TENUTA DI BIBBIANO: LA DISTINTIVITÀ DELLA GRAN SELEZIONE
Tenuta di Bibbiano significa 220 ettari di proprietà certificati biologici di cui 40 vitati dove vengono coltivate varietà autoctone del territorio, innanzitutto Sangiovese tra i cui cloni vi è anche la presenza di un biotipo unico, un vero e proprio clone-monopole, selezionato con l’Università di Firenze e soggetto a registrazione ministeriale; fu portato qui da Montalcino nella metà degli anni Cinquanta dall’enologo Giulio Gambelli che allora collaborava con l’azienda. Gli altri vitigni sono rappresentati da Canaiolo, Malvasia Nera, Ciliegiolo e Colorino, per la bacca nera, e Trebbiano, Grechetto e Malvasia del Chianti, a bacca bianca.
Siamo nel territorio del Chianti Classico, nel comune di Castellina in Chianti, e la tenuta si affaccia sulla Val d’Elsa in direzione del castello di Monteriggioni, in una zona dove la coltivazione della vite vanta origini etrusche. Indicazioni di Tenuta di Bibbiano sono contenute nel catasto del 1498 della Decima Repubblicana; le vicende storiche, ora di splendore ora di maggiori difficoltà, si susseguirono nei secoli così come i passaggi di proprietà fino ad arrivare al 1865 anno in cui la proprietà passa alla famiglia Marrocchesi Marzi; oggi è nelle mani di Tommaso Marrocchesi Marzi, quinta generazione della famiglia.

Tommaso Marrocchesi Marzi
In questa ultima fase della sua storia, e in particolare nella seconda metà del Novecento, fu fondamentale la collaborazione, che durò ininterrottamente dal 1942 al 2004, con l’enologo Giulio Gambelli, considerato unanimemente uno dei più grandi conoscitori del Sangiovese e dei suoi terroir in Toscana, collaborazione che diede una decisiva impronta allo stile e alla filosofia di Tenuta di Bibbiano, tuttora perseguita con costanza. Tenuta di Bibbiano produce due diverse interpretazioni Chianti Classico Gran Selezione “Vigna del Capannino” e “Vigne di Montornello”.
Questi due cru “Sono stati introdotti in azienda dopo la seconda metà degli anni ’80, grazie ad un’intuizione di mio padre e dello stesso Giulio Gambelli – sottolinea Tommaso Marocchesi Marzi –. L’obiettivo era quello di aumentare la distintività della nostra produzione, in anni dove era raro parlare di vini provenienti da singole vigne”. Una degustazione comparata dell’annata 2021, in anteprima con uscita prevista per i prossimi mesi, e dell’annata 2020, attualmente in commercio, ci ha consentito di verificarne l’evoluzione e le caratteristiche di questi due cru. Il 2020 ha visto un inverno tiepido, seguito da una primavera calda e secca. Giugno e inizio luglio sono stati instabili e perturbati, ma il periodo prima della vendemmia ha portato un clima sostanzialmente privo di precipitazioni. Il 2021 è iniziato con un febbraio rigido e con qualche fiocco di neve. La primavera è stata tiepida e piovosa e l’estate, sebbene calda, ha beneficiato dei venti ed è stata rinfrescata da piogge. Settembre ha visto un clima asciutto senza piogge.
DEGUSTAZIONE
GRAN SELEZIONE VIGNA DEL CAPANNINO 2020
Chianti Classico Docg
Nell’omonima vigna di sette ettari, sul versante esposto a Sud-Ovest, sono allevati i cloni di Sangiovese Grosso portati Giulio Gambelli vista la somiglianza con Montalcino. Il terreno è caratterizzato da argilla pliocenica celeste e profondo alberese scistoso. “Si tratta di un Sangiovese più morbido, avvolgente, dotato di una grande sapidità che rende il sorso molto appagante e ricco”. L’annata 2020 si presenta immediatamente gioviale seppure nella sua eleganza. Il colore rosso rubino pieno preannuncia sentori di frutta nera matura, note balsamiche e accenni speziati che in bocca divengono struttura e pienezza, il tannino sottile contribuisce al volume e la freschezza vivace sostiene l’allungo piacevolmente scorrevole. Più sottile e più giovanile il tono della 2021 che sconta un tannino ancora ben presente ma fine e asciutto. Un vino verticale che acquisterà la sua pienezza gustativa nell’ulteriore periodo di affinamento in bottiglia.
GRAN SELEZIONE VIGNE DEL MONTORNELLO 2020
Chianti Classico Docg
Le uve, Sangiovese in purezza, provengono da diverse parcelle posizionate sul versante Nord-Est su terreni ricchi di sedimenti calcarei argillosi e la presenza di alberese in forma di pillola fluviale, sciolti con lame di sabbia e gesso. “Questo versante, che guarda a Castellina, è solitamente lievemente più piovoso: questo conferisce al vino una struttura meno imponente a favore però di una bella eleganza e delicata complessità”. Il versante più fresco gioca un ruolo essenziale nelle caratteristiche di questo vino che risulta più teso e verticale rispetto alla Vigna del Capannino. Nell’annata 2020 la frutta si tinge di rosso e gli accenni balsamici sono sostituiti da note di sottobosco. Sempre buona la persistenza gusto olfattiva e il volume supportati da tannino e acidità in grande equilibrio. Toni più giovanili e gioviali per il millesimo 2021 che non perde in eleganza ma acquisisce una intrigante piacevolezza di beva. “Abbiamo la grande fortuna di avere vigneti che godono di un’invidiabile esposizione e di un ottimo microclima” spiega Tommaso Marrocchesi Marzi. “I nostri terreni sono caratterizzati da una grande eterogeneità e da una vera e propria complessità geologica, con un substrato di alberese, che varia a seconda dei luoghi, arenaria e poi limi, argille, ma anche vene gessose. Questa grande variabilità delle nostre parcelle ci consente di poter donare interpretazioni differenti ai nostri vini, a partire dai nostri due cru”.
bibbiano.com