TERRE NERE MONTALCINO, L’IDENTITÀ NEL NUOVO LOGO
In uno degli ultimi contesti classici della città di Milano, la Trattoria del Nuovo Macello, dove ancora si respira l’aria più autentica, quella che attraversa la tradizione culinaria milanese e punta dritta al calore dell’accoglienza sincera tra vecchie radio, brocche di ferro smaltato e arredi da antica osteria, Francesca e Federico Vallone, titolari di Terre Nere Montalcino – cantina a Castelnuovo dell’Abate situata sul pendio sulla cui sommità si erge il Castello della Velona – hanno presentato l’azienda, i vini, la nuova immagine e le nuove etichette.

Federico e Francesca Vallone
“Una immagine più vicina al concetto di famiglia e di tradizione” racconta Francesca Vallone, “un cambio di look nel segno della continuità rispetto ai valori che hanno sempre contraddistinto il modo d’interpretare il contesto aziendale, fedele alle radici di un territorio unico”. Un logo pulito, identificativo, un rombo che mette in evidenza il legame con la terra e il meraviglioso Monte Amiata che si staglia dinanzi a Montalcino come uno “skyline” mostrando la bellezza incontaminata di vigneti che paiono dipinti. Quando l’arte è natura, quando la natura diventa arte.
“Per noi, tutto questo è un fiore all’occhiello scelto per evidenziare il legame fra arte e natura” racconta Francesca Vallone che insieme al fratello Federico ha scelto di continuare il percorso iniziato negli anni 90’ dal padre, Pasquale. La nuova grafica vuole sottolineare anche la forza dell’essere famiglia, con l’inserimento di due parole fondamentali: Famiglia Vallone.
Ma anche il positivo cambio generazionale, quella seconda generazione che ha scelto di lavorare in continuità, aderendo al percorso che da sempre li lega al territorio, a una produzione spiccatamente artigianale. Tredici ettari per 50 mila bottiglie prodotte – solo Sangiovese Grosso – di cui 30 mila di Rosso di Montalcino Doc e 18 mila di Brunello di Montalcino Docg.
Terre Nere Montalcino è una delle realtà storiche più significative per la produzione di Brunello, da quando nei primi anni novanta Pasquale Vallone – una vita trascorsa in banca – decise di acquistare a Montalcino ed impiantare i vigneti. Innamorarsi di quei paesaggi, di quella “pittura naturale”, di quelle terre così scure, è stato un attimo. Per lui il domani aveva già una collocazione ben precisa: Montalcino. I primi frutti nel 2002 in un crescendo costante dell’azienda che non si è sottratta nell’ampliare e diversificare le produzioni, e con grande determinazione ha puntato all’eccellenza.

Francesca e Federico Vallone
Oggi Francesca e Federico, con la collaborazione dell’enologo Giuseppe Gorelli, raccolgono i frutti di tanta saggezza, di un lavoro pensato, indirizzato alla qualità senza compromessi, evidente nei tanti assaggi che, accompagnati da un menù della tradizione – Piccolo assaggiando Milano; risotto Milano con gli stimmi di zafferano, burro superiore e Lodigiano riserva; mezza cotoletta del Nuovo Macello; torroncino ghiacciato di nocciole e rosmarino, aceto balsamico e cremoso al caffè –, hanno raccontato la cura, le attenzioni dedicate alla vigna e al successivo lavoro in cantina, con la volontà di preservare il frutto, per incontrare in ogni assaggio il territorio, il versante, il cru, l’annata.
DEGUSTAZIONE
ROSSO DI MONTALCINO DOC 2021
Un vino diretto, quotidiano, estremamente comunicativo del lavoro dell’azienda che ha scelto di ascoltare l’anima della terra adottando la fermentazione spontanea con lieviti indigeni per tutte le sue produzioni. Il Rosso, in particolare, affina in tini acciaio per sei mesi e circa 10 mesi in botti storiche di rovere di Slavonia da 50 h.
BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2020
Rosso rubino intenso tendente al granato, si apre al naso con sottili note di frutti rossi, liquirizia, caffè, speziatura e soffi balsamici. Elegante, territoriale, con una grande struttura e una distinta trama tannica, trova piena aderenza a luoghi di grande biodiversità. Assaggio in anteprima.
BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA DOCG 2019
Raffinato, elegante, equilibrato ha una struttura importante ben bilanciata da un palato sapido, balsamico, penetrante e minerale. Il naso è ampio, con un corredo aromatico che vira dai piccoli frutti rossi scuri alla liquirizia, poi tabacco, mirto, bacche ginepro. Tannino setoso, finale persistente. Botti grandi di Rovere di Slavonia lo racchiudono per lunghi affinamenti, fino a 48 mesi, conservando l’identità di un territorio unico.