TARTUFO D’ALBA, UNA FACCENDA DI CAVALIERI

È una fredda sera, a Milano, tipica di quegli autunni beffardi, rapidi nel loro passaggio di testimone all’inverno. Oltre le porte del Four Seasons Hotel un certo fermento anima una sala dai contrapposti toni caldi, dove si respira un’aria frizzante di attesa. Appaiono degli uomini. I sobbalzi del loro mantello azzurro e lucente seguono la solennità dei passi che lo indossano, liberando impalpabili sbuffi di un passato lontano che sa di castelli e cavalieri, di stemmi e di spade, di austerità e nobiltà medioevali. Quella veste color ceruleo, bordata di oro, attira l’occhio e lo conduce a posarsi su uno stemma che campeggia sul petto di questi uomini vestiti di imponenza. Si direbbe una veste, più che una divisa. Un abito che proviene da un impegno e che ambisce all’onore di rispettarlo, come accadeva ai bordi della Tavola Rotonda. Una veste che celebra un’appartenenza: quella all’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba.

Nacque nel 1967, l’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba. Accadde nel posto migliore, al tavolo di un’osteria di Langa, per la precisione a Grinzane Cavour. Era il 22 Febbraio. Magari c’era ancora qualche lingua di neve, sulla parte più austera e ombrosa delle colline, o magari la vita dormiente delle vigne era pronta a cominciare il suo conto alla rovescia per il momento tanto atteso, quello in cui tutto riprende a scorrere, quello in cui la vita si apprezza senza paura nel suo dinamismo.

Un gruppo di amici, forse come da abitudine, mangiava ad un tavolo. Qualcuno infilzava la forchetta in un pezzo di bollito, qualcun altro raccoglieva il sugo d’arrosto acquattato a lato del piatto con l’ultimo plin rimasto, mentre un altro ancora versava ancora un bicchiere di Dolcetto a sé e agli altri. Qualcuno si scoprì profondamente innamorato di tutto questo, quel giorno. Tanto da desiderare proteggerlo. Ne nacque una Confraternita, ne nacque uno statuto: nacque l’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba.

A guidare quel piccolo gruppo di ventuno Cavalieri c’era Luciano Degiacomi. Albese di nascita – ma, ancora più importante, albese di appartenenza – Luciano guidò l’Ordine con l’obiettivo di tutelare e mantenere vivi tutti quegli usi, quei costumi, quei frammenti di terra che costituiscono il fondamento, il tesoro, il tessuto e l’eredità della Langa.

Il presente dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba conta 2000 Cavalieri, sparsi in tutto il mondo. Svizzera, Hong Kong, New York, Napa Valley, Taiwan, Austria, Dubai: la magia della Langa ha superato i confini delle sue colline e si è spinta lontano negli anni, grazie alla passione infinita dei suoi Maestri. Suddiviso in Delegazioni, l’Ordine riesce ad essere presente con un riferimento su ogni Regione d’Italia.

Quell’aurea solenne, ai limiti del sacro e dell’alchimistico, trova epicentro e sede fra le suggestive mura del Castello di Grinzane Cavour. Qui, i Cavalieri si riuniscono circa una volta all’anno per discutere di temi enogastronomici e per incontrare ancora una volta le preparazioni tipiche locali, realizzate fedelmente alla tradizione culinaria di Langa e scortate dall’eccellenza vinicola figlia di quelle colline talentuose. Fra le stesse mura, accadono le ricorrenze delle Investiture dei neo Cavalieri, i cosiddetti Postulanti.

Seppur nati nell’intimità e nel calore di una piccola stanza di un’osteria di Grinzane, probabilmente poggiando i gomiti su un tavolo di legno inciso dal tempo e sfiorando con le mani callose le ceramiche dei piatti, i Cavalieri oggi rappresentano una realtà estremamente dinamica, capace e dotata di abilità relazionali che ne hanno consentito una ramificazione capillare. Diverse Regioni, grazie alla presenza dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba, oggi possono vantarsi di avere un baluardo, una bandiera, un piccolo pezzo di Alba nella propria terra, a tutela di una delle tradizioni enogastronomiche più incredibili del nostro Paese.

Oggi, nella Delegazione di Lombardia, si assiste a un passaggio di consegne, uno di quelli che affidano un passato intensamente vissuto a delle mani solide capaci di trasformarlo in futuro. Il nuovo Maestro di Lombardia è Stefano Donarini, che succede al predecessore Mario Masciocchi.

Stefano Donarini al momento della nomina in qualità di Maestro di Lombardia

Stefano diventa Cavaliere del Tartufo e dei Vini di Alba nel 2017. Un amore sbocciato e portato avanti con la passione di chi non perde occasione per gironzolare fra le colline di Langa e riempirsi il cuore di fotogrammi, di sapori, di profumi e di colori. Ad oggi Stefano Donarini viene investito di una responsabilità che, per l’Ordine, rappresenta la prosecuzione di un atto creativo inziale, quello che mosse Luciano Degiacomi alla fine degli anni ’60. Poiché avere una grande passione è già di per sé un fatto di pochi; ma mostrarla al mondo trainandola caparbiamente lungo un tracciato, è ancora da meno. Del resto, come ben dice Stefano Donarini, “non per niente siamo Cavalieri”.

 

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