FEUDO DISISA E CASA VINICOLA FAZIO, IL TERRITORIO AL CENTRO DELLE DENOMINAZIONI
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” scriveva Tomasi di Lampedusa nel celebre capolavoro Il Gattopardo. Un’immagine piuttosto attuale di una Sicilia viva e generosa animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole delle problematiche storiche e contemporanee del suo tempo. Un’immagine che chi giunge in questa terra lauta e millenaria ritrova più e più volte, scolpita nella memoria come i profumi dolci di ginestra e macchia mediterranea che la abitano, come il vento caldo di scirocco che sferza dai mari più profondi del sud. Là, proprio là, al largo di Trapani, dove le Isole Egadi – Marettimo, Levanzo, Favignana – appaiono come zaffiri incastonati nel mare. La Sicilia non si dimentica. Vive nelle città di Palermo e Monreale, vive nelle Contrade, vive nei Bagli e nei Feudi, nella quotidianità contadina di vigne adagiate sui morbidi pendii dell’agro di Monreale.
A Feudo Disisa, tenuta estesa tra le vallate del Belice e dello Jato, te lo dice la terra cosa vuole. Mario di Lorenzo, la sesta generazione alla guida dell’azienda con il padre Renato Di Lorenzo, la madre Maria Paola e la sorella Laura, lo dichiara perentoriamente. Un claim che annuncia il valore del lavoro di un team famigliare in un baglio antichissimo risalente al 1100 d.C., acquistato nel 1867 dalla famiglia Di Lorenzo. Corleone, Partinico, Alcamo, Rocca Busambra, il Bosco della Ficuzza si scorgono dalla corte aperta alla vallata, un tempo luogo di lavoro in terra battuta. Il magazzino del grano, la vecchia cantina, le vasche di cemento per la vinificazione e il forno dove si consumava il pasto; un luogo di famiglia, di agricoltura e di vino, di uve locali Catarratto, Insolia, Perricone, Nero d’Avola rappresentate oggi nella denominazione di origine Monreale. Nata nel 2000 a tutela di questo territorio dal grande potenziale qualitativo, vede attualmente dieci produttori attivi. “Oggi l’obiettivo è proprio questo” spiega Mario Di Lorenzo “l’altissima qualità. Dalla cantina al vigneto tutto è improntato sulla ricerca, la sperimentazione, la modernità dei processi di vinificazione, una cura e un’attenzione maniacale valorizzata dalla selezione clonale e da una precisa zonazione”. I vini, nelle quattro selezioni prodotte, vogliono essere “veri” sorsi che, seppure definiti in ogni minimo dettaglio, parlino di questa terra solare e generosa, raccontino la mineralità di suoli argillosi di medio impasto con inclusioni sabbiose e con poco scheletro così ricche di silice e ferro al punto da conferire quella texture salata che ritroviamo in ciascuna delle etichette Feudo Disisa.
“Oggi è cambiato tutto” continua Mario Di Lorenzo “dall’obiettivo finale, alle tecniche di vendemmia e vinificazione. Abbiamo 150 ettari vitati e ulteriori 90 ettari di uliveto, cultivar Cerasuola, Nocellara, Biancolilla. Sebbene la visione pionieristica di mio nonno, che scelse nel 1925 d’investire tutto su Feudo Disisa, la tendenza fino agli anni 70 era fare uva per vino da taglio”. La cantina, modernissima, è stata realizzata solo nel 2004. Da quel momento in poi il cambio di passo. I vigneti più vecchi oggi hanno circa 40 anni, presenti anche le uve internazionali come Chardonnay e Syrah, patrimonio fondamentale per l’areale, come per l’azienda. Terreni e microclimi hanno reso infatti nell’areale di Monreale una grande adattabilità “Siamo stati proprio noi ad impiantare per primi le barbatelle di Chardonnay” racconta Maria Paola “è di nostra proprietà il vigneto di Chardonnay più antico di Sicilia”.

Mario di Lorenzo
Da Monreale a Erice il passo è piuttosto breve. Cambia la denominazione di origine – Erice appunto – che nasce solo nel 2006 e conta dieci produttori e solo due imbottigliatori, ma non cambiano le prerogative, la volontà di costruire un ponte tra il prima e il dopo che sia forte della tradizione vitivinicola ma sia orientato a una produzione di livello. E si esprime proprio in questi termini il lavoro della Casa Vinicola Fazio, una famiglia da 4 generazioni alla guida dell’azienda: 100 ettari di vigneto e 10 di uliveto, 3.000 piante di ulivo, 1.000.000 di bottiglie di vino immesse sul mercato all’anno e prodotte nel comune di Fulgatore: 30 etichette di vini a catalogo e 12 mercati esteri consolidati.
Crescita e ricerca, un team aggregato che lavora in una campagna siciliana dove i capisaldi sono storicamente grano, vite, ulivo. Un sistema produttivo di economia rurale centrato su colture figlie di una gestione del territorio organizzata in feudi, con le masserie disseminate nell’agro di Trapani per la trasformazione del prodotto, e la viticoltura a svolgere un ruolo predominante. “Si deve dire grazie al Marsala” racconta Lilly Fazio, Amministratore unico di Casa Vinicola Fazio “se questi luoghi si sono allineati e specializzati nella produzione di Grillo, Ansonica e Catarratto, perché fu il primo vino al mondo in termini di consumi.

Lilly Fazio
Terreni gessosi sferzati dal vento, un gioco di correnti che dalla rupe di Erice scorrono verso il mare, la Riserva dello Zingaro, Trapani e la sua provincia; suoli che conferiscono vena minerale, sapida e longevità, suoli che definiscono nel gusto anche i rossi come il Nerello Mascalese e il Perricone. La prima visibilità di Casa Vinicola Fazio arriva proprio con il Müller Thurgau, grazie alla capacità gusto olfattiva di un vitigno che nell’areale trapanese vive di mille ore di sole in più rispetto ai luoghi in cui è generalmente impiantato. Altezze differenziali, temperature, gusti salmastri, complessità e freschezza, sono invece le componenti che contraddistinguono la DOC Erice.
L’attività di Casa Vinicola Fazio continua su progetti di qualità, di rafforzamento dell’identità del vitigno autoctono, ma non solo. Al centro la fase di conversione burocratica in biologico, il progetto di ricerca e recupero di vitigni reliquia in concerto con la Regione Sicilia e l’Università.
Una vendemmia 2021 della ripartenza, come la definisce Lilly Fazio, e una vendemmia insolita per la concentrazione dei tempi di maturazione e raccolta delle uve. “Tempi di vendemmia più stretti e anticipati rispetto alla norma, buona qualità tra i filari, soprattutto per i bianchi ed alcuni rossi, leggero incremento produttivo. Questa è la sintesi più autentica della nostra vendemmia nell’areale della DOC di Erice e nell’area trapanese” sottolinea Lilly Fazio “Abbiamo cercato di mantenere – in una vendemmia direi insolita per l’accorciamento dei tempi di maturazione delle uve e quindi di raccolta concentrata in poco tempo – un’organizzazione delle lavorazioni in cantina che ha mobilitato tutta l’azienda in modo davvero importante e con risultati da encomio. Siamo fiduciosi, sarà una vendemmia da ricordare per il grande impegno richiesto e, speriamo, anche per la qualità dei vini che nasceranno sotto le nostre insegne. Ci sono tutte le premesse per un’ottima annata”.
DEGUSTAZIONE
Lu Bancu 2016 Monreale DOC Feudo Disisa
90/100
Dalla selezione “Tesori” e da uve Catarratto in purezza nasce Lu Bancu, calice educatore di un Catarratto intimamente connesso al luogo. L’annata s’impone al gusto e all’olfatto rivendicando potenza e armonia, avvicendando ai fiori di sambuco, al miele di tiglio, al pepe bianco e ad una vigorosa nota di idrocarburo, il sale e una vergata acidità. La stoffa ineguagliabile è la verità del vino nel calice.
Calebianche Catarratto 2020 Erice DOC Casa Vinicola Fazio
90/100
Sentire l’eco del mare nelle vibrazioni che giungono al palato annunciate da un terroir che libera al naso sottili aromi di ginestra ed erbe aromatiche, salvia e mandorla dolce. La naturale tensione acida si sublima nell’esuberanza di una beva conforme ad un vino prettamente territoriale.