LA “FORZA” DE LA SUBIDA
Dirigendosi nel sempre idilliaco Collio e nell’approdare nella località di Cormons precisamente a La Subida, si avrà sicuramente l’impressione, una volta trascorso l’immancabile soggiorno, di aver utilizzato intelligentemente i dati dell’esperienza, andando al di là della semplice immediatezza sensibile.
La Subida è sempre stata, infatti, una moltiplicazione di situazioni, o meglio un divenire dove la mescolanza e la separazione delle cose hanno sempre e di fatto aiutato a comprendere la forza della natura circostante. Già, poiché Josko Sirk e sua moglie Loredana, hanno sempre lavorato per cercare di capire quale fosse l’accoglienza e l’atmosfera giusta da creare: portando cioè il cliente verso una dimensione di incontro e scoperta dei tratti originali delle cose, da assaporare i primis con il palato, gli occhi, la mente; poi anche, successivamente, con il resto del corpo.
In particolare, dall’inizio di questo secolo, hanno compreso quanto fosse importante la corrispondenza del turismo enogastronomico a finalità non solo di piacere e di godimento, ma di conoscenza e assimilazione completa del luogo. Ora, la precisa e sapiente gestione dei figli Tanja e Mitja prosegue i dettami proposti dai loro genitori, proprio nella efficace proposta di alternanza tra la civiltà contadina e l’architettura sostenibile.
Purezza, intimità, essenzialità continuano infatti a combinarsi perfettamente con il relax, il rustico e la comodità. In ogni dettaglio, l’eleganza regna sovrana: primo, perché si cerca di ingolosire l’ospite con esperienze a dir poco sartoriali e sempre più cucite sulla propria personalità; secondo, perché le varie abitazioni permettono di godere appieno della quiete, delle cromaticità e delle melodie del bosco.
Ecco Le Case, ovvero sublimi sistemazioni pensate per accogliere una coppia o talvolta piccoli nuclei familiari: “Country”, “Della Nonna” e “Nel Bosco”. Poi Le Dimore, dove trovare un’atmosfera fuori dal tempo come quella “Dell’Acetaia” o “Delle Chiome”. E infine Su Misura, per rigenerarsi e lasciarsi trasportare ancora di più dal silenzio, immergendosi magari in un percorso sensoriale quali “il Nido” o, al limite, in uno maggiormente intellettuale come “La Libreria”.
In sostanza, il lusso arcaico non è mai stato messo in discussione, ma anzi negli anni è stato soltanto arricchito da una funzionalità accogliente e mai soffocante.
Il “pacchetto Subida” è davvero tanta roba, per usare un termine pop, anche perché non manca certo la proposta gastronomica, caratterizzata dalla delicatezza dello chef Alessandro Gavagna, nonché marito di Tanja, capace di esaltare lodevolmente le tante materie prime del territorio con piatti riconoscibili e abilmente combinati nell’incantevole ristorante Trattoria al Cacciatore.
Assorbendo la vasta cultura del suocero, Alessandro racconta portate semplici, di ispirazione friulano-slovena, rinfrescando tuttavia certi dettami con personali tocchi di originalità. Significativi “i Girini”, Briciole di pasta buttata, gli “Zlikrofi”, sorta di ravioli ripieni di patate ed erba cipollina e i “Mlinci”, pasta fresca abbrustolita condita con prodotti dell’orto e dell’aia. Gratificano (moltissimo) “i Papaveri prima di diventar rossi”, ovvero deliziosi gnocchi di confenon in crema di finocchi, così come la tanta selvaggina, che, per esempio, nel cervo o nel capriolo si presenta in vesti strepitose: saporita ed elegante.
In più, l’offerta è stata incrementata dalla recentissima apertura dell’Osteria, coniata con il nome La Preda, in cui fermarsi per un boccone veloce, per un pranzo con i piatti del menù del giorno e per assaggiare la tradizione del Collio e del Friuli in generale: una maniera simpatica e ironica di leggere l’universo venatorio che, ininterrottamente, distingue la Subida.
E the last but not the least, il loro grande aceto, punto cardine di una filosofia incentrata nel fare le cose con acume e dovizia di particolari. Aceto di uva Ribolla Gialla, “Forte! Forse prepotente; adatto ai palati che questo cercano, arricchitore di sapidità”. Un prodotto dunque strutturato, complesso, ricco di mineralità, affinato in barriques, senza solfiti, filtrazioni e tantomeno manomissioni; proprio come un grande vino da invecchiamento. Da utilizzare non solo come condimento o arricchitore di salse, ma soprattutto sulle uova, asparagi, minestre sostanziose, legumi, trippe, pesci grassi, sorbetti e macedonie.
Con le idee ed il conseguente lavoro della splendida famiglia Sirk, il turismo enogastronomico non smette dunque di vedere il corretto approccio con la natura e la tecnica, non certo in senso nostalgico, per rinverdire mondi perduti; piuttosto, per rispondere a quelle esigenze, attuali e urgenti, che riguardano le crisi politiche, economiche, dell’ecosistema e delle identità sociali. Uno sguardo importante non solo sugli oggetti, sui paesaggi, sui cibi e le bevande, come meri enti da consumare, ma uno sguardo compenetrato attraverso gli oggetti, e da essi messo in discussione, non possessivo, di confronto e non ossessionato dalla volontà di dominare.