CASA VICINA, SAPORE PIEMONTESE

Quella del ristorante Casa Vicina è una storia che ha più di 100 anni. Tutto ha infatti inizio nel 1902, quando Giovanni Battista Vicina Mazzaretto apre ad Ivrea la sua prima locanda di posta per il cambio di cavalli. Da allora la passione per la cucina viene tramandata di padre in figlio, ognuno aggiunge il suo tocco personale sino ad arrivare al 1980 con il progetto Casa Vicina. Roberto, nipote di Giovanni, e la moglie Bruna decidono di dare una svolta all’impresa di famiglia, seguendo il loro istinto e dando all’attività un’impronta speciale. Nel gennaio 2007 il ristorante si trasferisce all’interno di Eataly Lingotto a Torino. Da dicembre 2020, una nuova sfida: il trasloco al 3° piano del Green Retail Park “Green Pea” ideato da Oscar Farinetti.

Dettaglio cantina (Photo credits Maurizio Gjivovich)

La famiglia Vicina è giunta ora alla quinta generazione: Stefano Vicina si occupa dell’accoglienza e della sala, mentre il fratello Claudio è in cucina insieme alla moglie Anna Mastroianni chef pâtissier, e da qualche anno sono entrate nella squadra anche le loro figlie, Laura responsabile di sala e social media manager, e Silvia chef pâtissier junior. I Vicina inoltre sono coadiuvati dal sous chef Giuseppe Calcagno, da Alessandro Passini sous chef junior, e dal sommelier  Stefano D’Elia.

La conquista della stella Michelin è un altro importante traguardo per Casa Vicina, un prezioso riconoscimento a testimonianza della dedizione che la famiglia mette nel lavoro, nella reinterpretazione del territorio attraverso la costante ricerca, la passione e la creatività.

Da sinistra: Anna Mastroianni, Stefano Vicina e Claudio Vicina (Photo credits Maurizio Gjivovich)

“Amo riprodurre i gusti della memoria: la memoria di casa e della tradizione piemontese. I miei piatti si devono ‘sentire bene’. Gustandoli, i sapori risultano veri e distinti entrando nella memoria e nel cuore.” afferma Claudio Vicina. La sua cucina si ispira alla tradizione piemontese, rivisitata in chiave contemporanea, mai banale, ai sapori familiari della nonna Amelia e della mamma Bruna che si concretizzano in piatti che si fanno ricordare. Nuove creazioni affiancano i piatti iconici del ristorante, come la sorprendente Bagna caoda nel bicchiere, ideata da Claudio Vicina durante le Olimpiadi Invernali di Torino del 2006, che ha ricreato i cinque cerchi olimpici attraverso cinque diversi gusti di verdura proponendoli sotto forma di ragù grosso con la sola aggiunta di olio, l’idea di utilizzare il bicchiere da Martini è sempre un omaggio a Torino, città dove è nato l’aperitivo.

Bagna Caoda da bere

La mia finanziera viene presentata con i piselli frullati e sferificati come variante alla classica verdura di contorno, mentre il Tonno di coniglio e giardiniera in agrodolce, creato nel 2003, unisce due antipasti classici piemontesi, ma anche tradizione e creatività.

La mia Finanziera (Photo credits Stefano d’Elia)

Tra i piatti cult anche due dessert: le Cri Cri rivisitazione di Anna Mastroianni del bon bon tipico torinese, rivestite di confetti colorati con un cuore di nocciola e cioccolato e Profiteroles come vuoi tu rivisitazione a livello internazionale della bignola torinese. I profiteroles vengono farciti al momento con crema chantilly ai quali è possibile aggiungere a scelta alcune salse: fondente amaro, nocciola, cioccolato al latte e pistacchio.

Profiteroles come tu mi vuoi (Photo credits Stefano D’Elia)

Chef Claudio ha anche omaggiato Green Pea con un piatto: Zuppetta di piselli e ragù di mare che sia per la cromia a predominanza verde, che per la scelta della verdura, ovvero il pisello, richiama appunto l’edificio dove è collocato il ristorante. Tra le new entry notevole il Risotto Carnaroli affumicato Gli Aironi al Vermut, aneto e pomodoro, con ostrica al pepe aromatico.

Il locale si sviluppa su una superficie di circa 300 mq comprensivi della sala ristorante e della cucina a vista, ed è stato studiato per trasmettere agli ospiti la filosofia di rispetto e integrazione dell’uomo con la natura.

Sala (photo credits Maurizio Gjivovich)

Anche gli arredi di design sono green e con tanti riferimenti all’arte: i tavoli e le sedie sono firmati da importanti brand quali Fiam, Tonon, Riva 190, Vibieffe, Driade. Alle pareti un quadro di Francesco Rubino creato appositamente per Green Pea, diverse opere realizzate da Fiorella Pierobon: dai quadri della collezione “Materie Prime” ad alcune sculture realizzate in plexiglass e alluminio anodizzato, tagliate al laser, che rappresentano figure maschili e femminili legate al mondo dei camminatori di altre epoche. Anche l’artista Ugo Nespolo, amico della famiglia Vicina, ha contribuito realizzando un’inedita carta menu con un disegno originale. La mise en place è allestita con servizio di piatti dell’azienda tedesca Rosenthal, che segue da anni un’importante policy di sostenibilità, e ad ogni tavolo c’è uno speciale segnaposto: il piatto Ginori che riporta il logo Casa Vicina, utilizzato un tempo presso la sede storica del ristorante a Borgofranco D’Ivrea. Il locale dispone anche di un dehors per la stagione estiva, con vista sulle colline di Torino, uno spazio riservato e fresco, abbellito da grandi vasi di piante.

 

casavicina.com

 

Cover: Zuppetta di piselli e ragù di mare (photo credits Stefano d’Elia)