CASTELLO LA LECCIA, STORIA DI NOBILI E DI BACCHE NERE

Nel cuore del Chianti Classico, nel comune di Castellina in Chianti, si nasconde un vero gioiello di storia, accoglienza e viticoltura, Castello La Leccia, che dalla sua posizione elevata domina la Val d’Elsa. Il primo riferimento al Castello, secondo le fonti storiche documentate, risale al 1077, quando il nobile Rodolfo di Guinzo ne acquistò una parte.

Considerata l’importanza strategica della sua posizione, i diritti sul castello erano divisi tra ben sedici proprietari. Verso la metà del 1400, anche sul Castello, come su larga parte del territorio del Chianti Classico, si estese il dominio della famiglia Ricasoli. Nel corso del XVIII secolo, il Castello, nel cui borgo vivevano circa 70 persone, assunse un aspetto più simile ad una villa con la modifica di parte della struttura.

Nel 1920, poi, l’intera proprietà fu acquistata da Giuliano Daddi, colui che ha fondato l’azienda. L’ultimo erede della famiglia Daddi, Francesco, dopo un’importante ristrutturazione dell’intera azienda, cedette infine la proprietà a Rolf Sonderegger, imprenditore svizzero che sta concentrando le proprie energie in direzione di un ulteriore e costante sviluppo aziendale.

Oggi, come mille anni fa, il Castello La Leccia si trova in mezzo alla natura. La proprietà conta 170 ettari, di cui 17 vitati e 10 a uliveto. L’azienda agricola segue da molto tempo i criteri dell’agricoltura biologica, ottenendo sette anni la certificazione. I vigneti, dove si coltivano Sangiovese, Malvasia Nera e Syrah, sono tutti esposti a sud e sud-ovest, e occupano cinque diverse zone intorno al Castello, ad altitudini variabili fra i trecento e i cinquecento metri. Qui l’utilizzo di rame e zolfo è ridotto al minimo, e l’apporto di sostanze organiche al terreno è assicurato in modo naturale: tra i filari crescono orzo, trifoglio e senape, e il compost è ricavato dalle vinacce e dai raspi.

Le uve vengono vendemmiate e vinificate separatamente, selezionando con cura ogni parcella di ogni singolo vigneto. La fermentazione in cantina, avviata dai lieviti autoctoni, si svolge in vasche di acciaio a temperatura controllata. Dopo la svinatura, il vino prosegue la fermentazione malolattica nel cemento. La fase successiva, forse la più delicata, è l’assemblaggio, nel Chianti Classico, del Sangiovese, che proviene da quattro distinti vigneti e si presenta dunque con caratteri e profumi assai diversi tra loro.

Il risultato di questo lavoro attento e minuzioso sono 4 etichette, tre dei quali a base di Sangiovese in purezza: il Toscana IGT Vivaio del Cavaliere, il Chianti Classico DOCG, il Chianti Classico Riserva DOCG e Bruciagna, il Chianti Classico Gran Selezione DOCG.

Il direttore dell’azienda Guido Orzalesi, è intenzionato di portare le 50.000 bottiglie prodotte attualmente a 80.000 in poco più di due anni. Appassionato di vino, del “suo” vino, lui è convinto che il fattore umano nelle collaborazioni sia fondamentale, e sostiene che “la viticoltura etica e sostenibile è uno strumento importante per la valorizzazione del territorio, che deve essere mantenuto e custodito in tutta la sua biodiversità.”

Il Castello La Leccia ospita anche un lussuoso agriturismo, costituito da dodici suites e dotato di una splendida piscina panoramica a sbalzo che si affaccia sui vigneti, offrendo una vista emozionante. Nel corpo centrale del castello, nella parte della villa una volta destinata a limonaia, si trova il ristorante, dove la tradizione toscana è interpretata con ricercatezza, e la grande cura della materia prima e della stagionalità si accompagnano ad un servizio efficiente e discreto.

In abbinamento ai tre vini degustati, una delivery lunch box firmata dal ristorante romano Rimessa Roscioli. Formaggi e salumi selezionati, cappesante e bollito finto, giardiniera fatta in casa sono stati una piacevole via di mezzo in attesa di ritornare ad assaporare gli eventi in presenza.

 

DEGUSTAZIONE

 

VIVAIO DEL CAVALIERE 2019 TOSCANA ROSSO IGT

 

92/100

Nell’annata 2019 presenziano in blend Sangiovese e Malvasia Nera, anche se normalmente è prevista anche una piccola parte del Syrah. Si presenta nel calice di un bel color rubino profondo e intenso, al naso si sprigionano intensi profumi di ciliegia e note balsamiche. In bocca è decisamente tannico, ma si ammorbidisce presto. È un vino intenso, diretto, maschile.

 

CHIANTI CLASSICO DOCG 2018

95/100

Rosso rubino con qualche riflesso granato luminoso, è il vino che all’olfatto regala aromi intensi ma armoniosi di frutta rossa; al palato, invece, è rotondo e sorprendentemente fresco e beverino, dall’acidità equilibrata, perfetto anche per l’estate.

 

CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG 2016

94/100

Il suo colore è un classico rubino intenso tendente al granato. Il naso è ricco e ampio, spazia tra gli aromi di violette, note di tabacco e visciole. All’assaggio è morbido ed elegante, con un tannino armonioso e avvolgente.

 

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