KRUG, LIMONE & ZASH: AFFINITÀ ELETTIVE

Il senso del limone per Krug trova affinità elettive nell’agrumeto più emblematico di Sicilia, da Zash, lungo la fascia ionico-etnea, lì dove il suolo vulcanico, il microclima, l’irraggiamento solare e le tecniche di coltivazione donano più raccolti l’anno e una varietà di caratteristiche organolettiche differenti nell’ambito delle stesse cultivar di agrumi.

Il Limone dell’Etna IGP si distingue per le qualità peculiari degli oli essenziali ottenuti dai frutti, per la ricercata intensità ed acidità del succo e dall’elevato contenuto di citrale, nerale e geraniale, caratterizzanti del flavour” ci spiega Renato Maugeri, Presidente del Consorzio Limone dell’Etna Igp, e patron di Zash, country boutique hotel-restaurant-Spa.

Un riconoscimento quello della denominazione Igp, che lega la qualità del Limone dell’Etna al territorio, all’energia magmatica espressa dall’essenza dei frutti. Molto apprezzati e ricercati dal mercato internazionale sono anche i Verdelli, i frutti estivi dalla spiccata aromaticità e ricchissimi di vitamina C e polifenoli antiossidanti, trovano largo impiego nella preparazione tradizionale siciliana delle granite. Un sogno realizzato della Famiglia Maugeri che da generazioni opera, investe e progetta per la valorizzazione dell’imprenditorialità etnea, definendo in ogni ambito l’esemplarità.

Anche il sogno di Joseph Krug nel 1843, prese spunto dalla passione, dall’ossessione quasi per lo Champagne, che per lui rappresentava piacere allo stato puro. Ideando la Grande Cuvée, l’espressione più generosa dello Champagne, definì nell’assemblaggio di oltre 120 vini di diverse annate, il caratterizzante valore attraverso cui si elidono le variabili del tempo e del clima, perpetuando l’ideale stilistico che è emblema di Krug.

Sentori agrumati ma soprattutto la sofisticata elettività, che negli abbinamenti ideati dall’executive chef Giuseppe Raciti per la serata conviviale Krug X Lemon dello scorso 27 settembre, hanno saputo mettere in risalto l’universalità del limone e le allegorie mediterranee del fine dining di Zash. Carlo Vallarino Gancia, brand manager Krug Champagne, nell’introdurre le Cuvée e i Millesimati selezionati per l’evento, ha idealmente ritratto il simbolismo del carisma di ogni vino di riserva, che negli assemblaggi si fa armonia sensoriale.

L’edizione creata nel 2016 è stata presentata quest’anno dalla Maison, aggiornando la numerologia filologica che racconta quante volte il sogno di Joseph è stato ricreato e perpetuato: ricorre la 171ª Grande Cuvée, l’edizione che annovera 131 vini di 12 diverse annate, selezionati dal 2000 al 2015. “Ciascun vino con la propria personalità contribuisce a definire lo stile tanto riconoscibile quanto sorprendente, per la sublimazione di un ideale che si fa spirituale messaggio di esclusività”. Assemblaggi e Millesimati che emozionano per l’adamantina definizione dell’universalità degli abbinamenti gastronomici e che fanno idealizzare la polifonia del Pinot Noir ed il carattere del Meunier, accarezzati dalla cristallinità dello Chardonnay.

Alla 171ª edizione, durante la degustazione, sono state affiancate la 168 ª Grande Cuvée in formato magnum ed il Vintage 2006. Una trilogia ideale, un’antologia espressiva di quella filosofia Krug che ricrea perfezione ed allure.

Al brindisi di benvenuto sono state accompagnate le frivolezze di mortadella, pistacchio e tartufo, uovo di quaglia croccante al Parmigiano e lampone ed un panino gioiello al vapore con scampi, panelle e maionese di ricci. Lo chef Raciti ha saputo stupire con l’ironia dell’ostrica alla spuma di limoncello, un aperitivo introduttivo alla cosmogonia dell’eden racchiuso tra l’Etna e il Mediterraneo.

Il crudo di Gambero Rosso nell’eclissi di frutti di bosco, oro, vaniglia, bottarga di tonno e caviale di limone, ha rivelato l’opulenza della sua texture e le convergenze fruttate. Più che un esercizio di stile: la Capasanta scottata ha ritmato un sonetto audace, un preludio d’autunno. Nello specchio di topinambur, mirepoix di porcini ed una punteggiatura di aglio nero, alla salsa Bernese è stato demandato l’ideale accento di voluttuosa acidità, tra rimandi umbratili e screziate dolcezze minerali. Le linguine all’uovo nel sincretismo di limone e caviale hanno lasciato trapelare la conturbante liaison del burro di Normandia. Un rocher sfrigolante e un filetto in guazzetto di frutti di mare, pomodoro e origano, hanno illustrato la duplicità del baccalà. Alla salsa Pil Pil al sifone ancora la coinvolgente leggerezza esperidata, la nota autentica di eleganza.

Gli agrumi della tenuta di Zash sono stati celebrati anche nella liturgia del dessert: un babà di magistrale plurima lievitazione, con bagna, curd, gel, sorbetto e meringa al limone Igp dell’Etna. Note armoniche e ricercatezza sfaccettata, assoluti che nella somma hanno elevato l’assaggio ed esperienza.

Zash e Krug, farsi ricordare è sempre questione di stile.

 

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