COLLIO, LO STILE “GRADIS’CIUTTA”
Il Collio è quella parte puramente collinare della provincia di Gorizia al confine della Slovenia e compresa fra i due fiumi Isonzo e Judrio, magica, magnetica, protetta a nord dalle Prealpi Giulie e aperta a sud ai benefici effetti del clima marino. Lo si può proferire in italiano, per l’appunto Collio, in sloveno Brda, oppure ancora in friulano Cuei o al limite infine in tedesco den Ecken, ma consiste sempre e comunque in un’adorabile e incessante ondulazione, la quale coglie al massimo i 270 metri slm e dove i terreni sono essenzialmente composti da marne e arenarie eoceniche stratificate, cioè substrati di flysch emersi dal mare circa 50 milioni di anni fa. Il che tradotto in lingua locale sta per ponca, che a sua volta significa abbondanza di sali minerali e povertà di sostanza organica in profondità: insomma l’ideale per la coltivazione della vite. Qui, infatti, essa è antichissima e lo documentano rappresentazioni di castelli e vigneti, elementi basilari della vita militare, politica ed economica di un tempo. L’avvento dei Romani diede un grande impulso a tale attività, con l’introduzione di nuove tecniche e di rare proprietà delle uve e la produzione di vino, intorno al III secolo d.C. già affermatissima, continuò anche successivamente durante il periodo della Serenissima e della dominazione degli Asburgo. La viticoltura moderna ebbe invece inizio nella seconda metà del 1800, per opera del conte Teodoro Latour, che sostituì alcuni vigneti locali di scarsa qualità con altri francesi e tedeschi. Durante il IV Congresso Enologico Austriaco (1891) si decise poi di ripristinare il complesso di viti devastato dalla fillossera, innestando su quelle americane, varietà europee piuttosto rinomate. Ciò permise il rifiorire della pregiata elaborazione del Collio, che pur con l’interruzione data dalle battaglie della prima guerra mondiale, proseguì sui tradizionali canali di serietà e valore, trovando spazio sul mercato dei vini di pregio.
In ogni comunità rurale esistono figure carismatiche a cui gli incerti fanno quotidiano riferimento e a cui si guarda, da ogni angolazione, con profusa ammirazione e, spesso e volentieri, una punta di invidia. Il giovane Robert Princic ha tutta la stoffa per rappresentare questa tipologia di personaggio, con già alle spalle ben 23 vendemmie etichettate. Nessuna rottura con il passato, anzi il corretto orgoglio di appartenere ad una zona feconda per far crescere le proprie piante e le proprie visioni.

Robert Princic
Rigore, progettualità, fantasia e poesia: in sintesi lo stile Gradis’ciutta. Fedele ai propri principi, Robert propone vini fatti di emozioni, suggestioni e armonie, frutto di una ricerca appassionata. Vini che sono la lettura della vita, interpretazione di necessità e desideri, nel segno costante dell’unicità e che possiedono classe e completezza.
Vini che appartengono orgogliosamente al Collio, il quale, a sua volta, deve l’ottima reputazione (di cui gode) alla concentrazione e alla purezza soprattutto del Friuliano (Tocai) e poi a seguire della Ribolla Gialla, del Sauvignon, dello Chardonnay, del Pinot Grigio, della Malvasia istriana e via discorrendo. I nettari di Gradisc’utta ne sono autentici modelli, in quanto combinano un’alta percentuale di estratti, un’eccezionale pulizia ed una struttura che accarezza il palato con una fragranza alquanto briosa.
Una storia dunque in continua evoluzione, quella di Robert, ricca di esperienze e successi. Nei suoi 40 ettari, 25 vigneti e 90 particelle, invenzione e sperimentazione divengono piena sintonia con la realtà del tempo, senza compromessi, con una chiara e precisa identità: un’espressione originale e inconfondibile che lasci il segno.
LA DEGUSTAZIONE
annata 2019
Annata ricca di complessità, caratterizzata dal bilanciamento, dall’opulenza e dall’eleganza
Collio Friulano 2019
Trama odorosa molto coinvolgente, note di fiori di campo, pesca bianca e mandorla sbucciata. Palato di notevole armonia dolce-sapida, sviluppo ritmato con rilanci di freschezza nel limpido finale.
Collio Chardonnay 2019
Grinta e solarità con rimandi di pompelmo, erbe e nocciole. Al palato è sincero, generosamente alcolico, tenace, non troppo articolato ma dotato di un finale incisivo, dal timbro sapido-minerale.
Collio Pinot Grigio 2019
La verve sgrumata rilascia sfumature ai profumi. Il palato è tonico, vitale, in continua espansione, lo sviluppo si fa sferico e agile a un tempo e coniuga volume, polpa e articolazione, con un finale in totale scioltezza.
Collio Sauvignon 2019
Profumi di tipica matrice friulana, dove le note dei cereali e delle spezie dolci ben si fondono nella scia agrumata, in un sottile chiaroscuro. Crescita gustativa e polposa, articolata e con finale austero.
Collio Malvasia 2019
Vitale ed espressivo l’impasto aromatico di fiori di sambuco e agrumi, con una vena di burro d’alpeggio. Attacco al palato grasso e polposo, dolcezza e sapidità ben integrate
Annata 2016
Annata ricca, equilibrata e potente, con un primavera particolarmente piovosa (simile per certi versi alla 2019) e un’estate (da luglio) calda, mitigata da alcune precipitazioni
Collio Riserva 2016
Tutto il candore del Collio in bottiglia, ossia la complessità del Friulano (in prevalenza), accompagnato dalla finezza della Ribolla Gialla e dalla freschezza della Malvasia Istriana. Impasto aromatico rinfrescato da note mentolate, muschiate e citriche. Palato cremoso, tonico e percorso da una sottile vena sapida. Chiusura lunga, articolata e promettente.
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