LA DONNA ALATA DI LIVON, QUARANT’ANNI DI ARTE, SUCCESSI E … CLAMOROSI SCANDALI

Un legame indissolubile tra arte e vino che da 40 anni firma inconfondibilmente ogni bottiglia dell’Azienda Livon. L’anno da poco concluso è stato salutato tra l’entusiasmo e l’atmosfera celebrativa del 60° anniversario dell’Azienda. Il 2025 invece si inaugura rinnovando il patto Arte-Vino dei Livon celebrando il 40° anniversario del logo della famiglia intergenerazionale di viticultori del Collio.

Sono infatti quattro decadi che la Donna Alata di Erté personalizza la produzione dell’Azienda Livon, offrendo così al degustatore non solo un momento di eccellenza e buon bere, ma apre altresì una finestra dialettica sul mondo dell’arte ed il suo affascinante rapporto con il vino.

Valneo Livon, appassionato di arte, nel 1985 scorrendo le pagine di un libro incontra per la prima volta la collezione di illustrazioni Numerals Suite realizzate dal leggendario e poliedrico padre dell’Art déco Ertè (pseudonimo di Romain de Tirtoff 1892-1990), tra l’altro prestigioso illustratore per l’iconico magazine statunitense Harper’s Bazaar. La collezione mostra una serie di litografie degli anni ‘30, dove l’artista esplora le potenzialità dell’eleganza stilistica che sposa arte e moda, tra decorazione e simbolismo. Le protagoniste di questo esempio di avanguardia artistica sono prevalentemente figure femminili stilizzate associate a numeri (da 0 a 9). Ogni figura evoca nella sua posa sinuosa l’eleganza, l’esotismo e la raffinatezza degli ambienti di moda dell’epoca, manifesto esplicito dei gusti e canoni estetico-artistici di quel periodo.

Silhouette fluida e lineare, timbro sinuoso, colori brillanti ed esaltazione del fascino anatomico umano sono gli elementi che l’artista ha integrato egregiamente per trasformare un mero simbolo matematico in opera d’arte carica di personalità, simbologia e valore culturale. Distintivo di Ertè, il tratto che fonde teatralità, design ed estetica come un inno olistico che celebra l’arte nella sua totalità.

In particolare, l’attenzione dei Livon è calamitata dal Numero 5, che conferma quanto finora detto: il connubio tra raffinatezza, bellezza, alta moda, dettaglio lussuoso suggestivamente teatrale e dinamico. Il 5 evoca la figura sensuale, femminile ed esotica di una Donna Alata, una Sirena o anche Araba Fenice. Ma è proprio la scrupolosa attenzione al dettaglio del Maestro Ertè che attrae l’immaginazione dei Livon. Una vera e propria epifania in cui un singolo numero omaggia non solo l’arte, la storia nella ricerca di qualità, così come i produttori di vino in ogni bottiglia, ma nel dettaglio della coda della figura femminile dove si cela la “C”, per la famiglia Livon chiaro richiamo ed omaggio al principio di Collio.

Dopo aver acquisito i diritti d’autore sul 5 dei Numerals, la famiglia friulana personalizza l’opera capovolgendo a specchio il numero di Ertè per evidenziarne la figura della Donna Alata. Questo “incontro” artistico sancì da allora il matrimonio tra la Donna Alata e la linea Collio, su cui la creazione di Ertè si posa instancabilmente da 40 anni.

Il fascino intramontabile del logo ha coinvolto l’Azienda Livon anche in fatti di cronaca che hanno attirato con una certa risonanza i riflettori del mercato nazionale e internazionale. Ci riferiamo allo “scandalo” a lieto fine che dal ‘86 al ‘96 ha interessato il mercato di importazione dei vini dell’Azienda Livon, in particolare la Siema Imports di San Francisco e l’BATFE (ufficio federale alcool e tabacchi). Una controversia finita in giornali di spicco e riviste del settore come il The Wine Spectator, il Wall Street Journal, USA Today, il Gazzettino del Friuli, il Giornale, La Stampa, Civiltà del Bere solo per citarne alcuni. Riportiamo di seguito alcuni dei simpatici titoli che hanno fatto capo alle varie pubblicazioni sulla vicenda: “Un seno ferma il vino italiano” (La Stampa, 20.11.87), “So, People Partying With Bacchus Could Be Another Problem Area” (The Wall Street Journal, 12.06.93), “Piallati i seni alla donnina del Picolit” (Il Giornale, 21.11.87). Protagoniste della vicenda 4.000 bottiglie tra cru e selezioni Collio “colpevoli” di indossare un’irrepetibile opera d’arte come etichetta, appunto la Donna Alata del maestro Ertè. I federali hanno respinto e censurato le etichette perché ritenute impudiche e pornografiche a causa delle nudità esplicite della sensuale figura femminile in stile art decoriano. Il clima di tensione causato dalla censura ha generato proteste sia da parte dell’importatore che si è visto bloccare un capitale destinato al suo commercio oltre ad aver destato preoccupazioni all’interno dell’azienda friulana stessa che leggeva il fatto come ostacolante rispetto allo slancio commerciale verso il florido mercato statunitense. Tenacia, caparbietà e la grande fiducia nell’Azienda Livon hanno visto arginare da subito “i danni” di questa manovra dei federali. Un improvvisato restyling del capolavoro di Ertè la cui eleganza intramontabile non ha sofferto la modifica apportata per penetrare senza ostacoli il mercato degli USA: seni oscurati da reggipetto disegnati sopra le bottiglie e poi seni piallati. Soluzione adottata per l’import delle gemme del Collio negli Stati Uniti fino alla caduta di questo contradditoria censura dei federali BATFE.

Famiglia Livon

Quest’anno l’affascinante Donna Alata dell’Azienda Livon soffia sulla sua 40° candelina accolta dall’ entusiasmo unico della famiglia Livon, da sempre affascinata da questa figura più elegante, pulita e fine che mai. In compendio, la Donna Alata dei Numerals interseca il Collio nel carattere incisivo ed inconfondibile del tratteggio di Ertè. Linea sinuosa che definisce con eleganza, pulizia e piacevolezza la silhouette delle figure così come la ponca del Collio plasma con le stesse caratteristiche ogni vino concepito dall’azienda Livon.

 

livon.it