NASCE LA PRIMA PIANTAGIONE AL MONDO DI TARTUFI BIANCHI PREGIATI

Il Tuber magnatum Pico, conosciuto come Tartufo Bianco pregiato d’Italia o Tartufo Bianco pregiato d’Alba, è il tartufo più raro e costoso.  Viene raccolto esclusivamente in ambiente boschivo in Italia ed in alcuni altri paesi europei e l’offerta spesso non riesce a soddisfarne l’elevata domanda a livello globale. Dal 2008, dopo 9 anni di ricerca congiunta tra il centro di ricerca francese Inrae e i vivai Robin, sono state realizzate in Francia le prime piantagioni per la coltivazione del tartufo bianco pregiato, utilizzando piantine   preventivamente  micorrizate   con Tuber magnatum.  La reale persistenza di T.magnatum in queste   piantagioni è   stata   verificata dopo tre/otto anni dalla loro realizzazione e, in  una di esse, i  primi  tartufi  sono  stati  raccolti  nel  2019,  quattro  anni e mezzo dopo  la messa  a  dimora  delle  piantine  micorrizate. I  risultati  scientifici  di  questo lavoro sono stati pubblicati il 16 febbraio sulla rivista Mycorrhiza.

La produzione di corpi fruttiferi  di T. magnatum in  una  piantagione  al  di  fuori  della  sua  area  di  distribuzione naturale è una prima mondiale ed apre la strada allo sviluppo della coltivazione di questo tartufo in Italia, ma anche altrove nel mondo. Il tartufo bianco pregiato italiano è il tartufo ‘star’ per molti ristoranti di prestigio in tutto il mondo. Il suo particolare profumo lo rendeva unico già nel 1700, quando i principi di Savoia lo usavano nelle loro trattative diplomatiche. Il corpo fruttifero (tartufo) di T. magnatum è il  risultato  della simbiosi tra  questo  fungo  ed alberi  come  querce,  salici,  carpini  e pioppi. Questo tartufo si raccoglie naturalmente in Italia, nella penisola balcanica, più raramente in  Svizzera  e  nel  sud-est  della  Francia.  La  sua produzione  annuale   è  di  alcune decine di tonnellate.

I tentativi di coltivare T. magnatum sono iniziati negli anni ’70 in Italia, dove sono  state  vendute  più  di  500.000  piante. La  raccolta  dei primi  tartufi è  avvenuta 15/20  anni dopo la realizzazione delle piantagioni limitatamente a una decina di esse, tutte situate in zone nelle quali questo  tartufo  si  trova  naturalmente. Non è  stato pertanto possibile  discriminare  tra la produzione di  tartufi avvenuta in  queste  piantagioni in  seguito  alla  messa  a  dimora  delle piantine micorrizate e quella dovuta al tartufo naturalmente presente in queste zone. Dal  2008,  il  vivaio  Robin  commercializza piante  micorrizate con T. magnatum utilizzando  il protocollo Inrae/Robin,  sotto  licenza  e  controllo  dell’Inrae.  Ogni  pianta, prima  di  essere commercializzata, viene singolarmente controllata  da  esperti  dell’Inrae,  che verificano la presenza  del  tartufo  analizzando la  morfologia  radicale ed  effettuando  analisi  del  DNA.

In un programma di ricerca congiunto Inrae/vivai Robin, sono  state  studiate  cinque  piantagioni francesi.  Il  primo importante risultato ottenuto è stato  la  dimostrazione  della  persistenza  nel suolo del  micelio  di T.magnatum tradotto  anni  dopo la  messa  a  dimora  delle  piantine micorrizate in quattro piantagioni, situate in regioni francesi con diversa collocazione geografica e caratterizzate   da   climi   differenti (Rhône-Alpes,   Bourgogne   Franche   Comté   e   Nouvelle Aquitaine). Il risultato principale di questo lavoro è stato poi la raccolta, nella piantagione della Nouvelle-Aquitaine,  di  tre  tartufi bianchi pregiati nel  2019  e di quattro tartufi bianchi pregiati nel 2020. Si tratta dei primi tartufi bianchi pregiati raccolti in una piantagione situata al di fuori dell’areale geografico naturale di questa specie.

Negli  ultimi  anni  la  coltivazione  del  tartufo, principalmente  il  nero  pregiato, ha subito un incremento  notevole  a  livello  mondiale. Essa  si  sta  sviluppando  anche  in molte regioni d’Italia, permettendo inoltre agli agricoltori di diversificare le colture nel rispetto dell’ambiente. Si tratta infatti   di una   coltura   agro-ecologica   che   non   richiede l’utilizzo  di  prodotti chimici   e che promuove  la  biodiversità.  I  risultati  di  questo  studio  aprono  la  strada  alla  coltivazione  di T. magnatum al   di   fuori  della   sua   area   di   distribuzione   naturale,   a   condizione   che   piante micorrizate di  alta  qualità vengano  messe  a  dimora in  terreni  adatti  e  che venga applicata un’appropriata gestione della piantagione. Questa prima mondiale è stata accolta con entusiasmo da Joël Giraud, segretario di Stato per gli affari rurali: “In veste di ex-deputato delle Hautes-Alpes e membro del governo incaricato della difesa  dei  territori  rurali,  ci  tenevo  a  complimentarmi  per  questa  prima  mondiale.  È  una  perfetta illustrazione della capacità di innovazione delle zone rurali, che il governo sostiene e incoraggia.”

 

inrae.fr

robinpepinieres.com