LA FORESTA, IL RISTORANTE NASCOSTO

Non tutti i mali vengono per nuocere. Le restrizioni possono diventare opportunità di conoscere i locali come La Foresta, un elegante ristorante sito “in mezzo al nulla” tra Rieti e Monte Terminillo, altrimenti detto “la montagna di Roma”. La voglia di viaggiare senza poterlo fare come una volta ha infatti dato a molti un enorme slancio nell’esplorare il proprio territorio. Il Lazio è una regione che offre tantissimo: mare e monti, arte e cultura, vigne e terme. Nel giro di due ore si passa con disinvoltura dal litorale assolato ai 2200 m s.l.m., con tanto di neve e bombardini fumanti.

Il Monte Terminillo

Il “ristorante nascosto” si trova a Castelfranco, esattamente a metà strada tra Rieti, capoluogo della provincia, e Terminillo. Se non lo si conosce, è difficile arrivarci per caso, ma una volta trovato, impossibile non ritornare.

La Foresta è un’attività di famiglia con una lunga storia alle spalle, cominciata nel 1984 a partire da una azienda agricola. Il locale è spazioso ed accogliente, con sale luminose e un grande giardino, tutto gestito da Antonio Di Carlo, figlio di quella coppia che tanto tempo fa lavorava la vigna e vendeva il vino sfuso. Per farlo al meglio, la mamma organizzava le merende con degustazione per i contadini che lavoravano nei dintorni. Questo appuntamento pomeridiano piaceva tanto, al punto che un giorno la coppia decise di aprire una trattoria vera e propria. All’inizio erano solo 15 posti a sedere, ma presto diventarono molti di più.  Oggi è un ristorante molto curato ed elegante, con vista su Terminillo, una bella cantina e una cucina raffinata, gestita da Andrea Di Carlo, il fratello di Antonio, cuoco dotato di talento e di grande equilibrio. Il menù, piuttosto ampio, è incentrato sul pesce di mare per accontentare i buongustai locali. Ma il vero territorio reatino si rispecchia nei piatti di carne, che sia la selvaggina oppure il maiale nero allevato allo stato brado nei boschi della tenuta.

Carré di cervo con infusione di cannella, cialda di patate e spinacini

Oltre alla degustazione di Salumi di maiale nero, sono da assaggiare Rotolini di filetto di maiale nero con crema di lenticchie e cime di rapa oppure Sandwich di tartare di manzo con maionese alle rape rosse. Tra i primi troviamo Cappelletti con lepre, crema di bietola e spuma al Taleggio, Fettuccine al Cesenese Nero con ragù di cinghiale in bianco o anche Tagliolini all’Amatriciana, omaggio al territorio. Anche i secondi non deludono per la scelta e la fantasia: Filetto di cinghiale con salsa ai mirtilli, Carré di cervo con infusione di cannella, cialda di patate e spinacini, Petto di anatra laccato con aceto di lamponi e cavolo viola brasato oppure Scottadito d’agnello, le gustose costolettine sulla brace.

Sandwich di tartare di manzo con maionese alle rape rosse

Fanno impressione – piacevole – le portate di mare, in primis la sontuosa Degustazione di crudi tra tartare, carpacci, crostacei e ostriche. Tagliolini all’astice, Spaghetti alle vongole, Paccheri con scorfano e pomodorini freschi e Risotto alla crema di scampi farebbero concorrenza anche ai rinomati ristoranti sul mare. Si prosegue con Zuppa di pesce, frittura o grigliata mista, ma non manca Anguilla con crema di sedano rapa e gocce di aceto balsamico che strizza l’occhio alle tradizioni locali di pesce di acqua dolce.

Degustazione di crudi di mare

La carta dei dolci fa venire voglia di finire in bellezza, oltre a provare i suggerimenti di abbinamenti di vini. Profiteroles, Panna cotta allo zafferano, Tiramisù espresso o Assortimento di quattro dolci a sorpresa in una piccola cassettiera che fa subito ricordare il grande Heinz Beck e la sua Pergola. La carta di vini vera e propria sembra un’enciclopedia, curata personalmente da Antonio. Ha una filosofia tutta sua: contrariamente alla odierna tendenza di inserire decine di Champagne anche in una semplice trattoria, lui ne ha messi solo sei, ampliando al massimo la sezione dei Metodo Classico italiani, provenienti dal nord al sud. La scelta di vini fermi spazia tra i nomi più blasonati e i piccoli produttori, e non solo nostrani. In effetti ci sono etichette di numerosi paesi dell’Europa, del Medioriente e degli Stati Uniti.

Assortimento dei dolci

Ovviamente, ci sono tutti i vini dell’azienda vinicola di famiglia, Le Macchie. Nel 2011 Antonio, appassionato di vino fin da giovane, decide di far rinascere la vecchia vigna dei genitori, ristrutturando e rimodernando completamente la cantina e la produzione. Il suo amore per il Riesling renano lo ha portato a impiantare un vigneto sperimentale che in giro di pochi anni ha dato ottime soddisfazioni, complici l’altitudine di circa 650 m e il clima più fresco. La scelta di coltivare i vitigni internazionali è stata consapevole e ben azzeccata: il Gewurztraminer e il Merlot riescono ad accontentare anche i palati viziati, anche se tradizionalmente nel Reatino erano sempre presenti i classici del territorio: Malvasia e Trebbiano, Cesanese, Montepulciano e Sangiovese. È sorprendente L’Ultimo Baluardo, Cesanese Nero 100%, il clone particolare del più diffuso Cesanese. Ora in cantina c’è qualcosa che “bolle in pentola”: a breve arriverà una bollicina vera e propria che, dicono, sarà perfetta per accompagnare i salumi di maiale nero durante le degustazioni in vigna.

 

ristorantelaforesta.it

cantinalemacchie.it

 

Cover: Cappelletti con lepre, crema di bietola e spuma al Taleggio