ALTEMASI, L’ECCELLENZA FIRMATA CAVIT
Cavit è una realtà esemplare di consorzio di secondo grado, ovvero un consorzio di cooperative, situata nel cuore del Trentino, a Ravina di Trento. Nata nel 1950 riunisce dieci cantine sociali, collegate ad oltre 4.500 viticoltori distribuiti su tutto il Trentino, dalle quali riceve e seleziona le materie prime prodotte (più del 60% di tutto il vino del Trentino), controllando ogni fase, dalla raccolta fino alla commercializzazione.
Nel corso di quasi settant’anni di attività, la società trentina ha sviluppato un expertise singolare in cui filiera e sistema si fondono in un virtuoso modello di cooperazione, unico in Italia, sintesi di artigianalità e organizzazione, rispetto per la tradizione e avanguardia tecnologica, sostenibilità e ricerca scientifica.
La storia di Cavit inizia nel 1950 quando alcuni viticoltori si associano con l’intento di valorizzare meglio insieme i vini della tradizione trentina. Gli obiettivi principali erano quelli di assistere le cantine associate, promuovere la cultura del vino di qualità, fornire formazione e aiuto costante ai viticoltori per orientarli verso le tecniche di coltivazione più avanzate nel segno dell’eccellenza. Nel 1957, Cavit decise di sviluppare la commercializzazione dei vini e al 1964 risale la costruzione della sede di Ravina di Trento, ampliata fino a raggiungere negli anni le dimensioni di 80 mila metri quadri.
Cavit è, infatti, un colosso dell’enologia italiana, con oltre 65 milioni di bottiglie prodotte ed esportazioni pari all’80% della produzione. Sia per la produzione che per la costanza qualitativa nel tempo rappresenta tante realtà con unico scopo: preservare e valorizzare i vini trentini, conservando le peculiarità di ogni sottozona.
Frutto di numerosi investimenti nel corso degli anni, il sistema produttivo di Cavit si basa su rigorosi processi produttivi che garantiscono standard elevati e costanti a tutti i vini e agli spumanti della cantina destinati alle diverse fasce di mercato.
Fiore all’occhiello del sistema Cavit è PICA, acronimo di Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola, che rappresenta la più avanzata piattaforma tecnologica in Italia per l’implementazione di una viticoltura eco-sostenibile, con l’obiettivo di assicurare la migliore gestione e resa delle coltivazioni, in collaborazione con due dei migliori centri di ricerca del Trentino, la Fondazione Edmund Mach (FEM) e la Fondazione Bruno Kessle, sotto la regia di Andrea Faustini, enologo, coordinatore e responsabile scientifico del team agronomico Cavit.
Il Trentino ha una superficie vitata di 10.000 ettari, ma è solo dell’8% la percentuale di uve utilizzate a base spumante. La zona del Trento DOC ha vari territori con una varietà climatica, che va dal Garda alle Dolomiti. Nella valle dei laghi il clima è mediterraneo, troviamo anche uliveti e limoni. Salendo nella Valle dell’Adige il clima diventa subcontinentale, fino ad arrivare nella Val di Cembra dove è tipicamente alpino.
Gli inverni freddi e le estati fresche e ventilate con notevoli escursioni termiche consentono un arricchimento aromatico delle uve, necessario per le basi spumanti, con un allevamento a Pergola semplice sui pendii collinari e a pergola doppia a fondovalle.
Altemasi Trento Doc è la linea di eccellenza della spumantistica Cavit, un progetto che si basa sulla selezione dei vigneti più vocati, allevati a pergola semplice, che si trovano in alta collina nei dintorni di Trento, nella Valle dei Laghi e sull’altipiano di Brentonico, situati tra i 450 e i 600 m di altitudine, esposti a sud e sud-ovest, con rese intorno ai 70 hl per ettaro. Lo Chardonnay è coltivato su terreni prevalentemente di origine fluvio-glaciale, mediamente profondi, tendenzialmente calcarei e ricchi di scheletro, mentre i terreni scelti per il Pinot Nero sono di natura vulcanica, originati sui basalti dell’altipiano di Brentonico, con tessitura di medio impasto e ben strutturati, esposti a sud –est su terreni argillosi e calcarei.
L’uva è vendemmiata manualmente, e raccolta in cassette.
Abbiamo avuto la possibilità di degustare alcune cuvée dell’azienda in un piacevole pranzo “pic nic” a Maso Saracini località Meano, sulle colline che circondano Trento con una splendida vista sulla Val di Cembra fino alla perdita d’occhio dell’orizzonte del Campo Rotaliano.
ALTEMASI RISERVA GRAAL 2010 – 90/100
Trentodoc Metodo Classico
70% Chardonnay e 30% Pinot nero
Elegante spumante classico Riserva Millesimato che Cavit produce solo con le uve delle grandi annate. Graal deriva dal latino medievale con il significato di recipiente, tale nome ha acquisito notorietà nel ciclo dei romanzi di re Artù poiché associata alla coppa usata da Gesù durante l’ultima cena. Per la Riserva Graal, la cuvée di prestigio di Altemasi sono utilizzate le uve migliori dei vigneti provenienti dalle aree collinari presso Trento, il Pinot noir proviene da Mori, Altopiano di Brentonico, e lo Chardonnay da vecchie vigne della Valle di Cavedine (la Valle dei Laghi). L’annata 2010 è stata regolare con temperature nella media, tranne un luglio molto caldo che ha permesso un ottimale accrescimento degli acini. Le piogge primaverili hanno garantito la riserva idrica per avere un buon livello di maturazione. La vendemmia manuale, con le uve raccolte in cassette è iniziata gli ultimi giorni di agosto, ha portato a vini con acidità importanti ed equilibrio, garanzia di qualità e longevità.
Il mosto ha fermentato a temperatura controllata in contenitori di acciaio inox e una parte in barriques, con una presa di spuma avvenuta in aprile, e una sboccatura avvenuta dopo un affinamento di circa 72 mesi sui lieviti con un dosaggio di 5 g/l.
Colore giallo paglierino, profumo fine e intenso con note di mela ed agrumi dolci, frutta esotica, matura, nuances di tostatura di mandorla e nocciola, note pasticceria. Gusto pieno e fresco, ben equilibrato, una buona acidità mette in risalto la struttura che sorregge l’elegante sapidità e la lunga persistenza. Produzione di 12.000 bottiglie
ALTEMASI BRUT MILLESIMATO 2014 – 88/100
Trentodoc Metodo Classico
100% Chardonnay. Il 2014 fu caratterizzato da un inverno mite, con temperatura sopra le medie stagionali ha preceduto una primavera calda e asciutta. L’estate ha fatto registrare frequenti precipitazioni portando a una vendemmia piuttosto anomala, effettuata tra fine agosto e inizio settembre.
Uve vinificate a temperatura controllata in acciaio e in legno. Nella primavera successiva alla vendemmia si effettua la presa di spuma in bottiglia con permanenza sui lieviti per 36 mesi con un dosaggio di 6,5 g/l. alla sboccatura.
Colore giallo paglierino, dai profumi fini e complessi, fruttato di susine, pesca e melone, note di frutta secca, minerale con leggere note di crosta di pane.
Una buona morbidezza, un gusto retrolfattivo dinamico di frutta e un ritorno minerale profondo per una buona persistenza.
ALTEMASI ROSÉ – 87/100
Trentodoc Metodo Classico
Altemasi Rosé rappresenta un’armonica unione tra l’eleganza dello Chardonnay e la struttura del Pinot Nero, per un raffinato bouquet di piccoli frutti. La vinificazione viene realizzata pigiando lentamente solo gli acini interi dello Chardonnay per separare le diverse frazioni di mosto che, inoculato con lieviti selezionati, fermenta a temperature controllate in recipienti di acciaio inox. Il vino proveniente da Pinot Nero è ottenuto col sistema del “cappello sommerso”, che consiste nel lasciare il mosto a contatto con le bucce fino ai primi segnali di inizio fermentazione. Poi si procede a separare solo il mosto facendo proseguire la fermentazione in acciaio inox a temperatura controllata. In questo modo si ottiene dalla buccia un colore tenue e delicato segno distintivo del Trentodoc rosato Cavit. Nella primavera successiva si effettua la presa di spuma in bottiglia con permanenza sui lieviti per almeno 15 mesi, alla sboccatura viene dosato 7 g/l.
Colore rosa tenue con leggeri riflessi ramati, perlage fine e persistente con profumi complessi, note fruttate che ricordano la ciliegia matura, il ribes, la pesca e la mela rossa, tostature dolci e un floreale di rosa.
Al palato un buon equilibrio, una bella salinità, un retrogusto fruttato di mandarino e chiude sull’amaricante della mandorla amara.