GAVI, BIANCO E PIEMONTESE PER FESTIVITÀ “DIVERSAMENTE TRADIZIONALI”

A meno di 30 km dal mar Ligure, deviando di poco dall’autostrada A7 verso la terra dei grandi rossi, un pezzettino di storia chiamata Gavi custodisce il bianco regionale per antonomasia. Siamo in Piemonte, nei luoghi del Gavi, un territorio che si racconta lentamente, quasi timidamente, che conforta e conquista attraverso il suo vino. Un abbraccio “cortese” come quello della Principessa Gavia, riproposta sulle bellissime etichette istituzionali della bottiglia globe-trotter del Consorzio Tutela del Gavi, realizzata dall’artista Riccardo Guesco. Ribattezzato anche Barolo bianco oppure francesizzato Chablis, il Gavi riemerge come punto di riferimento in un mondo del vino italiano contraddistinto da mode, correnti, entusiasmi. Bello e cortese, appunto, con passate stagioni di classicità e contorni un po’ demodé, torna a raccontarsi in quest’anno 2020 tanto complesso quanto bizzarro. Si ritaglia addirittura un anno a lui dedicato, l’anno del Cortese (2020-2021), nel quale favorito dal turismo locale, lento e di prossimità, forte della riscoperta di territori agricoli, di piatti e tradizioni regionali, rispolvera nuovi look e moderne strategie.

Come ogni anno il Consorzio Tutela del Gavi non rinuncia a celebrarlo nel consueto appuntamento “Tutto il Gavi a Milano”. Il Presidente del Consorzio Roberto Ghio commenta così: “La volontà di mantenere il contatto con il pubblico di winelovers, degli operatori e della stampa ci ha convinto ad organizzare due incontri, per forza virtuali, che non fossero una semplice degustazione, ma l’occasione, con leggerezza, di parlare dei menù delle feste. Abbiamo proposto un abbinamento a tutto pasto con il Gavi Docg nelle sue tipologie – fermo, riserva e spumante – e un menù green e senza sprechi (che ribadisce l’attenzione alla sostenibilità del nostro territorio attraverso il cibo e il vino), consigliati per riutilizzare e valorizzare gli avanzi di cenoni e pranzi natalizi”.

Zuppa di Gavi Riserva di Andrea Ribaldone

In un format ormai consolidato come i tasting virtuali, s’inseriscono proposte e ricette create con il Gavi (100% Cortese) e con alcuni tra i principali prodotti DOP del Piemonte come il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, i formaggi Castelmagno, Murazzano, Raschera e la coppa al Gavi. A collaborarvi gli chef Andrea Ribaldone, Resident chef di Identità Golose e del ristorante Lino a Pavia, con il cuore in Piemonte, “È una terra che amo molto” afferma Ribaldone “e che cerco di portare nei miei piatti”, e lo chef Franco Aliberti che sposa il recupero, la ri-generazione, il nuovo ma buono per il palato e l’ambiente.

Da godere a tutto pasto, magari nelle prossime festività natalizie “diversamente tradizionali”, ecco alcuni suggerimenti per raffinate ricette da abbinare ognuna ad una diversa tipologia di Gavi: “Capunet su fondo di raschera“, “Zuppa di Gavi Riserva” e “Petto di cappone marinato al Gavi” di Andrea Ribaldone oppure “Tarte Tatin di verdure“, “Bottoni rossi all’arrosto” e “Zabaione al Gavi e panettone“.

Il Gavi DOCG nelle sue quattro identità, fermo, riserva, metodo classico e frizzante, prodotto in quasi 13 milioni di bottiglie su 1510 ettari di vigneti (l’85% è destinato al mercato estero, con oltre 70 paesi in tutto il mondo, il restante 15% ai consumatori italiani), è un vero comfort wine, un calice conviviale, raffinato, versatile, nobilitato da un’indescrivibile freschezza.

Un linguaggio essenziale per il Gavi Docg 2019, che si svolge attorno a un naso fine, lievemente floreale. Il palato conserva l’agrume: un tocco di cedro, lo zest di limone. Avanza la nota salina in un gusto dritto, definito dalla freschezza e da una buona persistenza, in una trama ben annodata contraddistinta da un finale di mandorla amara

La capacità del Gavi Docg Riserva 2017 di sottostarsi al tempo caratterizza questa beva potente, armoniosa, di buon equilibrio. All’aroma il fiore diventa un frutto carnoso, pesca gialla, mela verde. Il terreno emerge nella sua profonda mineralità, ricordi di gesso e note sulfuree sostengono la grande fermezza acida di un palato ampio e materico.

In fine il Gavi Docg Spumante Metodo Classico, millesimato 2013, il cui colore non tradisce, un Cortese in purezza con dégorgement 2019 dopo una lunga sosta sur lattes. Cremoso, dal sorso avvolgente, si svela pacatamente. Aroma ancora giovane e tagliente, richiama le armonie floreali; lo asseconda il frutto più maturo, una bella pesca gialla, una susina, la dolcezza dell’uvetta sultanina. Al palato vince l’intensa nota salina, la brezza del mare sembra essere scolpita in una sostanza che si aggrappa al palato. Domina la nota varietale che accompagna il sorso in una vivida amaricante sapidità.

 

 

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