ENOTURISMO IN ALTO ADIGE: FULL IMMERSION DI PIACERE
Ci sono molti modi di vivere il vino: assaporarlo da solo, abbinare al cibo, visitare le cantine e ammirare i vigneti. Invece in Alto Adige esiste un solo modo giusto: viverlo a 360°, in un full immersion senza fine. Come svegliarsi in un hotel in mezzo ai vigneti e poi cenare la sera nella sua cantina, girare con la bici da un castello all’altro, passando per le vigne e fermarsi per sorseggiare un calice tra i filari, chiacchierando amabilmente con un vignaiolo, mangiare un boccone a pranzo e scoprire un altro vino emozionante.
Non è un sogno ad occhi aperti. Parlando in un linguaggio moderno, questo tipo di experience si chiama enoturismo. Sicuramente, è un’esperienza che negli ultimi anni ha suscitato il maggior interesse sia da parte degli esperti che degli appassionati. Anche se è vero che ogni regione italiana è la terra a forte vocazione vinicola, per vivere appieno le emozioni enoiche, l’unica meta possibile è l’Alto Adige.
È una terra affascinante, straordinaria in tutte le stagioni, una destinazione perfetta per vivere le emozioni tra il cielo e la terra, respirando l’aria cristallina di montagna. Incastonato tra la Svizzera e l’Austria, è uno dei territori vinicoli più piccoli d’Italia, ma anche uno dei più variegati. In Alto Adige vive poco più di mezzo milione di abitanti con la maggioranza di lingua tedesca: 2/3 della popolazione contro 1/4 di lingua italiana e una piccola parte di lingua ladina nelle valli dolomitiche.
La viticoltura si estende dai piedi dei massicci alpini più elevati a Nord, fino ai vigneti di un paesaggio decisamente mediterraneo a Sud. 5 mila viticoltori si dividono una superficie vitata di poco più di 5.500 ettari, distribuita nelle zone climatiche più disparate, su terreni diversi e a quote che variano fra 200 e più di 1.000 metri s.l.m. Un terroir quanto mai differenziato fa sì che tanti vitigni trovino condizioni di crescita ideali.
Qui si concentra circa 1% della produzione vinicola italiana. Ma è ben 98,8% di tutta la superficie vitata dell’Alto Adige è soggetta al disciplinare DOC, ed è la percentuale più alta fra tutte le regioni italiane. I vitigni bianchi occupano circa 2/3 delle coltivazioni, fra le quali figurano anche alcune “specialità” sempre più apprezzate come il Riesling, il Sylvaner, il Veltliner, il Müller Thurgau o il Kerner, che prosperano soprattutto nei vigneti freschi che sovrastano le valli più settentrionali della provincia.
Si dice che nel vino si esprima sempre tutta la bellezza di un territorio. Infatti il vino ha scandito la storia e la cultura degli altoatesini per più di tremila anni. Non tutti sanno infatti che l’Alto Adige è una delle zone di coltivazione vinicola più antiche d’Europa, tanto che già nel 5° secolo avanti Cristo il popolo dei Reti vi produceva vino, come dimostrano ritrovamenti archeologici di roncole da potatura e mestoli da botte risalenti a quel periodo. Durante il Medioevo, i vini più apprezzati del territorio furono i bianchi prodotti nella zona di Bolzano. Ma a partire dal Cinquecento presero gradualmente piede anche i vini rossi, e nella vinificazione si passò per la prima volta dalla fermentazione del mosto (cosiddetta “in bianco”) alla vinificazione sulle bucce.
300 giornate di sole all’anno e un clima continentale temperato, fanno dell’Alto Adige non solo un territorio ideale per la viticoltura con presupposti ideali 20 vitigni diversi, ma anche una delle mete di villeggiatura più amate d’Europa. Considerando che nel territorio sono presenti 218 cantine, è possibile seguire semplicemente la Strada del Vino oppure costruire il proprio soggiorno su misura, tracciando una mappa di luoghi da visitare e di vini da assaggiare.
Impossibile parlare di tutte le cantine, anche se ci sono alcune assolutamente da non perdere e soprattutto da scoprire i loro vini. Come costruire il proprio percorso? Bisogna partire da un hotel che sia in una posizione comoda, e che permetta di rilassarsi dopo una giornata in giro tra i vigneti, passando un’oretta nella SPA o nuotando in piscina. Una buona cena a lume di candela (un tocco di romanticismo non guasta mai) e un comodo letto sono fondamentali, ma sono il fattore umano e l’accoglienza che contano davvero. Tutto questo trovate al Ansitz Plantitscherhof Hotel, l’unica tenuta privata che nel tempo si è trasformata in un hotel 5 stelle nella zona residenziale di Merano. 50 camere, classiche o moderne, ma eleganti e funzionali, sono tutte diverse l’una dall’altra. Alcune con una sauna, altre con una vasca idromassaggio, altre ancora con una piscina privata o un enorme terrazzo, fanno venire voglia di viverle tutte. In questo hotel non manca niente: una terrazza panoramica, una storica cantica sotterranea, una in pietra e una in legno contenenti 21mila bottiglie da tutto il mondo, un ristorante serra, un cifra lounge, una spa e una piscina, il noleggio di mountainbike e di auto d’epoca. Insomma, un perfetto punto di partenza (e di ritorno). E per le cantine da visitare c’è solo l’imbarazzo della scelta. Eccone qualcuna che vale il viaggio.
Arunda
Arunda è una cantina Metodo Classico più alta d’Europa, fondata nel 1979 a Meltina a 1200 m s.l.m., una piccola località tra Merano e Bolzano, da Josef Reiterer. Come racconta il titolare, la nascita di questa azienda è avvenuta per i motivi familiari. La moglie Josef è una grande amante di bollicine e di Champagne francesi, dispendiosi se stappati ogni giorno. Così ha deciso di mettersi a produrre lui il Metodo Classico, tanto amato dalla signora, e ha fatto centro. Oggi è un’azienda che pur non avendo vigneti, trasforma le uve di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, selezionate e acquistate dai vignaioli di fiducia in diverse zone dell’Alto Adige. La produzione annua si aggira intorno a 130 mila bottiglie, suddivise in 12 etichette, e costituisce circa 50% della produzione spumantistica altoatesina.
Falkenstein
Un’azienda vinicola di Naturno in Val Venosta, vicino all’omonimo castello, che nasce come azienda frutticola; nel 1989 Franz Pratzner decide di convertirla, abbandonando la coltivazione delle mele a favore della viticoltura. Da allora questa cantina non si è più fermata. E’ sempre gestita da Franz con la moglie Bernadette con le loro due figlie Magdalena e Michaela. Loro portano avanti con orgoglio le tradizioni di famiglia, coltivando 5 varietà principali, tra cui 4 vitigni bianchi e un rosso, da cui ricavano diverse linee.
Elena Walch
Un nome che non necessita di presentazioni. Una delle aziende più importanti e più in vista dell’Alto Adige, è rinomata sia sul panorama vinicolo italiano che al livello internazionale. Elena Walch, architetto di professione, dopo aver sposato l’erede di una delle più antiche famiglie vinicole della regione, ha sposato con tutta l’anima anche il vino, portando la modernizzazione e l’innovazione nell’azienda tradizionale, nata nel lontano 1869. Oggi la gestione aziendale è affidata alla quinta generazione della famiglia, alle sue due figlie Karoline e Julia Walch. Loro portano avanti fedelmente la filosofia della madre: i vini sono e devono essere espressione del territorio, e i vigneti devono essere lavorati secondo i principi di sostenibilità e di rispetto della natura. Le due splendide vigne, Kastelaz nella zona di Tramin, e Castel Ringberg, la tenuta principale dell’azienda e il vigneto più grande dell’Alto Adige, godono di perfette posizioni e condizioni climatiche, nonché di cura assoluta dei vigneti. Per questo i vini di Elena Walch, che sono creati ad arte dalle migliori uve elezionate, vengono apprezzati dai maggiori esperti di tutto il mondo.
Kurtatsch Kellerei
Una delle più antiche cooperative della regione che si trova a Cortaccia. La nuova sede è stata ultimata pochi mesi prima, e ha tutto quello che una cantina può desiderare: ampi spazi per la degustazione con un panorama mozzafiato, una fornita enoteca, una suggestiva barricaia, ricavata nella roccia. I numeri della cantina sono impressionanti: 190 piccole aziende a conduzione famigliare con 190 ettari di vigneto costituiscono questa storica realtà. Anche le caratteristiche del terroir sono davvero uniche, praticamente impossibili da trovare. Qui i vigneti spaziano dalla pianura fino al massiccio della Mendola, dislocati ad un’altitudine tra 200 e 900 m s.l.m.. Per questo la filosofia aziendale recita “Zona per zona. Vino per vino.” Che significa produrre vini che rispecchino fedelmente le loro località di origine. Due sono le linee di produzione: Selection, la prima selezione dei vigneti di Cortaccia, e Terroir, la punta di diamante dell’arte vinicola dell’azienda, di cui alcuni vini sono prodotti solo nelle migliori annate.
Nals Margreid
Un’altra splendida cantina a Nalles, composta da 160 ettari di vigneti, appartenenti a 138 viticoltori. Fondata nel 1932, oggi come allora, è portata avanti con grande passione e sensibilità dai soci che hanno sempre puntato sulla qualità e sulla tradizione per regalare agli appassionati l’emozione di bere i vini che rappresentino appieno il territorio. I vitigni si estendono da Nalles, fra Bolzano e Merano, dove si trovano i terreni più settentrionali, fino a Magrè nella parte meridionale della Bassa Atesina, da qui si intuisce anche le origini del nome della cantina. La sede rinnovata le ha dato una nuova luce, ancora più brillante, anche se la vera particolarità dell’azienda è la volontà di dare ad ogni vino il proprio nome perché diventi riconoscibile e rappresentativo del territorio.
Castel Katzenzungen
Questa cantina nasconde il vero patrimonio dell’umanità: la vite più antica e più grande del mondo. Secondo la storia, avrebbe più di 600 anni, anche se grazie alle ricerche scientifiche è stato possibile stabilire che la sua età risale a oltre 350 anni. La vite cresce, rigogliosa, all’altezza di 600 m s.l.m. ai piedi del castello e si stende per più di 350 mq. Il vitigno in questione si chiama Versoaln, ed è autoctono di Prissiano. Nelle annate migliori si può raccogliere circa 700 kg di uva per produrre fino a 500 bottiglie, tutte numerate e corredate di certificato. Impossibile bere questo vino, color giallo paglierino chiarissimo con riflessi verdognoli, delicatamente fruttato e finemente strutturato, e non essere sommersi dall’emozione e dalla suggestione del luogo e della storia.
Come vedete, in Alto Adige non mancano le emozioni enoiche, dalle bollicine più alte d’Europa al vitigno più antico del mondo, passando per le piccole e grandi storie di famiglie e di aziende storiche che vale la pena di scoprire ad una ad una.