Qui fanno sosta, ogni giorno, le barche dei pescatori che scaricano pesce e molluschi nel mercato di piazza Duca d’Aosta e riforniscono le cucine delle trattorie e dei ristoranti, dove viene sempre servito un ottimo boreto, antico piatto gradese, unico nel suo genere, a base di vari pesci pregiati cucinati con aglio, pepe e aceto.

Nel 1800 divenne la meta privilegiata della buona borghesia e della nobiltà asburgica che, nel giro di qualche decennio, la fecero diventare il luogo di villeggiatura marina più alla moda dell’Impero. Oltre a essere un borgo marino non distante dalle capitali mitteleuropee, Grado aveva infatti molte altre caratteristiche per diventare la spiaggia prediletta dell’Impero: lo splendido paesaggio lagunare (con la sua straordinaria ricchezza naturale di biodiversità), la lunga spiaggia dorata, il mare tranquillo e, soprattutto, l’incredibile mitezza del clima, le portentose proprietà terapeutiche della sabbia, i benefici derivanti dalla sua aria ricca di iodio.

Basilica di San’Eufemia

Allora, all’Isola del Sole, riconosciuta ufficialmente dalle autorità austriache come “Località termale”, si approdava con un battello, che faceva regolarmente la spola con la terra ferma. Ora ci si arriva comodamente in auto, percorrendo la strada disegnata nel cuore della laguna che, dal 1914, la collega alla campagna della Riviera Friulana

 

MARE

Photo credits Camuffo

L’isola è immersa nell’azzurro dell’Alto Adriatico in Friuli Venezia Giulia e da quasi 130 anni è spiaggia, sole e mare, ma ha il suo genius loci radicato tanto nei quartieri turistici di nuova realizzazione quanto nella sua storia millenaria, nella gente che vi abita con le sue tradizioni, la sua lingua, la sua gastronomia, nella sua stupefacente natura sospesa tra mare e cielo.

La sua spiaggia, con la sabbia morbida e finissima dalle proprietà curative e gli ingressi controllati, vanta un record assoluto in Italia: l’assegnazione di 32 Bandiere blu consecutive, riconoscimento europeo che attesta la qualità e la sostenibilità dei servizi erogati. A cui si aggiungono altri due altrettanto importanti riconoscimenti per la località: le 11 Bandiere verdi consecutive promosse dai pediatri italiani e la Bandiera Gialla della Fiab con 5 bike smile, ottenuti solo da 6 Comuni in Italia.

Grazie a 10 km di spiagge esposte a Sud, il soggiorno in questa incantevole località balneare consente di godersi i raggi del sole per l’intera giornata. Non solo spiaggia, però. A rendere unica ed emozionante una vacanza sull’Isola del Sole sono anche una serie di peculiarità che la rendono veramente unica: gli stabilimenti balneari raffinati ed accoglienti; le aree gioco omologate per i bimbi; l’essere “spiaggia amica degli animali”; le terme; un antico e incantevole centro storico tutto da visitare; vie per lo shopping ricchissime di proposte; un’ampia offerta sportiva, fra cui anche un Golf a 18 buche; una gastronomia unica, tipica e gustosa; antiche tradizioni ancor oggi vivissime, che i gradesi amano condividere con i turisti; una laguna incontaminata dagli scorci fantastici.

 

NATURA

Photo credits Giorgione

La laguna, dove si adagia dolcemente Grado, è uno scenario naturale d’indiscutibile bellezza e straordinaria ricchezza naturale, in costante evoluzione. Un paesaggio unico, incontaminato, che si estende per oltre 16.000 ettari di terra e di mare, per 32 chilometri compresi fra le foci dell’Isonzo e quelle del Tagliamento, punteggiato da un centinaio di isolotti. In laguna, alte e basse maree si alternano ritmicamente garantendo un costante ricambio d’acqua che, mescolandosi con l’acqua dolce dei fiumi, crea un ambiente favorevole alla vita di un gran numero di specie di piante (tamerici, olmi, pioppi, ginepri, pini), di pesci e di uccelli. Il movimento delle maree dà luogo, anche, alla emersione e sommersione di porzioni di terra che compaiono e scompaiono dalla vista (e possono diventare pericolose per i navigatori inesperti).

Le barene sono i terreni perennemente emersi e coperti da un radente manto vegetale, percorsi da frequenti canaletti e meandri, i ghebbi. Le velme, invece, sono porzioni di fondale lagunare privo di vegetazione e poco profondo, ma comunque normalmente sommersi che, tuttavia, emergono momentaneamente in particolari condizioni di bassa marea e sono abitate da una ricca popolazione di molluschi e crostacei. Le isole e gli isolotti (complessivamente un centinaio), un tempo abitati o anche oggi, vengono chiamati mote. Su molte di queste sorgono i casoni, le tradizionali abitazioni dei pescatori, con un corpo unico e il tetto piramidale fatto di canne. La porta è orientata a ovest perché, sulla laguna, il Maestrale soffia davvero di rado. Al loro interno c’è il focolare mentre, la cuspide del tetto, funge da camino senza consentire l’ingresso dell’acqua piovana. Le paludi sono le zone che rimangono sommerse anche durante le maree più basse. Nelle numerose valli da pesca si pratica l’ittiocoltura.

I frequentatori abituali della laguna, gli abitanti dell’isola e i pescatori, per spostarsi in questo ambiente così singolare, utilizzano la batèla, una caratteristica imbarcazione a fondo piatto, senza chiglia. La batèla, lunga in genere dai 5 ai 12 metri, è condotta da un rematore in piedi a poppa (con uno o due remi) e può essere dotata di un albero e di motore.

La laguna di Grado comprende due riserve naturali che custodiscono una preziosa biodiversità: la Riserva della Valle Cavanata (che ha per simbolo l’oca selvatica) e la Riserva della Foce dell’Isonzo, istituite dalla Regione Friuli Venezia Giulia, nel 1996.

Photo credits Enrico Cester

La prima è un’ampia valle da pesca di 327 ettari che comprende bacini salmastri, i canali di marea, il canale profondo dell’Averto e alcune barene con una vegetazione molto varia. Tra i mammiferi, se si è fortunati, si possono incontrare caprioli, lepri, puzzole, faine, donnole, volpi, tassi, scoiattoli e ricci. Dichiarata zona umida di valore internazionale per le oltre 260 specie di uccelli (tra i quali 216 sono i migratori e 21 i rapaci) che vi nidificano, è il posto ideale per gli appassionati di birdwatching. Oltre che del Centro visite, la Riserva è dotata anche di due osservatori coperti e un laboratorio per la didattica naturalistica.

La Riserva naturale della Foce dell’Isonzo (il cui simbolo è il chiurlo maggiore), comprende i 15 chilometri finali del fiume e si estende su 2.400 ettari. È visitabile a piedi, in bici o in groppa ai possenti cavalli bianchi di razza Camargue, che qui si muovono anche liberi, particolarmente adatti a vivere in zone umide. L’Isonzo sfocia a Punta Sdobba, ma l’ingresso diretto al fiume è inaccessibile poiché, alle sue foci, si è formata una secca molto estesa, la cosiddetta Isola dei Gabbiani sulla quale, indisturbata, insieme a tanti altri uccelli, vive una numerosa colonia di cigni reali. Nel 2010, il valore del lavoro svolto anche a livello sovrannazionale e i risultati conseguiti nella buona gestione, sono stati riconosciuti con un premio (Green Globe Award), attribuito alla Riserva a Nagoja, in Giappone, da parte di una giuria internazionale, per il “miglior progetto di rinaturazione”.

Per gli amanti della fotografia naturalistica e del birdwatching, non può mancare una sosta all’Isola della Cona, il cuore della Riserva, Centro visite e didattico situato presso la foce dell’Isonzo (la Riserva, nel 2007, è stata dichiarata miglior area italiana per il birdwatching).

In ogni stagione è possibile ammirare la rigogliosa flora (650 le specie presenti) e la fauna autoctone (sono 323 le specie avicole censite nella Riserva), ma anche d’inverno il Centro organizza numerose attività: le visite guidate, la pedalata tra le Riserve o i week end didattici per adulti e bambini, oppure gli incontri con gli ornitologi per approfondire insieme a essi le più interessanti tematiche naturalistiche. Sempre aperti anche il Museo della Papera e l’Ecopark.

 

 

SPORT E ITINERARI

Photo credits Pier Luigi Siciliani

Grado è un borgo che pulsa e vive tutto l’anno. A differenza di altre località turistiche dell’Adriatico, infatti, ha un cospicuo numero di residenti, pertanto molti ristoranti, bar ed esercizi commerciali restano aperti anche d’inverno. Così le bellezze della località marinara, della laguna e dei suoi dintorni possono essere apprezzate in qualsiasi stagione, praticando sport o muovendosi in bicicletta o a piedi lungo i tanti e suggestivi itinerari possibili.

Nel gennaio 2015 la ciclovia Alpe Adria Radweg è stata premiata come “Pista ciclabile dell’anno” alla fiera “Fiets en Wandelbeurs” di Amsterdam, sulla base di alcuni criteri tra cui la segnaletica, la qualità e l’originalità del tracciato. Nel 2016, invece, la Giuria dell’Italian Green Road Award, all’unanimità, ha assegnato alla stessa l’Oscar del cicloturismo italiano.

Questo affascinante progetto transfrontaliero, che dalle Alpi al mar Adriatico accompagna l’appassionato delle due ruote attraverso un percorso arrivato quasi alla sua ultimazione (108 su 140 chilometri stimati), è ricco di offerte culturali, naturalistiche e storiche. Paesaggi montani mozzafiato che si alternano a piccoli borghi fino ad arrivare alla magnifica laguna di Grado che regala sempre tramonti infuocati e deliziose vedute. Anche le Riserve naturali Valle Cavanata e Foce dell’Isonzo – Isola della Cona, sono raggiungibili percorrendo scenografiche piste ciclabili.

Photo credits Enrico Cester

Oltre alle escursioni in bici, la pista ciclabile può essere utilizzata dagli amanti del jogging e del nordic walking per fare piacevoli camminate respirando l’aria salubre e ricca di iodio di questa zona costiera.

Un’ulteriore attività sportiva da poter svolgere tutto l’anno è il golf, grazie al clima mite della laguna e al perfetto drenaggio dei campi. Grado, infatti, dispone di uno splendido golf club con un percorso “championship” a 18 buche che sa sfidare e affascinare anche i più esperti giocatori, immerso in un paesaggio naturale estremamente incantevole. Il campo di Grado, poi, è inserito nel circuito del golf regionale con una decina di altre località.

Surfare trascinati dal vento e da un aquilone: ecco l’essenza del kite surf che a Grado si può praticare con grande soddisfazione, a detta di tutti gli appassionati: il mare è liscio, i fondali bassi e i venti favorevoli. La scuola di kite surf di Grado è conosciuta in tutta Europa. E poi, beach volley, vela, sci nautico, basket, calcetto, canoa… sono tutti sport o passatempi praticabili con piacere nell’Isola d’Oro.

Grado può rappresentare anche la base di partenza per tutta una serie di itinerari che si snodano per il Friuli collinare e litoraneo come a esempio il Collio (con le sue meravigliose vigne e cantine) o lo straordinario “Sentiero Rilke” che, con un percorso spettacolare sulle bianche falesie calcaree a picco sul mare, collega Duino (con il suo castello, costruito sulle rovine di un avamposto romano, su uno sperone roccioso a picco sul mare) a Sistiana. Poco più avanti, verso la magica e vivace Trieste (capoluogo della Regione), non si può far a meno di vistare l’affascinate e romantico castello di Miramare (edificato nella seconda metà dell’Ottocento) con le sue “bianche torri” cantate dal Carducci e l’affaccio sull’omonima Riserva marina gestita dal WWF.

Quest’area è interessante anche da un punto di vista storico in quanto è possibile visitare tutto l’anno il Sacrario militare di Redipuglia, dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale (il più grande Sacrario militare della Penisola), oppure l’Ara Pacis Mundi di Medea (monumento costruito nel 1951 per onorare, simbolicamente, i caduti di tutte le guerre); il castello medievale e il Palazzo Attems Petzenstein (sede dei Musei provinciali) di Gorizia; a Capriva del Friuli, le residenze con cantina: Villa Russiz, un complesso nobiliare di fine Ottocento immerso nei vigneti e il Castello di Spessa (con adiacente un rilassante campo da golf da 18 buche). L’itinerario “Da noi in Riviera”, proposto dalla “Strada del vino e dei sapori del Friuli VG”, comprende una ventina di mete selezionate dove si può visitare aziende, acquistare del buon vino e tanti prodotti tipici della regione.

Sempre partendo da Grado, si può raggiungere facilmente anche Aquileia, la quarta città dell’Impero Romano dove si può ammirare, all’interno dell’imponente Basilica, il più esteso mosaico paleocristiano dell’Europa occidentale oltre che un curatissimo Museo archeologico. Prima di giungere a Palmanova, la città fortezza, pianificata dai veneziani nel 1593, chiamata la “città stellata” per la sua pianta poligonale a stella con nove punte, Monumento nazionale (dal 1960) e patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco, può essere piacevole passeggiare per i borghi medievali fortificati di Strassoldo.

Deviando leggermente a ovest ci si imbatte in Torviscosa, “città di fondazione e della cellulosa”, figlia della bonifica del 1938, con il suo interessantissimo Centro di informazione e documentazione e la piazza ispirata alle atmosfere metafisiche di Giorgio De Chirico (1888-1978). Sotto le colline, a nordest della bella cittadina di Udine con le sue rogge e il suo centro storico di impronta veneziana, c’è da vedere pure Cividale del Friuli, fondata da Giulio Cesare, per lunghi anni capitale dell’impero longobardo, sede dei patriarchi di Aquileia e, anch’essa, patrimonio mondiale dell’umanità tutelato dall’Unesco.

A pochi chilometri a ovest di Udine, invece, a Passariano, in prossimità di Codroipo, si può entrare, almeno per alcuni minuti, nell’atmosfera della vita di campagna della nobiltà veneta, passeggiando sul prato, sotto i portici o nel vasto parco della grandiosa Villa Manin, la residenza friulana dell’ultimo doge della Repubblica di Venezia: Ludovico Manin (1725-1802). A quel punto, la collina è a due passi e val la pena puntare sul borgo di San Daniele del Friuli per una merenda a base del prelibato prosciutto crudo tutelato dalla Dop.

 

GASTRONOMIA

Boreto

La storia di Grado è così ricca di sapori, piatti tipici, prelibati prodotti e ortaggi che la si potrebbe raccontare, in maniera gustosa, anche attraverso la sua tradizione gastronomica.

Originariamente, infatti, la sua era una cucina piuttosto povera, visto l’isolamento del borgo e la difficoltà a intrattenere scambi commerciali. Per questo motivo il consumo di carne a Grado era raro, limitato ai pochi animali domestici e all’occasionale caccia degli uccelli migratori che sostavano in laguna; di conseguenza l’alimentazione dei gradesi era quasi totalmente basata sui prodotti che offriva la pesca locale e, in particolare, la pesca lagunare.

La laguna, dunque, rappresenta la ricchezza principale a cui attinge ancora oggi la cultura culinaria gradese, ed è quindi il pesce azzurro il protagonista della tavola: a detta degli intenditori è in questa area dell’Adriatico che il pescato è il più saporito in virtù dell’elevata salinità del mare e dei bassi fondali della laguna gradese. Alici, comunemente chiamate sardoni, sardine (qui sardele), sgombri, papaline, suri, aguglie, volpine, cefali, lanzardi, palamiti e, addirittura, tonni sono all’origine della varietà della cucina locale. E, per l’intero mese di luglio, Grado e i suoi ospiti fanno festa in ristoranti e trattorie con il pesce azzurro e le sue mille declinazioni culinarie.

Molto pescati e utilizzati in cucina sono pure i molluschi e i crostacei locali. Il Boreto a la graisana è il piatto gradese per eccellenza (cantato anche da Biagio Marin), con una decina di varianti, tutte gustose. È una pietanza antica e unica, accompagnata da polenta di mais bianco, caratterizzata dalla semplicità degli ingredienti (pesce fresco, olio extravergine d’oliva, aglio, sale, pepe nero e aceto) e della preparazione. Creata dai pescatori della laguna (casoneri) e tramandata per generazioni, veniva originariamente realizzata con il pesce fresco che non poteva essere venduto al mercato. La ricetta non contempla mai la presenza del pomodoro e ciò fa pensare che facesse parte della tradizione alimentare dei pescatori gradesi ancor prima dello sbarco in America di Cristoforo Colombo. Per questa sua straordinaria storia, il Boreto a la graisana, dalla primavera del 2019, è iscritto nell’Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli Venezia Giulia. A ottobre e novembre una speciale rassegna dedicata alla saporita pietanza vede i ristoranti del castrum cimentarsi in varie reinterpretazioni.

Le sardine (chiamate a Grado sardele), diffuse in tutto il Mediterraneo, sono ingredienti fondamentali della cucina dell’Isola del Sole e vengono proposte in diversi modi: conservate sotto sale e poi sott’olio (le “Isolane”), oppure impanate e fritte o “in savor” o ancora a “scotadeo” (cotte in padella dopo essere state lavate solo in acqua marina).

Anche le alici (conosciute a Grado come sarduni) sono un piatto tipico dell’isola. Dal 2004, i sarduni salati sono un Prodotto agroalimentare tradizionale del Friuli Venezia Giulia. Dal punto di vista nutrizionale sardele e sarduni, che rientrano nella categoria del pesce azzurro, sono un ottimo alimento: sono ricchissimi di Omega-3, che ha tantissimi benefici per la salute, soprattutto a livello cardiovascolare.

A questi gustosissimi pesci azzurri viene dedicato ogni anno un appuntamento atteso non solo dai gradesi, ma anche dai turisti, la caratteristica “Sardelada”, degustazione di pesce organizzata nei weekend tra luglio e agosto dalla Coop. Pescatori di Grado. Oltre a Sarde in savor (infarinate e fritte, poi messe ad insaporire in un luogo fresco, per almeno un giorno, con strati di cipolla imbiondita e sfumata con aceto e un po’ di zucchero, uvetta e pinoli), Sepe sofogae (variante locale delle seppie in umido, piatto insolito conosciuto esclusivamente dagli chef gradesi), Anguila in speo (l’anguilla tagliata a pezzi viene cotta su uno spiedo di ramo di alloro. A ogni pezzo di anguilla viene alternata una foglia di alloro. Il tutto si lascia rosolare sulla brace, vicino al camino, per almeno 4-5 ore, dove perde tutto il suo grasso diventando croccante fuori e morbida dentro) e Sguasseto de masurin (tra i più rinomati piatti di cacciagione della laguna, è l’anatra stufata con spezie e cipolla servita assieme alla polenta bianca o alle pappardelle), bisogna ricordare un prodotto unico di Grado, il Santonego®, il digestivo principe di Grado, da degustare liscio o ghiacciato. Si tratta di una speciale infusione alcolica di assenzio marino (Artemisia coerulescens), pianticella perenne aromatica lagunare, con proprietà amaro-toniche, dalle foglie color verde argentato, che fiorisce tra agosto e settembre. “Agrodolce odore del santonego, col quale si profuma la grappa”, ha scritto Claudio Magris.

 

 

DOVE MANGIARE

 

 

Tavernetta all’Androna

Calle Porta Piccola 4

Grado

androna.it

 

Locale storico gradese, con la cucina locale esaltata dalla grande qualità della materia prima (l’80% dei prodotti arrivano dal mercato locale). L’ambiente è raffinato all’interno e i tavoli sulla piazzetta esterna sono una meraviglia, si pranza e si cena nel cuore di Grado.

Obbligatorio l’assaggio del Boreto, tipicamente abbinato al vino rosso. È un piatto di grande carattere, che gioca sull’equilibrio dei toni acidi e dolci, sulla piccantezza, la morbidezza e la succulenza del pesce. Il piatto di Grado, che la rappresenta alla perfezione: isola piena di storia, struggente nei suoi tramonti, gustosa nella sua laguna, fatta di contrasti che sanno unirsi in una sensazione univoca e non replicabile.

 

 

 

La Dinette

Riva Giovanni da Verrazzano, 1

Grado

ristoranteladinettegrado.it

 

Il ristorante è arioso, affacciato sulla Marina di Grado, con una vista mozzafiato sulla baita e sul Porto. Cucina di mare bene eseguita, come per la Tartare di tonno, piatto apparentemente semplice ma di un equilibrio mirabile e i Calamaretti all’acqua di agrumi.

 

 

 

Camping al Bosco

campingalbosco.it

Appena fuori Grado c’è un luogo di grande piacevolezza, storico indirizzo per gli amanti del camping. Ma per chi ama la buona cucina c’è anche un delizioso ristorante, con il classico oste che vi saprà raccontare mille storie oltre ad offrirvi piatti semplici e pieni di gusto. Come ovviamente il Boreto, ma succulenti sono anche gli assaggi di Polpo e seppia fritti, le Cappelunghe alla griglia, la Zuppa di vongole veraci e il Risotto ai frutti di mare.

 

 

 

Zero Miglia – Osteria di Mare

Riva E.Dandolo 22

Grado

zeromiglia.it

L’immancabile Osteria di Mare della Cooperativa locale. Locale informale, moltissimi piatti di pesce, la pescheria accanto e tanta giovialità.

 

 

 

DOVE ACQUISTARE

 

Al Mercato Coperto

Piazza Duca D’Aosta, 30/32

Grado

Proprio nel cuore di Grado c’è Al Mercato Coperto, a metà tra un negozio di alimentari e un negozio di delicatessen. Ci sarà Paola Stabile ad accogliervi, instancabile cantrice delle prelibatezze del luogo, che ha selezionato con cura e vi darà consigli preziosi. Un luogo assolutamente da visitare, dove si possono acquistare prodotti conservati e freschi di grandissima qualità. Le farine, la polenta e i prodotti da forno di La Blave di Mortean; l’olio di Corte Tomasin e quello di Riore Rosso; i fantastici amari della Distilleria Aquileia; i meravigliosi Filetti di acciughe Le Isolane; i Furlanut, il biscotto di Udine; i formaggi di Malga Alta Carnia. Insomma, il paese dei balocchi gourmet.

 

 

DOVE DORMIRE

 

 Laguna Palace

Riva Brioni, 17

Grado

lagunapalacehotel.it

 

Una soluzione ideale per trascorrere le vacanze a Grado è senza dubbio il Laguna Palace, moderna struttura a 4 stelle pensata per offrire ai propri ospiti un’esperienza di relax a 360 gradi, sia in coppia sia con i bimbi, in qualsiasi periodo dell’anno. La struttura si affaccia direttamente sulla suggestiva laguna di Grado, a due passi dal centro, con camere dotate di ogni comfort, il centro di benessere olistico ed estetica naturale, il ristorante con vista panoramica.

È anche l’unico Family Hotel dell’isola, con 24 Family Suites ampie e confortevoli, pensate appositamente per le necessità di una famiglia in vacanza. C’è anche il servizio di Miniclub, con animatori specializzati.