STORIE DI “RE SANTI E LEONI”
Re Santi e Leoni, il nome insolito di uno splendido ristorante che sorge al centro di Nola, antica cittadina di origini etrusche in provincia di Napoli, nota per essere il luogo di nascita di Giordano Bruno. Il grande filosofo diceva che “non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia”, ed è proprio questo concetto che sembra essere alla base dello spirito del locale. L’origine del nome Re Santi e Leoni deriva dalla volontà del proprietario, l’imprenditore Lucio Giordano, di voler dedicare il ristorante ai suoi tre figli, i cui nomi evocano le tre parole da cui è composto: Ferdinando (“Re”, riferimento a Ferdinando I di Borbone, Re delle Due Sicilie), Agostino (“Santi”, il riferimento è Sant’Agostino), Leone (“Leoni”).

Lucio Giordano
“È un percorso caratterizzato da decisioni prese in un momento di incertezza ma che per me rappresentano il desiderio di poter dare valore al territorio circostante, scegliendo con attenzione i piccoli produttori campani a cui la cucina si affida nella scelta delle materie prime; in questa sfida inoltre, ho tenuto particolarmente a confermare l’intero staff scelto prima dell’emergenza Coronavirus, che ha da subito creduto fortemente in questo progetto“, racconta Lucio Giordano. “Questo progetto è stato da sempre molto importante nonostante sia stato complicato sotto vari punti di vista. Ad oggi rappresenta la gratificazione, dopo anni in questo settore, di aver creato qualcosa di diverso e nuovo rispetto ai ristoranti di cucina giapponese, che riuscisse a sottolineare in tutto e per tutto l’eccellenza del territorio campano. È un passo significativo all’interno di un percorso imprenditoriale in cui ho creduto fin da subito”.
Un ristorante dal design contemporaneo che non dimentica il fascino del passato, sito in un palazzo borghese di fine ‘800 alle spalle della piazza centrale della cittadina di Nola, accoglie una cucina semplice ma dagli ingredienti ricercati e dai piatti creativi. Quello che era nato come zona destinata alla macinazione delle olive, fu poi abbandonato e modificato nel tempo. Della struttura originale restano oggi gli antichi archi in tufo che scandiscono lo spazio in maniera longitudinale.
L’intero progetto è stato affidato e curato dallo studio dell’architetto Giuliano Andrea dell’Uva: l’intento è stato quello di inserire volumi all’interno dello spazio senza mai limitare l’effetto prospettico che aveva in origine. All’interno, colori chiari, alluminio e geometrie dominano la scena, ispirandosi al lavoro che Gae Aulenti sperimentava nei primi anni ‘70, antico e nuovo a confronto. La scelta di coinvolgere un architetto del calibro di Giuliano Andrea dell’Uva è stata dettata dalla volontà di voler creare un luogo difficilmente replicabile e che avesse un respiro contemporaneo in un contesto caratterizzato da un passato importante.
L’ingresso sobrio si apre su un salottino bianco con un accogliente divano color panna, morbido come un pelouche, che improvvisamente ti colpisce grazie ad intervento cromatico di grande impatto. Esattamente come quello che ha dato nuova vita a una stampa di Ferdinando di Borbone, Re di Napoli, e a un’antica tela che ritrae un Santo con aureola e due piccole statue di leoni.
Subito dopo un altro contrasto. Il lounge bar cambia colore e accoglie i clienti tra il nero e il rosso pompeiano, con un lungo banco in marmo e una grande cantina frigo illuminata, piena di etichette blasonante e non, che inevitabilmente attrae lo sguardo. La parete rossa dietro il bancone è coronata dalle tele che ritraggono alcuni Santi, suggestivi ma perfettamente in armonia con l’ambiente.
L’intero ristorante, bianco con pochi elementi neri, si sviluppa in lungo, ed è luminoso e arioso grazie ai soffitti altissimi e ampie finestre. Caratterizzato da linee sinuose e armoniche, che invitano lasciarsi andare, è un luogo rilassante, un’oasi fuori dal tempo. Qui ci si sente un po’ come in un salotto degli anni ’70, con divani dalle linee morbide realizzati abbinate a sedie Tom Dixon, lampade Gae Aulenti e un frangivento in vetro cannettato che divide gli ambienti. Lo spazio culmina in una grossa vetrata della cucina a vista, il punto nevralgico del ristorante, dove il movimento è continuo e ipnotico.

Luigi Salomone
Il resident chef è Luigi Salomone, 32 anni, reduce dall’esperienza presso il ristorante Piazzetta Milù dove nel 2016 ha conquistato la stella Michelin, e in cui Lucio ha creduto fin da subito per la sua tenacia e passione. Per lo chef la cucina deve saper comunicare e poter trasmettere emozione agli ospiti attraverso i piatti: per lui la tradizione, la conoscenza e, non ultima, la contaminazione data dalle sue esperienze e dai suoi viaggi, è alla base di ogni ricetta, e la sua volontà è quella di riuscire a mantenere sempre quel ricordo che cattura oltre al palato, anche il cuore. Tutti i piatti di Luigi Salomone sono composti da un massimo di quattro ingredienti, questo perché ogni elemento per lui deve essere riconoscibile al primo assaggio e il piatto rappresenta di conseguenza un concetto nitido in cui non manca mai un tocco di acidità, elemento indiscusso di questo menù.
I tre menù degustazione variano sulla base del numero di portate e si chiamano rispettivamente Re, Santi e Leoni: il primo, da 65 €, è composto da 4 portate, il secondo, da 85 €, comprende invece 6 portate, l’ultimo, da 110 €, può essere definito “a mano libera”, per la scelta dei piatti ci si affida completamente allo chef. Inoltre c’è anche la possibilità di un’esperienza à la carte, che presenta cinque antipasti più due scelte di crudo (una selezione di tartare e carpacci di pesce e un gran crudo), sei primi, cinque secondi e cinque dolci.

Amuse bouche
L’autunno è sicuramente la stagione che più preferisce Luigi Salomone, perché rappresenta un periodo che permette di sperimentare proposte gastronomiche partendo dalla disponibilità di innumerevoli ingredienti. Il palato è preparato alla degustazione grazie ad una serie di amuse bouche che risvegliano i sensi e tengono alta la curiosità della scoperta. Tra i nuovi piatti Gamberi porcini maggiorana e nocciole; Pasta e polpo, fagioli e chorizo o Spigola all’acqua pazza…in crosta.

Uovo “doppio malto”, stravecchio, tartufo e caviale di aringa

Spaghetto alle vongole, finocchietto, pinoli e aglio nero

Astice alla brace, indivia, zucca, capperi e mandarino

Ribeye di manzo “bbq”, patate e funghi

Cocco, ananas, rum e melissa
Ma sono altrettanto interessanti Baccalà, mela, puntarelle e carcadè, omaggio ad un grande classico dai sapori freschi; il sontuoso e colorato Uovo “doppio malto”, stravecchio, tartufo e caviale di aringa; la Tartare di manzo… “braciola”, piatto innovativo e contaminato, ma che ha solide basi nella tradizione. Sembra quasi di gustare l’estate con lo Spaghetto alle vongole, finocchietto, pinoli e aglio nero, cremoso, fresco e avvolgente. Non manca uno dei piatti signature dello chef: Tagliatella al caffè, gamberi e agrumi dai sapori nitidi e armoniosi. Decisamente autunnale Astice alla brace, indivia, zucca, capperi e mandarino, mentre Ribeye di manzo “bbq”, patate e funghi è un vero comfort food per tutte le stagioni. I dessert di Luigi Salomone hanno una la capacità di far viaggiare i sensi: al caldo dei Caraibi con Cocco, ananas, rum e melissa, un salto tra le nebbie del Piemonte con Gianduia, porcini e zabaione caldo.
Una grande cucina non è mai completa senza grandi vini. Da Re Santi e Leoni la carta di vini comprende circa 450 etichette selezionate ad una ad una da Michele Beneduce, appassionato sommelier che cura la lista con autentica dedizione. Lui e Lucio hanno deciso di raddoppiare le referenze della cantina nel giro di un anno. Oggi in carta ci sono già 70 etichette di Champagne, dalle Maison più blasonate a piccoli ricercati vignerons, e 50 tra i migliori vini campani, con molte piacevoli sorprese. Il resto della carta è suddiviso tra le regioni italiane e una piccola parte di etichette estere. L’antica cantina dove sono conservati i vini si trova al piano inferiore, raggiungibile attraverso un ascensore.
Re Santi e Leoni è un luogo ideale dove vivere un’esperienza gastronomica convincente ed elegante, tra ingredienti e grandi piatti, bottiglie ricercate e un ambiente amichevolmente raffianto.
resantieleoni.com
Photo credits Alessandra Farinelli