ALLEGRINI WINES, NUOVA GOVERNANCE E PROGETTI FUTURI
La nuova Allegrini Wines nasce nel 2024 dopo l’acquisizione da parte di Francesco, Matteo e Giovanni Allegrini (la settima generazione) della maggioranza delle quote societarie dell’azienda di famiglia. La governance attuale vede così i tre fratelli detenere l’86%, mentre il restante 14% rimane in mano alla cugina Silvia Allegrini. Amministratore Delegato dell’azienda Francesco Allegrini; Giovanni si occupa dei processi produttivi supervisionando la Ricerca e Sviluppo e svolgendo un ruolo di Brand Ambassador. Sono in capo a Matteo in qualità di Coordinatore Export i rapporti con l’estero (Allegrini Wines esporta circa il 70%, l’Italia rimane il primo mercato), mentre Silvia la Responsabile delle Comunicazioni Esterne è impegnata sul fronte del coordinamento delle partnership strategiche (Guggenheim Intrapresae, Altagamma, Comitato Leonardo, Comitato Grandi Cru e Famiglie Storiche).
Con un volume di affari di 21,25 milioni di euro e una produzione di 2,3 milioni di bottiglie su 150 ettari totali di superficie, Allegrini Wines che include Allegrini, Corte Giara e i vini in distribuzione, da sempre leader nella produzione del vino Amarone in Valpolicella è oggi una delle cantine italiane più rinomate al mondo, con 90 paesi destinatari dell’export. Un marchio con solide radici di famiglia e una tradizione enologica orientata all’innovazione e alla qualità. Nel luogo della Valpolicella Classica Allegrini Wines è protagonista dal 1854. L’azienda vinicola, nata a Fumane in provincia di Verona, è il risultato dell’intelligenza e del lavoro di Giovanni Allegrini (padre di Franco, Walter e Marilisa e nonno dei titolari attuali), uomo lungimirante che negli anni ‘60 ha dato vita a un’impresa di successo grazie a una compiuta visione sul settore enologico e su processi produttivi volti alla qualità e all’innovazione. È il caso del centro di appassimento Terre di Fumane il primo luogo dedicato a questa fase cosi importante del processo produttivo, creato nel 1997 da Franco Allegrini (uno dei più grandi enologici italiani venuto a mancare nel 2022), con l’amico Roberto Ferrarini, professore di Enologia presso l’Università di Verona. Punto fondamentale della nuova governance è mantenere il pregio delle tre aree della viticoltura Allegrini che si snodano tra Valpolicella, Soave e Lugana.
Francesco Allegrini racconta “La nuova avventura vede un lento ingresso in azienda di tutti i noi dopo la morte di mio padre Franco. Acquistate le quote di Marilisa Allegrini cominciamo in brevissimo tempo a strutturarci in modo importante, e con un po’ di curiosità e di apprensione verso il futuro ci rendiamo conto che il brand è molto forte”. Una nuova brand image con le iniziali stilizzate del naming per un rebranding ha sancito ufficialmente l’inizio del nuovo corso aziendale. La costanza nel migliorarsi e tutti i nuovi progetti decisi dalla governance mettono il vino e tutti i progetti mirati alla sua valorizzazione, in primo piano. Francesco Allegrini:“Vogliamo mantenere Allegrini al centro di tutto ed è il motivo per cui questo nome resta cruciale, pur venendo declinato in più units relative alle diverse anime e sfaccettature del nostro operato”. Oltre al nuovo logo, l’obiettivo è la premiumizzazione che vede al centro il Valpolicella Superiore (La Grola dal 2025 sarà rivendicata tale) e lo sviluppo degli altri rami dell’azienda Allegrini Wine Distribution con il marchio Corte Giara e il nuovo centro produttivo Tenuta Merigo. “Stiamo correndo a mille – continua Francesco Allegrini – e il mercato sta rispondendo molto bene. Il Valpolicella Classico sarà oggetto di importanti novità. È un vino che vogliamo più snello rispetto al passato ma che rispetti a pieno la tradizione della Valpolicella”. “Il Valpolicella Superiore – commenta Silvia Allegrini – era uno dei vini più cari a Franco, un vino capace di interpretare l’annata e il territorio di provenienza. È su i piccoli vini che le aziende danno prova della loro serietà”.
La “razionalizzazione” della linea con l’obiettivo di rappresentare al meglio il concetto di valore e premiumizzazione, vede un rinnovamento nello stile anche di Palazzo della Torre, uno dei rossi italiani più amati e apprezzati. Premiato per sei volte nella classifica dei Top 100 di Wine Spectator, è uno dei vini che hanno reso Allegrini famosa nel mondo. Continuare a produrre vini che esprimano la tradizione e la tipicità del territorio dal quale nascono, attraverso il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e della comunità di cui l’azienda è parte integrante, è il futuro di una strada percorsa da nonno Giovanni e codificata in buone pratiche agronomiche, disciplinate ora da diverse certificazioni come Equalitas, Biodiversity Friend e Beekeeping. A seguito del riassetto aziendale del 2024, i terreni di Allegrini in Valpolicella Classica sono situati esclusivamente in collina (La Grola e La Poja, Marezzane nel comune di Fumane, Fieramonte, Valla Cavarena, Monte dei Galli e Oasi San Giacomo). Nella zona del Lugana, invece, a Oasi Mantellina, Allegrini Wines continuerà il lavoro avviato dall’annata 2019, quando ha deciso di scommettere, per i vini bianchi, su un’altra prestigiosa Denominazione. Il Lugana Doc Oasi Mantellina nasce da un singolo vigneto, un’oasi di natura incontaminata con un habitat naturale unico. Un nuovo corso dunque che punterà a un ritorno alle origini e che si legherà sempre di più alla terra, al Valpolicella Superiore (ne sono previsti due nuovi) con l’obiettivo delle 850 mila bottiglie prodotte in piena sostenibilità.
allegrini.it
Cover: Francesco, Silvia, Matteo e Giovanni Allegrini