L’ISTRIA, ANCHE D’INVERNO
L’affascinante penisola istriana sarà per Jules Verne un singolare pretesto narrativo. L’autore di Ventimila leghe sotto i mari e Viaggio al centro della terra, nel suo romanzo del 1885 Matijaš Sandorf, trarrà ispirazione dai resoconti di viaggio degli scrittori che nell’800 avevano esplorato questa affascinante regione, pur non avendola mai visitata. Tra i padri della letteratura fantastica, a cui verranno dedicati un cratere sulla Luna e un asteroide, lo scrittore non riuscirà a sottrarsi dal descrivere le misteriose atmosfere balcaniche dell’Istria, tanto da dedicarvi la prima parte del romanzo nel quale Mathias Sandorf mentre è a Trieste incontra alcuni amici aristocratici che stanno complottando per liberare l’Ungheria dall’Impero Austroungarico. Saranno scoperti e arrestati dalla polizia austriaca che li porterà nel maniero di Pazin (Pisino), dove saranno processati e condannati; tuttavia, Mathias Sandorf e un amico riusciranno a fuggire e grazie alla corrente del Pazinčica, il maggiore fiume ipogeo della penisola, affluente del canale di Leme, raggiungeranno a piedi Rovinj (Rovigno).
Jules Verne non sarà il solo a rimanere colpito dall’atmosfera di questi luoghi. Anche Dante Alighieri darà prova di aver conosciuto l’Istria e la Croazia, menzionando nell’Inferno della Divina Commedia l’abisso di Pazin (Pisino), nel cuore dell’Istria, un dedalo con oltre duemila grotte, caverne e pozzi, citando anche Pola e le isole del Quarnaro. E chi non ricorda il film Dalla Russia con amore, con lo spettacolare inseguimento in motoscafo tra le isole della Croazia, allora Jugoslavia, con l’epilogo al Danieli di Venezia.

Istria, veduta aerea di Cape Kamenjak
L’Istria, che è la penisola più grande dell’Adriatico, ha una storia antica, ricca di avvicendamenti e colpi di scena. Verrà fondata dagli histri, un popolo di formazione culturale illirico-venetica, poi assoggettati dai romani nel 177 a.C., in seguito risparmiati dalle invasioni barbariche, mantenendo quasi inalterati i propri caratteri romano-bizantini, fino a quando nel 1291 Venezia prevale sul patriarca di Aquileia, sui conti di Gorizia e su alcune città istriane, ottenendo il dominio sulla costa da Capodistria a Rovigno e nel 1420 su gran parte dell’Istria. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, l’Istria verrà annessa all’Austria e in seguito alla Francia, per poi tornare ad essere guidata dall’Austria e ancora dalla Francia, passando nuovamente all’Impero Austro-Ungarico e dopo la Prima Guerra Mondiale all’Italia. Nel 1947 l’Istria diventerà parte della Jugoslavia e dopo la sua dissoluzione nel 1991, sarà suddivisa secondo i nuovi confini nazionali, tra Slovenia, Bosnia e Croazia (quest’ultimo è il Paese che ne detiene la maggior estensione). Ma il lungo dominio di Venezia, iniziato nella seconda metà del XIII secolo e proseguito per oltre cinque secoli, senza mai conquistare completamente la penisola, ne ha profondamente influenzato l’arte e l’architettura, come è visibile passeggiando per le vie e le piazze, ammirando le facciate in stile veneziano delle case a più piani di Rovigno e Parenzo, due località dalla storia millenaria assolutamente da visitare se si pensa a un soggiorno qui.

Rovigno
Una penisola densa di storia e di bellezza, con coste frastagliate e selvagge, mare cristallino, ma anche un entroterra tutto da scoprire. Una regione capace di esprimere una sintonia con l’Italia mai venuta meno, attraverso le arti, la musica, la letteratura e non solo, dove non è difficile sentire parlare italiano/veneto, anche in virtù del periodo in cui l’Istria era italiana (dal 1920 al 1943). Carlotta Grisi, la più grande ballerina italiana del ‘800, in onore della quale venne composto il balletto Giselle, era nativa di Visinada, nella parte occidentale dell’Istria. Era italo istriano, lo scrittore Fulvio Tomizza, autore del romanzo intitolato Il male viene da est, una delle sue opere più importanti. Sono nati in Croazia Rudolf Steiner, Nikola Tesla, Ottavio Missoni, Sergio Endrigo, Laura Antonelli, Mario Andretti, Lidia Bastianich e non sono poche le città dell’Istria che hanno una piazza importante dedicata a Giacomo Matteotti.
Rovigno
Rovinj

Rovigno (photo credits Frank Heuer)
Una località costiera sulla costa occidentale dell’Istria, tutta case strette e colorate, che se non fosse per gli yacht e le barche da diporto della marineria, potrebbe apparire ancora come il villaggio di pescatori che è stato per secoli. La città vecchia si distende su un promontorio difeso da tre delle sette porte che un tempo cingevano la località costiera, in prossimità della porta della Pescheria c’è l’elegante Arco di Balbi, viatico per accedere al prezioso centro storico, eretto nel 1679 in onore del governatore della città, sormontato da una testa veneziana, una testa turca e un leone di San Marco. Accanto la piazzetta dedicata a Matteotti e il Palazzo del Municipio che risale al ‘300, poi le caratteristiche stradine in pietra istriana che culminano sulla sommità, dove svetta la Chiesa barocca di Sant’Eufemia, dedicata alla protettrice di Rovigno, con la torre campanaria in stile veneziano alta 60 metri e la statua in rame della santa che ruota su stessa, indicando la direzione del vento. Da qui si può ammirare un panorama straordinario che guarda al lungomare, alla Baia Lone, alla spiaggia di ghiaia, ai 67 chilometri di costa e alle 14 isole dell’arcipelago di Rovigno. Da non perdere l’eco-museo dedicato alle batane, tradizionali barche tipiche a fondo piatto e il Parco forestale di Punta Corrente, creato da un aristocratico austriaco nel 1890, con piante aromatiche, specie ornitologiche rare e spiagge ghiaiose, che si raggiunge dal centro con una breve passeggiata lungomare. (Guida turistica: Goran Cvek, +385 (0) 915328389)
Parenzo
Porec

Porec (photo credits Igor Zirojevic)
Una cittadina rimasta intatta per secoli, che ricopre un ruolo determinante nella storia dell’Istria, tanto che nel 1861 ne diventerà capitale e sede del Parlamento regionale. Nel II secolo a.C. è un Castrum romano che durante il regno dell’imperatore Ottaviano muterà in città, per diventare nel I secolo d.C. Colonia Iulia Patentium, un porto di riferimento anche dopo la dissoluzione dell’Impero romano per Bizantini, Franchi, Veneziani, Francesi, Austriaci, Italiani, che si sono succeduti alla guida del Paese. L’impianto urbanistico si caratterizza per i due assi perpendicolari della città romana, il Decumano e il Cardo Massimo, ancora oggi riferimento della città vecchia, pregevole nella sua architettura, con bei negozi e ristoranti accoglienti, gremiti nella stagione estiva. Un luogo da scoprire in bici o a piedi lasciandosi trasportare dalla Passeggiata Antun Stifanic, arrampicandosi per i 173 gradini che conducono alla Cappella di San Nicola, posta sulla scogliera panoramica, oppure prendendo un battello per la costa e le isole o viceversa salendo sul trenino turistico, in un piacevole bighellonare. Da Piazza Libertà ci si perde per l’elegante centro storico, ammirando la torre pentagonale, residuo delle vecchie mura, insieme a edifici storici di pregio, in stile romanico e romano gotico, percorrendo le stradine levigate in bianca pietra istriana, che poi riportano al Lungomare, alle panoramiche Riva Ante Sonja e Riva Marsal Tito, seguendo la passeggiata delle mura. Ma la meta assoluta di Parenzo è senz’altro la basilica Eufrasiana, dal 1997 patrimonio dell’umanità UNESCO. Un luogo sacro unico al mondo, che rappresenta il più grande complesso episcopale del primo cristianesimo, conservato ancora integralmente. Tre basiliche in una, con i resti di edifici sacrali risalenti al III e IV sec. d.C. e la chiesa sorta grazie al vescovo Eufrasio nel VI secolo, con l’atrio, il battistero, il palazzo vescovile e un ricco impianto sacro di alto valore storico fatto di pregevoli mosaici bizantini. (Guida turistica: Adriano Mates, +385 (0)98 258 609)
Faro di Salvore
Savudrija

Il faro di punta Salvore (photo credits ET Istria © D Đopar)
Il più antico ancora attivo dell’Adriatico, eretto nella parte settentrionale dell’Istria su progetto dell’architetto Pietro Nobile per rendere sicura la navigazione da e per Trieste, fu il primo faro al mondo che per l’illuminazione utilizzava il gas ottenuto dalla distillazione del carbone giunto dalle miniere della costa istriana. Leggenda vuole che l’edificio fosse edificato per volere del conte Meternich per dedicarlo a un’aristocratica croata di cui si era innamorato durante un ballo a Vienna, ma che morirà lo stesso giorno in cui sarà terminata la costruzione del faro. L’inaugurazione avrà luogo nel 1818, dopo un anno di lavori, alla presenza dell’Imperatore. Una costruzione in pietra istriana che stupisce per l’armonia e la bellezza delle linee, fin dai primi tempi oggetto di curiosità per i turisti che insistevano per salire sulla sua sommità, tanto che i fanalisti responsabili del faro, vennero autorizzati ad essere armati e a fare fuoco se necessario. I primi assistenti al faro furono Stefano Schmidt e Bartolomeo Micala, a cui nel 1828 seguirà il salvorino Giovanni Giacomo Maurel, fino a tempi recenti, quando seppur automatizzato, il faro continuerà ad essere presidiato da un responsabile di stanza nell’edificio.

Il faro di Punta Salvore (photo credits ET Istria © D Đopar)
Un ruolo che da otto anni a questa parte viene ricoperto da Mario Milin, classe 1979 e figlio d’arte, ha imparato la professione dal papà che quasi per tutta la vita ha fatto il guardiano in diversi fari dell’Adriatico, spostandosi insieme alla famiglia e approdando a Salvore nel 1985. Mario era ancora bambino e vi è rimasto fino a ventiquattro anni, quando ha voluto fare altre esperienze, poi nel 2014 al momento in cui il papà è andato in pensione, ha partecipato a un concorso per fanalisti ed è stato assunto: “malgrado oggi vi siano i satelliti e la tecnologia sia sempre più sofisticata, i fari sono ancora fondamentali per la navigazione e rappresentano un riferimento per le navi che non ne possono fare a meno. Durante l’Impero Austroungarico prima che questo faro venisse costruito, capitava che le navi si arenassero sul fondale roccioso di Punta Salvore, quello che oggi capita prevalentemente alle barche a vela, d’estate quasi una volta al giorno. Quando è buio e c’è nebbia il faro può evitare disastri, ognuno ha una sua caratteristica, trasmette un particolare segnale che non è uguale a nessun altro nel raggio di quaranta miglia nautiche e consente al traffico nautico di orientarsi”.
Montona
Motovun

Motovun (photo credits ART © Frank Heuer)
A 21 km da Buje, 70 km da Rijeka e da Pula, arroccata su un promontorio che dalle mura guarda alla valle del fiume Mirna (Quieto), è una delle cittadine medievali istriane meglio conservate, con un’architettura in stile romanico e gotico che si è preservata fino ad oggi, meta privilegiata per gli amanti del tartufo di cui sono ricchissimi i boschi circostanti. Una località densa di attrattive, dal campanile gotico del XIII secolo, agli affreschi della chiesa della Beata Vergine Maria dei Servi, all’organo della chiesa parrocchiale di Santo Stefano che risale al XVII secolo, ma è anche una meta per i cinefili, vi si organizza l’international Motovun Film Festival. Tra i suoi concittadini illustri il famoso inventore Josef Ressel, che qui visse dal 1835 al 1843, per entrare nella storia grazie al primo esperimento di propulsione con elica navale, tenuto con successo a Trieste nel 1829. E Mario Andretti, celebre asso automobilistico, nato a Montona nel 1940, vincitore del campionato mondiale di Formula 1 nel 1978 e della 500 miglia di Indianopolis nel 1969.
Carnet d’addresse
Luoghi affascinanti con tanta storia, da scoprire d’estate, quando attirati dal mare cristallino c’è una maggior presenza turistica, oppure durante i mesi freddi e la mezza stagione, quando i residenti si riappropriano dei loro spazi. Una regione densa di mete storiche, culturali, turistiche, paesaggistiche per tutti i gusti, dove programmare un itinerario di alcuni giorni grazie alle indicazioni e ai consigli di @visitistria (istra.hr). Tradizioni culinarie che in alcuni casi si ispirano alla più antica cucina veneta e possono contare su un ampio paniere di prodotti tipici, a partire dall’olio extra vergine di oliva biologico (Oleificio Sandi e Teddi Chiavalon); alle ostriche e frutti di mare del Fiordo di Leme, tra Orsera e Rovigno; al formaggio istriano vaccino a pasta dura, affinato per 300 giorni (caseificio Mljekara Latus); al pregiato tartufo bianco istriano di cui sono ricchi i boschi; al prosciutto di Dignano, prodotto nell’entroterra con carni di maiali magri allevati in Istria, stagionate almeno un anno in una salamoia a base di aglio, pepe, rosmarino e alloro. Tra i piatti, gli scampi alla busara, originari di Fiume; i fuži, triangoli di pasta all’uovo conditi con ragù di gallina, sugo ai piselli, gulash di cinghiale, asparagi selvatici o tartufo; la granseola all’istriana, da gustare nel guscio del carapace; il merluzzo all’istriana, un umido con capperi, acciughe, patate; il brodetto con pomodoro, scorfano, triglie, cozze, vino bianco; gli gnocchi con il gulash alla paprica o con crauti e funghi; la jota istriana, una zuppa con crauti, fagioli, salsicce, pancetta affumicata, patate, scalogno e cumino; lo strucolo de pomi, uno strudel rivisitato all’istriana.
Cap Aureo Signature Restaurant
Grand Park Hotel Rovinj – Rovigno

Grand Park Hotel Rovinj (photo credits Gunter Standl)
Un elegante ristorante gastronomico nella terrazza vetrata al 5° piano del Grand Park Hotel Rovinj, con vista mozzafiato sulla città vecchia, sul golfo di Rovigno e sulle isole, dove la cucina mediterranea creativa dello chef maltese Jeffrey Vella, coadiuvata dal maître Andreas Zilli e da uno staff professionale e attento, propone a base di materie prime locali, pietanze di grande concentrazione ed equilibrio. Menù degustazione a 5 e 7 portate (realizzato in carta water proof eco sostenibile), che si ispira ai prodotti locali e strizza l’occhio alle verdure, alle erbe e al pesce (proposte anche vegetariane e vegane), con chef’s table e percorsi gourmet fino a 20 piatti. Da non perdere il Tacos istriano con mais, indivia, nocciola; il Tiramisù salato, con funghi, sfoglia, polvere di caffè; il Cavolfiore, con fiordilatte di capra, tartufo invernale e lievito; la Ganache al caramello e schiuma di latte. Completa l’esperienza una carta dei vini ben raccontata da sommelier professionisti, con etichette dalle più vocate regioni vinicole d’Europa e vini autoctoni croati di pregio, come le vecchie annate di Malvasia e il Moscato di Gianfranco Kozlovic, emblema della rinascita dell’enologia istriana.
maistra/cap-aureo
Karlic Tartufi e Museo del tartufo
Paladini
Un’attività imprenditoriale sulla cultura del tartufo istriano, fondata nel 1966 da Ivan Rašpolić, insieme alla moglie Danica, in prossimità del lago di Butoniga. Un’area ricca di foreste ben nota per l’elevata qualità del tartufo bianco, dove oggi prosegue nell’attività di famiglia Radmila Karlić, che fin dall’età di dieci anni ha imparato da papà Ivan tutti i segreti del vicino bosco di Montana e del tartufo istriano, nozioni ed esperienze che oggi insieme al marito Goran trasmette ai figli. Un vero e proprio paradiso per gli amanti del tartufo, dove togliersi ogni curiosità sull’argomento, vivere l’esperienza della caccia al tartufo con la muta di 12 cani addestrati fin da cuccioli dalla famiglia Karlic e dove assaggiare nella sala di degustazione panoramica, le specialità a base di tartufo, i piatti local, i salumi, i formaggi, le creme, le salse, le confetture, l’olio evo e le grappe prodotte home made con il prezioso tubero. Da non perdere la visita al primo museo del tartufo croato, edificato accanto all’azienda, con oggetti, attrezzi d’epoca e coinvolgenti percorsi sensoriali.
karlictartufi.hr
Hotel Roxanich Winery & Design
Montona

Photo credits Gunter Standl
Alle pendici di Montona/Motovun, un hotel design di recente costruzione con 28 camere e 4 suite in stile eclettico, impreziosite da pavimenti in legno, pelle e tessuti pregiati in stile anni ‘60, letto king size su misura e ampie finestre con vista sulla valle del fiume Quieto e sui vigneti. Un boutique hotel dagli elevati livelli di confort e servizio, nel cuore dell’Istria, con annesso ristorante ed enoteca, dove lasciarsi guidare in coinvolgenti tasting alla scoperta dei vini tipici della zona, in abbinamento a food pairing dedicati. Interrata nella collina la cantina Roxanich, con gli ottimi vini dell’enologo Mladen Rožanić. Varietà autoctone espressive come Terano, Merlot, Borgonja, Cabernet Sauvignon e Pinot Noir, ma anche bianchi, bollicine e il pregiato Porat Antenal, un sontuoso vino liquoroso con uvaggio Cabernet Sauvignon e Merlot, invecchiato dieci anni, simbolo di una viticoltura antica che in questa parte dell’Istria brilla per tradizione e qualità.
roxanich.com
Ristorante Sv. Nikola
Parenzo
Nella prima fila di case colorate che costeggiano il lungo mare di Parenzo, in un edificio della fine degli anni ’20, un’elegante e centralissimo ristorante su due piani con terrazza panoramica, dove si propone una cucina mediterranea e internazionale, che guarda con attenzione alla gastronomia tipica istriana. Al timone Nikola Bijelić che l’ha aperta nel 2007, insieme alla moglie Zenca, dopo aver fatto esperienza circa dieci anni in ristoranti di rilievo non solo croati, ed essere stato per sedici anni maître allo Sport Hotel Royer in Austria, un solido periodo di formazione che ha gettato le basi della sua professionalità. Tra i piatti da non perdere, le tagliatelle ai tartufi, i fuzi fatti in casa con gamberi e calamari, il filetto di agnello, il branzino al sale, i filetti di pesce con salsa di canestrelli, scampi, capperi e limone, petto d’anatra con salsa di arancia e fiori di dente di leone, da abbinare a una carta vini con un centinaio di etichette europee e locali. Sempre di proprietà della famiglia Bijelić anche un albergo diffuso, a quattro chilometri da Parenzo, diretto da una figlia e l’azienda Kavada, vicino a Pola, che produce olio, in una piantagione di milleseicento ulivi di varietà Leccino e Pendolino, con annesso un maneggio, seguiti dall’altra figlia.
svnikola.com
Konoba Mondo
Montona
Una taverna tipica istriana nel cuore di Montona, affascinante cittadina medievale che domina la valle del fiume Quieto e le foreste di quercia istriana, così preziosa per la flotta veneziana ai tempi della Serenissima. Un’insegna rustica, calda e accogliente, con mura in pietra, mobili in legno, il caminetto e d’estate le terrazze apparecchiate, guidata dal ristoratore Klaudio Ivašić, dove riscoprire la tradizionale cucina locale a base di pregiato tartufo locale, tanto prelibata da attirare l’attenzione del New York Times e di Anthony Bourdain, chef e star televisiva, vincitore di un Emmy Awards con il programma No Reservations. Da non perdere il pane caldo con tartufo, olive e olio evo bio locale, i tortelloni ripieni di tartufo e bietole, le tagliatelle al tartufo bianco, gli gnocchetti con gamberi e tartufo, il carpaccio con rucola, scaglie di formaggio stagionato e tartufo, la torta al cioccolato Java e foglie di tartufo, abbinati a un’ampia scelta di vini locali anche a bicchiere e a un servizio cordiale e premuroso.
konoba-mondo.com
Konoba Buščina
Umago
Immersa nelle verdi colline tra Umago e Plovania, nei pressi del confine sloveno, una trattoria tradizionale a conduzione familiare che nel 2022 ha festeggiato i primi trent’anni di vita. Una taverna in pietra istriana, legno e tavelle in cotto, che erano il tetto di una vecchia chiesa e Fabijana Mijanović ha aperto nel 1992, ristrutturando la casa dei nonni. La carta è stuzzicante e ripercorre la tradizione locale attraverso i piatti storici e quelli del giorno, che variano a seconda degli ingredienti disponibili, preparati con tutta la cura che si mette nella cucina di casa, utilizzando le verdure dell’orto, le erbe aromatiche dei boschi, l’olio e il vino che il figlio di Fabijana produce in un azienda poco distante, il pesce portato da un pescatore della vicina Umago, le selezioni di una macelleria di fiducia. Una particolare attenzione si pone al Bovino istriano o Boscarino, una razza tipica oggi protetta, che negli anni ’50 del Novecento contava 50.000 capi, scesi negli anni ‘90 a soli 100, con cui si preparano lo straordinario carpaccio, il gulash al tartufo, lo stracotto, la tagliata, i salami. Si cena con le premure di uno staff giovane e preparato, in una atmosfera raccolta e allegra, con il camino sempre acceso, andando alla scoperta della cucina istriana, mentre d’estate c’è il fresco dehor esterno e il parco giochi per i bambini.
konoba-buscina.hr