RITROVARE SÈ STESSI AL FORESTIS DOLOMITES

Le spettacolari vette delle Odle separano il Forestis Dolomites dalla Valle di Funes, un paradiso per gli alpinisti che richiede notevoli doti di arrampicata ma cela anche percorsi per comuni mortali, con decine di itinerari per scoprire questa parte dell’Alto Adige ancora così selvaggia. Il termine ladino Odles, che significa aghi, descrive bene le vette impervie e frastagliate di un gruppo montuoso tra i più affascinanti delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità Unesco, che da ogni camera, suites e ambiente comune del luxury retreat Forestis (Bressanone), si può ammirare in tutta la sua sfolgorante bellezza. Non c’è angolo del lussuoso hotel che non riservi uno scorcio verso di esse, una vista impagabile, soprattutto quando sono illuminate dal sole: il valore aggiunto di un’esperienza di viaggio totalizzante. Un progetto visionario che i proprietari Teresa e Stefan Hinteregger hanno amato sin dal principio e che li ha impegnati a lungo.

Prima di diventare imprenditori hanno puntato tutto sulla formazione. Terminata la scuola alberghiera a Bressanone, Merano e Brunico, i due si sono diplomati sommelier; lui ha quindi studiato Hotel Management in Svizzera e lei Real Estate Management in Austria, per poi imporsi di viaggiare lavorando. Stefan è stato alle Haway, New York, Toronto, mentre Teresa in Cina, Spagna e Svizzera, per conoscere il più possibile del mondo alberghiero e trarre ispirazione per il nuovo visionario progetto che si stava delineando.

Cento anni fa questo luogo immerso nel verde, dal clima mite, esposto tutto il giorno ai raggi del sole – mai troppo freddo d’inverno e mai troppo caldo d’estate – era stato un sanatorio austriaco, un ospedale, una casa di vacanze del Vaticano, una colonia alpina per bambini, per poi essere abbandonato dopo gli anni sessanta fino al 2000, quando sarà ceduto alla Provincia di Bolzano. Un edificio a oltre 1800 metri di altitudine che sarà il papà di Stefan a prendere in affitto nel 2009 sognando di poterlo rilevare completamente, cosa che avverrà due anni più tardi, gestendolo fino al 2014, quando inizia la progettazione del nuovo Forestis, che aprirà ufficialmente nel 2020.

Teresa e Stefan Hinteregger

Gli scricchiolii della vecchia scala in legno antico al centro della casa, in prossimità della reception, raccontano tutta la storia di quegli ambienti protetti dalle ‘Belle Arti, perché le radici sono un valore ineludibile, mentre intorno il restauro conservativo frutto di un progetto innovativo messo a punto con la collaborazione di 8 architetti della Provincia unisce la parte vecchia a quella nuova, elevando la struttura di alcuni metri, dove sono collocate le super suite. I ‘quattro elementi’ caratterizzano la filosofia del Forestis, rifacendosi a quattro materiali: il vetro, la stoffa, la pietra delle Dolomiti trattata con l’antico metodo della cera d’api – potente antibatterico – e il legno (Cirmolo, Larice, Abete rosso e Pino Mugo, con ogni albero collegato alla sua stagione). 20 camere nella parte storica e 42 in quella nuova, con due suite penthouse di 200 m2, terrazza rooftop con piscina, dislocata su due piani e la tower suite, 55m2, con terrazza, cabina armadio e ampie vetrate con vista sulle Dolomiti.

Poi l’area wellness, 2000 metri quadrati di spa con spazi ampi su due piani dedicati alla cura e al benessere della persona ispirati alla filosofia celtica degli elementi: l’acqua di sorgente, l’aria di montagna, i raggi del sole, insieme al pino mugo, all’abete rosso, al larice e al pino cembro. Un’esperienza mistica fatta di momenti di silenzio alternati a percorsi wellness con il bagno turco sole (65°C), la sauna finlandese (85°C), la biosauna (70°C), la sauna tessile (sauna finlandese a 45°C) e la sauna all’aperto (finlandese a 90°C) in una casetta di legno tradizionale altoatesina, a cui si aggiungono una pool interna e una esterna (infinity).

Pacchetti pensati su misura per l’ospite per ritrovare la forma fisica con trattamenti corpo e viso, abbandonandosi al rituale del cerchio degli alberi con frequenze acustiche che generano vibrazioni, percorsi rassodanti, detox, bagni di sale del bosco, peeling corpo dell’abete rosso, seguendo il principio dei quattro alberi, dei quattro legni terapeutici, delle quattro pietre curative e delle quattro frequenze degli alberi.

Sontuosa la colazione, preparata ogni giorno con leccornie tradizionali altoatesine, ben distanziato da spaziose isole in onice, con un’ampia scelta di pietanze salate e dolci. La zona estratti, spremute e centrifugati, con frutta, verdura, spezie. L’area formaggi e salumi con il meglio delle valli circostanti e cinque burri diversi (anche di capra). La zona del pane con dodici varietà differenti di lievitati morbidi e croccanti. E ancora, latte freschissimo di capra, avena, mandorla, yogurt, frutta di stagione, miele, muesli, marmellate e composte home made. Il Bar accogliente e dai toni caldi propone drink classici e creativi eseguiti a regola d’arte, seguendo la filosofia del Forestis, attraverso infusioni che si ispirano ai quattro alberi, alle erbe aromatiche, alle bacche, alle botaniche, alle cortecce e agli aghi di pino, in una carta di proposte ricercate ampia e stuzzicante. Il bistrot aperto h24, offre un lunch sfizioso, ma vi si può ricorrere anche nel cuore della notte, per ordinare una parmigiana alle 4 del mattino o una pasta alle 5 di pomeriggio.

Innovativo e visionario il design del ristorante gourmet, con una sala da 120 posti e tavoli rotondi collocati su più livelli, a palco, come fosse una sala cinema, rivolta alla terrazza vetrata e allo stupendo panorama delle Odle. È il regno dell’executive chef Roland Lamprecht, 37 anni, nativo di Luson e figlio d’arte. I suoi genitori gestivano una baita sull’Alpe di Susi e lo hanno iniziato ai fornelli quasi per gioco, quando era ancora bambino. Dopo la Scuola Alberghiera di Bressanone per alcuni anni è rimasto a lavorare in famiglia, imparando i fondamentali, poi sono cominciate le esperienze, prima a Castelrotto e a Fiè allo Scilar, poi in Val Sarentino, sette anni con Gregor ed Egon al Bad Schorgau (1 stella Michelin), poi al Tantris di Monaco da Hans Haas, in Svizzera, allo Stroblof di Appiano, fino a quando non è arrivata la proposta di Stefan che è nativo di Luson come Roland, per iniziare nel novembre 2018 completando l’ultima stagione al Rosalpina (prima della ristrutturazione e della nascita del Forestis). Inizia un nuovo corso, con la cucina del bosco e uno stile che guarda alla regionalità e vuole supportare i contadini della zona, utilizzando erbe, ortaggi, piante officinali, cortecce degli alberi, attraverso una dedizione al bosco e alla natura che impegna lo staff tutto l’anno soprattutto durante la bella stagione quando l’offerta di erbe e verdure è vastissima e si possono mettere via per l’inverno.

La cucina di Roland guarda anche al passato, rivede vecchie ricette dei suoi avi rileggendole alla luce di nuove tecniche mettendo al primo posto la naturalità, la leggerezza, la salubrità. Le materie sono scelte personalmente, verdure e ortaggi sono di un contadino che ha bandito la chimica, le uova arrivano da un piccolo allevatore, la carne è quella delle mucche della Val Pusteria e delle pecore della Val di Funes, con i formaggi di due affinatori di Bressanone e Brunico di primissimo livello.

Tartare di manzo Wagyu del Renon

L’esperienza comincia con l’Insalata di lattuga Koenig, viole e margherite eduli di S. Andrea, pomodori, rucola, una vinaigrette al balsamico affinato e fresco, olio del Garda, grano saraceno saltato in padella asciugato e leggermente arrostito. E si prosegue con la tartare di manzo Wagyu del Renon, ben marezzata, con pioppini della zona, quattro tipi di senape diverse, cardo selvatico, chips di pane, rafano e olio extra vergine di oliva, con achillea millefoglie, viole, olio di abete rosso, prezzemolo, polvere di funghi della valle. Poi i Canederli, ottenuti con un impasto di pane, cipolle, aglio e spinaci, latte, guarniti con concassè di pomodori freschi e crema di spinaci selvatici. E ancora il salmerino della Val Passiria, polposo, cotto a 60° e in salamandra, con timo, un grostl di patate rosse di Brunico, tagliate fini marinate con senape, sale, pepe e ripassate al forno. Per chiudere con il dolce preparato al tavolo dalla pastry chef Julia, una mousse di yogurt e panna guarnita di frutti di bosco freschi.

Canederli

La buona cucina è quello che serve per premiarsi sia d’estate che d’inverno, dopo una giornata trascorsa all’aria aperta godendo della natura dei dintorni. L’area è piena di itinerari per escursionisti con ogni grado di preparazione, che vogliono andare alla scoperta del parco naturale Puez-Odle. I più arditi non si lasceranno sfuggire l’Alta Via Günther Messner, un percorso riservato a escursionisti allenati che abbiano familiarità con i sentieri attrezzati e non temano le vertigini, tracciato da Reinhold Messner per ricordare il fratello Günther perito nel 1970 mentre salivano insieme il Nanga Parbat in Himalaya. Un lungo e panoramico itinerario di cresta che inizia dalla strada che dalla Val di Funes porta al Passo delle Erbe, occasione impagabile per ammirare il Gruppo Odle e il Sass de Putia. Le Odle sono i luoghi che videro muovere i primi passi al famoso alpinista, nativo di Funes, la sua palestra di roccia e vi è anche una via di roccia, aperta da Reinhold e Günther Messner nell’estate del 1968, che attraverso la difficile parete nord conduce alla sommità del Sass da Putia.

Per buoni camminatori, ma senza velleità alpinistiche c’è invece il  suggestivo Sentiero Adolf Munkel (detto anche Sentiero delle Odle) che inizia a Malga Zannes e corre per circa 12 km senza eccessivo dislivello, attraverso la base delle cime, tra boschi ombrosi, torrenti e brughiere di arbusti, offrendo panorami straordinari e un’incredibile varietà di piante alpine rare, passando accanto a una palestra di roccia con una cinquantina di vie di difficoltà dai 4 agli 8°, fino a Malga Brogles (2045 m). “Vogliamo offrire ai nostri ospiti un’esperienza unica, che possa toccarli nel profondo.” Hanno affermato con trasporto Teresa e Stefan Hinteregger.

 

forestis.it

 

Photo credits, Roberto Carnevali