TENUTA LILIANA, LÀ DOVE IL SALENTO CONFINA CON LA CALIFORNIA

Quella di Tenuta Liliana è una splendida storia di Terra, Amore e Lavoro. Tante volte ci appassioniamo per quel non so che di poesia che vogliamo tirar fuori a tutti i costi da un progetto, da un territorio, da un’idea. Ecco, è perfettamente questo che Antonio Intiglietta e Liliana Angelillo hanno voluto raccontarci presso Glass Hostaria di Cristina Bowerman a Roma presentando l’annata 2022.

Liliana Angelillo e Antonio Intiglietta

Entrambi di origine pugliese hanno fatto una scelta di fondo, forte e appassionata con cui valorizzare la loro amatissima terra, il Salento, devastato dal batterio della Xylella. Antonio ha spiegato come, attraverso lo sguardo di un autentico “artigiano”, abbia legato l’esperienza dell’imprenditore all’amore del viticoltore. Tutto questo è certamente poesia ma è anche riscatto, grande e lucida visione imprenditoriale e profondo amore per le proprie radici. Lui, dopo un trascorso politico e manageriale che lo ha visto anche Vice sindaco di Milano, oggi è il Presidente della Ge.Fi. SpA che controlla la mostra mercato internazionale “L’Artigiano in Fiera”. Una sua straordinaria idea nata circa trent’anni fa. Liliana invece, da sempre al suo fianco, è la figura, solida e concreta, chiamata alla gestione della società.

Certi della forza di questo binomio e rapiti dalla bellezza dei luoghi acquistano un fondo a Parabita, nei pressi di Gallipoli, e nel 2015 realizzano Tenuta Liliana. Un progetto importante che Antonio ci racconta essere partito da alcune convinzioni e da un ragionamento non del tutto convenzionale: “Proviamo a fare qualcosa, mi sono detto, che dia riscatto a una terra martoriata. La nostra non è una sfida di calcolo, ma di cuore e di audacia. Quando mi dicono che faccio una cosa da matto, son già contento: vuol dire che sono sulla strada giusta. Bisogna avere il coraggio di guardare lontano e quella che oggi potrà apparire come un’oasi nel deserto farà da apripista a realtà autentiche, originali, mai banali……Per certi versi abbiamo ragionato all’incontrario. Siamo partiti prima dai terreni e poi dai vitigni. Avevo quattro ettari incolti: abbiamo analizzato questa terra, l’abbiamo dissodata, abbiamo frantumato le rocce, l’abbiamo mescolata con la terra rossa…

Nascono così due esigenze, scegliere il vitigno e rendere l’azienda autonoma. Era fondamentale individuare un vitigno che fosse capace di adattarsi al suolo e alle calde estati salentine. Con l’aiuto di Andrea Fattizzo, agronomo e amico, viene individuato il Cabernet Sauvignon che tanto bene si è diffuso anche in territori con la medesima latitudine (uno su tutti, la California). A questo punto viene coinvolto anche Pierre Marie Guillaime, leader mondiale nel mercato delle barbatelle di vite, per individuare i cloni più adatti ai singoli suoli. Fatto questo arriva il secondo appuntamento, la seconda esigenza da risolvere, e cioè prendere la decisione di rendere autonoma l’azienda. Questo progetto si concretizza attraverso una scelta avveniristica. Certi della necessità di realizzare una cantina che fosse allo stesso tempo adeguata, efficace e bella, decidono di trasformare l’ex cava di tufo, dismessa da qualche decennio, in una struttura hi-tech di assoluto pregio.

Da quel momento Tenuta Liliana cresce, lascia i suoi quattro ettari iniziali per arrivare all’odierno parco vitato di 13 ettari, nei quali il Cabernet Sauvignon è il principe indiscusso con quasi il 90% della superficie vitata. Lo affiancano alcuni filari di Petit Verdot, Cabernet Franc e un ettaro di Sauvignon Blanc. Le vigne, ricche di biodiversità, sono condotte a regime biologico e contano di due stazioni meteo per intervenire tempestivamente in caso di necessità. I cinque distretti sono tutti in un raggio di cinque km dalla cantina a Parabita e presentano impianti a cordone speronato con una densità medio-alta (ca. 6000 piante/ettaro). L’ultimo acquistato, quello più vasto e più vicino al mare, si trova in Contrada Mitriano mentre non distante c’è Vigna Pizziferro, con un’estensione di 3,5 ha (terreni con molti elementi e buona presenza di magnesio e potassio). Verso l’entroterra, dove sale il livello di altitudine, ci sono i 3,3 ettari in Contrada Lembo (suolo ricco di scheletro) e ancora più a est i due ettari di Vigna Specchio (substrato di roccia e ricco di argilla e ferro).

La vendemmia 2022 appena presentata ci racconta di un vino che ha certamente un’impronta internazionale ma che, se attentamente spogliato del vestito di rappresentanza, rispecchia il carattere della Puglia con indiscutibile eleganza. Oggi le bottiglie sono poco più di 20.000 ma il disegno è quello di salire fino a 80.000. “L’obiettivo – conclude Antonio – è creare qualcosa di bello e sorprendente che possa essere anche generatore di nuove prospettive. Siamo solo ai primi passi ma, citando ‘Il pranzo di Babette’… Consentitemi di fare il meglio che posso. Infine, con il suo solito sorriso solare, ci spiega che il logo dell’azienda è un giglio: Atto voluto in omaggio a Liliana, moglie, madre e nonna, perno forte di una famiglia unita, legata al territorio e alle tradizioni. Questo fiore la rappresenta nella sua eleganza, nella sua positività e dolcezza. Il nostro simbolo, volutamente stilizzato, è morbido nelle linee, moderno nella forma, tenue nei colori. Per noi il Giglio è un emblema del legame con il carattere unico di una donna, che consiglia ma non impone. A Te Liliana dedichiamo la nostra sfida!” Il risultato a nostro avviso è decisamente importante sia dal punto di vista qualitativo che “etico-ambientale”. Un vino di classe che, mostrando in modo inequivocabile una vocazione all’invecchiamento, ha saputo perfettamente adeguarsi con duttilità ai piatti che la Chef Bowerman ha creato per l’abbinamento: Sedano rapa in crosta di sale al cubo; Risotto “alla mugnaia” con burro, nocciola e sogliola; Petto d’anatra glassato al miele ed erbe con Tosta Sermonetana ripiena di fegato, demi-glace all’umeboshi e lattuga alla brace. Arrivederci alla prossima vendemmia!

 

 

DEGUSTAZIONE

 

 

CABERNET SAUVIGNON 2022

Cento per cento Cabernet Sauvignon. Annata indiscutibilmente calda con la presenza di un particolare stress idrico dovuto ai prolungati picchi di alte temperature. Maturazione precoce che ha dato ottimi risultati dal punto di vista qualitativo. Rosso rubino vivace e intenso. Al naso si presenta elegantissimo con note di mirtilli e more leggermente acerbe a cui subentrano percezioni di liquirizia e caffè. Al palato, pur giovane e scalpitante, è assolutamente elegante, con sentori che richiamano le note percepite olfattivamente. Il tannino è già ben integrato, in perfetta armonia con la freschezza e la tipica sapidità. Finale piacevole, carezzevole, elegante e decisamente lunghissimo.

 

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