IL RACCONTO DEL VINO A BORGO CONDÈ

Sulle prime colline di Forlì, ha avuto luogo pochi giorni fa il ‘Pellegrini Day’. Due intense giornate nel paradisiaco wine resort Borgo Condè, per scoprire i migliori brand rappresentati da Pellegrini Spa, la storica società fondata nel 1904 che seleziona e distribuisce vini e champagne di alto profilo. Qualificate masterclass con grandi vini e grandi annate, insieme ad oltre settanta storie di dedizione alla terra e al vino che si intersecano, tra dinastie storiche, consolidate realtà familiari e giovani promesse che hanno a cuore l’ambiente e il territorio, pronte a raccontarsi e a porre in assaggio le loro migliori produzioni.

Pietro Pellegrini

Oggi alla guida di Pellegrini Spa ci sono Pietro Pellegrini e il fratello Angelo, bisnipoti del fondatore, la quarta generazione, ma è un brand storico che risale alla fine dell’Ottocento, quando Pietro Pellegrini, da taverniere nella sua osteria, a ridosso del Castello di Cisano Bergamasco, decideva di abbandonare il bancone per dedicarsi all’attività di selezione, stoccaggio e distribuzione di vini sfusi all’ingrosso. Una commercializzazione che si rivolgerà principalmente alla Lombardia, nella sede aziendale di Cisano realizzata nel 1904, con cantine sotterranee e uffici, dove è ancora oggi, non distante dall’osteria dove era nato tutto, nel Comune al confine con la provincia di Lecco, in Val San Martino, ai piedi delle Prealpi Orobiche Lecchesi. “Un ulteriore impulso venne dato da mio nonno, a cavallo della Seconda guerra Mondiale, con l’apertura in Puglia di due aziende vitivinicole, che producevano vino sfuso, in anni in cui il mercato richiedeva il vino da taglio del sud, per migliorare i vini di diverse regioni del Centro e del Nord d’Italia e all’estero. Tutto è continuato così fino a poco tempo fa, nel frattempo nel 1963 il nonno, insieme ai suoi figli, rilevava Fattoria Petrognano a Montelupo Fiorentino, inizialmente per la vendita in Toscana di vini da taglio, ma poi per affermarsi con una propria identità e sue etichette, che oggi sono distribuite da noi. Negli anni 60-70-80 il Boom Economico, cambiano i consumi, gli usi, le abitudini e cambia completamente il comparto, per arrivare agli anni del Rinascimento del vino, che negli anni sessanta pone sotto ai riflettori Bolgheri e negli anni successivi altre vocate zone d’Italia. Studiavo Enologia ad Alba e mi diplomavo alla fine degli anni settanta quando il cambiamento era già in atto, si costituivano Arcigola e Slow Food, mentre piccoli produttori che avevano sempre venduto uva e vino sfuso in damigiana, diventavano brand internazionali. Pellegrini che in quegli anni era diventata un’azienda imbottigliatrice di vino quotidiano, all’inizio degli anni ’80 fa un ulteriore passo, muta in un’azienda distributrice di vini prodotti da altri, rilevando gradualmente un’azienda di distribuzione che già c’era, per rivolgersi prima a un mercato locale e dal 2008 in poi a tutto il territorio nazionale, con una capillare rete di agenti, che oggi sono oltre 100 e un catalogo che si è ampliato sempre più”.

Tanti i brand internazionali di rilievo presenti nel portfolio Pellegrini che ora si avvale della collaborazione della quinta generazione della famiglia e copre le più rilevanti regioni del vino al mondo, dal Sud America, all’America del Nord con California e Oregon, dal Sud Africa, all’Australia, oltre all’Europa e all’Italia naturalmente. Brand che erano presenti in buon numero alla due giorni organizzata negli spazi esclusivi di Borgo Condè, il panoramico wine resort luxury, circondato da 110 ettari di tenuta, con suite, ville, ristorazione e spa. “Tutti i Produttori e i relativi prodotti, presenti nel nostro catalogo, hanno la qualità come elemento di fondo e sono stati selezionati partendo da precisi concetti che si possono riassumere in una frase: progetti agricoli fortemente identitari dei diversi territori di produzione. Cerchiamo di rappresentare i diversi territori vitivinicoli nella maniera migliore possibile, evitando sovrapposizioni. Anche per i vini spumanti, negli anni, è stata sempre seguita questa regola”, conclude Pietro Pellegrini, presidente di Pellegrini Spa.

Tra i numerosi banchi d’assaggio, sorprese interessanti, come Fattoria di Petrognano di proprietà della famiglia Pellegrini da quattro generazioni. Una realtà produttiva che nel 2023 ha brindato alla sua 60esima vendemmia e oggi vede al timone Emanuele Pellegrini (figlio di Pietro Pellegrini) e l’enologa italo-brasiliana Monica Rossetti, uniti nel lavoro e nella vita. Monica ha una reputazione internazionale avendo seguito la produzione di spumanti ufficiali realizzati per i mondiali di Calcio 2014 e per le Olimpiadi di Rio 2016. Al centro del suo lavoro il biologico e la sostenibilità. “Il metodo Animavitis” racconta l’enologa, parte dal presupposto che per mettere a valore un lavoro, un’azienda, un vino, si debba pensare con una visione olistica, attraverso un approccio interdisciplinare e globale, applicando soluzioni pratiche e ragionate con responsabilità e rispetto ambientale”. Percorsi che l’hanno portata a dare maggior valore alla linea ‘Orci’, concentrandosi su Sangiovese e Trebbiano, vinificati nelle anfore di terracotta tipiche di Montelupo Fiorentino, dove si trova la tenuta. Poche migliaia di bottiglie per vini che vinificano a lungo a contatto con le bucce ricche di polifenoli e si rivelano minerali, fruttati, tannici. Una visione dell’enologia che non si pone steccati di sorta e ha portato Emanuele e Monica ad adottare ‘Aromy’, un dispositivo che in cantina “cattura i profumi del vino” e ne elude la dispersione, frutto della collaborazione con l’Università di Firenze e Trecieffe.

Villa Della Torre, condotta da Marilisa Allegrini, nota come Lady Amarone, è una nuova realtà produttiva, che ha scelto Pellegrini per la distribuzione di uno dei suoi tre brand. La parte storica della tenuta è stata interamente ristrutturata dopo l’acquisizione nel 2008, sorta in seguito alla ‘separazione’ dai nipoti a cui l’imprenditrice ha ceduto le quote di Allegrini. La nuova società tutta al femminile, denominata “Marilisa Allegrini”, creata insieme alle figlie Carlotta e Caterina nel ruolo di vice presidenti, riunisce le tre tenute di famiglia tra Veneto e Toscana. Villa della Torre, sorge nel 2019 a Fumane, in Valpolicella, nella storica tenuta appartenuta a due famiglie nobili della Verona del Cinquecento, i Maffei e i Della Torre, ma la storia dell’idilliaco luogo è ancora più antica, risale infatti ad un castrum medioevale, oggi chiamato per la sua magnificenza dai fumanesi ‘il Palazzo’. Nella dimora storica, dove si può pernottare in splendide suite, una parte rilevante è dedicata all’ospitalità e agli eventi, la parte vitivinicola è focalizzata sulla produzione di etichette di alto profilo con una visione classica e contemporanea, come il pregevole Amarone Villa della Torre, che si origina su suoli limosi-argillosi-calcarei e affina in tonneaux e barriques di secondo passaggio, in un inno all’identità della Valpolicella e della famiglia.

Chiara Condello

Chiara Condello è la figlia di Francesco Condello, a cui si deve la fondazione di Borgo Condè, un promontorio ricoperto di filari, che guarda alla valle del fiume Rabbi, in un’area storica dove si produce il Sangiovese fin dal 1300. Nel 2001 la tenuta prende vita con l’acquisto di un casolare e pochi ettari adiacenti, oggi a distanza di 23 anni è estesa per 110 ettari, ricoprendo quasi interamente la collina. Alla produzione di vino, si affianca l’ospitalità, che oggi può contare su un borgo diffuso con 18 stanze nel corpo centrale, insieme a tre ville e a un’osteria, tutte raggiungibili in pochi minuti, dove poter soggiornare più giorni per immergersi in un territorio antico, visitando le vicine Faenza, Ravenna e le suggestive cittadelle fortificate della zona. Animata dalla medesima passione del padre per la viticoltura e per il Sangiovese di Predappio, Chiara ha deciso di dedicarsi a un suo progetto, con un marchio che portasse il suo nome. “L’idea nasce dalla consapevolezza di essere custode di una storia di viticoltura che nelle colline di Predappio è stata scritta e tramandata per centinaia di anni e dal mio desiderio di dare un’interpretazione un po’ rivoluzionaria a questa terra così unica, generosa e contesa. Volevo produrre un vino che esprimesse l’alto potenziale di queste vigne liberandolo da tutto ciò che c’è di superfluo, un Sangiovese che mi rispecchiasse e nel quale ritrovare e mettere in pratica le mie idee. Per farlo ho scelto un fazzoletto di terra ai confini del bosco, al centro della denominazione Predappio, qui le viti affondano le proprie radici in un suolo povero, di matrice calcareo-argillosa e ricco di rocce tufaceo-arenarie chiamate Spungone”. Due i vini di pregevole qualità che Chiara Condello ha messo in produzione: il Sangiovese Le Lucciole e il Sangiovese Chiara Condello. Due cru a tiratura limitata, illustrati dall’artista Francesca Ballarini, che si originano dove tre milioni di anni fa c’era il mare.

L’azienda vitivinicola di Patrizia Cencioni, si trova a Montalcino ed è stata fondata nel 1989, ma risale agli anni ’50 grazie alla visione lungimirante del nonno Giuseppe, tra i fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino. Una guida a trazione femminile che oggi vede impegnate insieme a Patrizia anche le due figlie Annalisa e Arianna, animate dalla medesima filosofia: “Il vino si fa esclusivamente in vigna, con l’attenzione maniacale al terreno, alla cura del vigneto e con una attenta selezione, per far sì che il lavoro post raccolta sia sostanzialmente solo un controllo, senza interventi particolari. Una tenuta estesa 50 Ha, di cui 10 a Sangiovese e sette a oliveto, affacciata sulla Val D’Orcia, a due chilometri dal paese, nel versante nord-est, su rilievi a circa 350 m. di altezza, dove si effettuano vendemmie manuali e la cantina di fermentazione è vicinissima ai vigneti, per favorire trasferimenti brevi. Tra le perle della produzione il Brunello di Montalcino ‘Ofelio’ dedicato allo zio della mamma di Patrizia, figura di spessore, un nume tutelare sempre vicino alla famiglia nelle scelte importanti. Si coltiva su suoli argillosi, leggermente sabbiosi, con ampia presenza di galestro, selezione manuale dei grappoli, diraspatura soffice, fermentazione spontanea, 32 giorni di contatto con le bucce e 40 mesi di maturazione in botti di Rovere di Slavonia. Una parte dell’attività è rivolta all’accoglienza e ai tour guidati.

 

 

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