BOSCO – OFFICINE DEL TARTUFO, STREET KITCHEN NELLA CAPITALE
Il Pigneto, un quartiere poco lontano dal centro di Roma, era chiamato così per la lunga fila di pini piantati lungo il muraglione della settecentesca Villa Serventi. Oggi è un quartiere vivace, pieno di atelier artistici e boutique vintage, frequentato da creativi e musicisti, con tanti locali trendy e bar alla moda. In mezzo a tanta movida sorge Bosco – Officine del tartufo, un piccolo locale aperto nel 2018, presto diventato il punto di riferimento per gli amanti del tartufo in versione “prêt-à-manger”. Bosco nasce da un’idea di Guido e Fabiana Liberti, due fratelli abruzzesi, che da Avezzano hanno portato lo street kitchen nella capitale.

Guido Liberti
Immaginate un rifugio in montagna, in mezzo alla foresta: essenziale, fatto di legno, con tanto verde e cucina a vista. Pochi tavoli, circa 35 coperti, le bottigliere sulle pareti, i controsoffitti di rami e foglie e le luci calde che creano un’atmosfera semplice ed accogliente. Guido Liberti, chef e oste, l’aveva immaginato proprio così: il regno della cucina abruzzese con il protagonista indiscusso, il tartufo.
Non solo bianco, ovviamente, ma anche nero pregiato, estivo, marzuolo, bianchetto, insomma, nella sua cucina Guido usa anche le varietà meno conosciute, ma non per questo meno gustose. Non a caso Bosco Officine del tartufo nasce come un luogo dove far avvicinare le persone al consumo del tartufo, considerato prodotto accessibile a pochi, “di lusso”, creando piatti easy, a portata di portafoglio di tutti.

Gnocchetti al ragù bianco e tartufo
Come il tartufo, anche la gran parte di prodotti come la carne, le patate, le verdure, i vini e i liquori, viene dall’Abruzzo, e il menù è costruito in base alle stagioni con gli ingredienti semplici, gustosi e genuini. La carta è snella, divisa tra crostoni, sfizi, speciali e pasta, quattro portate per tipo, ma che possono soddisfare tutti i palati, dagli onnivori ai vegani.

Polentina con funghi porcini e cime di rapa
Molto gustosi i piatti come Share-Wood, selezione di salumi e formaggi, Zuppetta, vellutata di ceci e castagne, Coccodè, un crostone con crema di patate, uovo 64° e tartufo fresco grattugiato, o Silvestre, polentina arrosto con funghi porcini e cime di rapa.

Tagliolino al tartufo

Kebab di pecora con erbe spontanee
Da non perdere il Tagliolino con burro, parmigiano e una bella grattata di tartufo fresco, e Appennino, gnocchetti al ragù bianco di cinghiale e tartufo. Infine, sono da assaggiare anche Kebosco, un “kebab” di pecora con erbe spontanee di montagna o Tratturo, burger di grano “Solina” con tartare di manzo marinato alle erbe, crema di ricotta e tartufo.
Anche nei dolci non manca il tartufo. Pangocciole è una brioche con gocce di cioccolato, gelato alla nocciola e tartufo. Ma anche se Germoglio nasce senza tartufo, è altrettanto delizioso, fatto con cremoso di ricotta, pere cotte, ferratelle abruzzesi e terra di frollini al cacao. Da non trascurare i digestivi: Genziana, Rosmarino, Finocchietto, Ratafià e la grappa alla liquirizia. La carta di vini è piccola, ma contiene solo le etichette abruzzesi, dando spazio importante a Montepulciano d’Abruzzo e Cerasuolo d’Abruzzo.