EMIN HAZIRI, LA SOSTANZA DI PROCACCINI MILANO

Pezzi originali, superfici lucide e opache, un design classico ed estremamente raffinato atmosfere Anni ’70, marmi breccia di Capraia, colori tenui pastello rosa cipria e verde smeraldo a rivestire poltrone e sedute in velluto, ottoni bruniti e pavimenti in legno e cassettoni, un cocktail bar lussuoso disegnato per riempirsi gli occhi di bello, un ristorante dove spicca la cucina a vista e lo Chef’s Table in marmo con sgabelli in velluto arredato per raccontare storie quotidiane di cibo.

Milano ospita in zona Sempione, in uno dei tanti quartieri riqualificati della città, Procaccini Milano il ristorante d’alta cucina di Emin Haziri, Executive Chef. Una destinazione gourmet irrinunciabile dove la perfezione è in ogni cosa, dal piatto al servizio, sposando sempre gusto ed eleganza.

Una scenografia con ambienti comodi creata dall’architetto Alberto Baronio (Studio Archea) e dall’interior designer Andrea Raso dove dieci giovani talenti si muovono con rigore e altrettanta leggerezza per comporre indimenticabili esperienze gourmet. “La brigata di cucina è la mia squadra, quella di Torino al Cannavacciulo Bistrot – commenta Emina Haziri -, tutti giovanissimi (età media 24 anni n.d.r.) sono talentuosi quanto ambiziosi”.

Emin Haziri

Settantacinque i coperti, quattordici sedute nell’area dedicata al Cocktail Bar, di cui quattro al bancone, un pianoforte a coda che ogni sera suona Giorgia on my mind, What a wonderful world, pezzi celebri di Mina rivisitati in chiave jazz o semplicemente un sottofondo dolce. Lo sguardo invece non può che rivolgersi alla cucina dove professionalità, competenza, intuizione si compenetrano per interpretare piatti del passato o nuove stimolanti preparazioni.

L’Executive Chef d’altro canto non è un cuoco qualsiasi: ventottenne di origini kosovare già Executive al Cannavacciuolo Bistrot di Torino è stato scelto dalla Procaccini Management Srl per le importanti esperienze nelle brigate di Villa Crespi, Enrico Bartolini al Mudec, Le Petit Nice Passedat a Marsiglia, Noma, Carlo Cracco, il Palais Royal di Courmayeur le più significative. “Milano è il palcoscenico ideale per ogni Chef che vuole proporre la propria idea di cucina”, racconta Emin Haziri che personalizza l’esperienza di Procaccini Milano rendendo contemporanea la tradizione senza mai tradire la stagionalità.

Gambero rosso di Mazara, mandorle, crema di mandorle

La cucina è profondamente mediterranea, autenticamente italiana. Tre i menù “Viaggio dello Chef” (165 €) è il percorso ideale per scoprire il percorso professionale di Emin Haziri. Il “Classico” (130 €), il “Vegetariano” (110 €), un inno alla natura e alla valorizzazione del mondo vegetale. Ad affiancare i percorsi di degustazione c’è anche un “menù alla carta” e la “Procaccini Experience” (95€) una selezione di crudi di pesce fresco di eccellenza in cui non mancano ostriche (Gillardeau e Sardegna), capesante, scampi di Mazara, gamberi di Sicilia rossi e gamberi viola oltre a la degustazione di caviale, il classico Plateau di frutti al naturale e il Plateau di Crostacei, un petit divertissement che non lascia indifferenti gli amanti del buon pesce a Milano.

Patate, porcini e nasturzio

Linguine di Pastificio Graziano, aragosta e salsa champagne

La mia idea di cucina si ispira alla cucina del grande maestro Antonino Cannavacciulo per il quale ho lavorato quattro anni a Torino: i miei piatti sono lineari, diretti, semplici, costruiti su pochi ingredienti”. Tra i signature dishes “Patate, porcini e nasturzio”, “Sgombro, barbabietola, yogurt, caviale e riduzione di pollo, caviale”, “Linguine di Pastificio Graziano, aragosta e salsa champagne”, “Spaghetto all’anguilla affumicata, scarola, limone salato e quinoa”, “Baccalà, trippa di baccalà e cipolla affumicata” o “Maialino, tartufo nero e Topinambur”.

Maialino, tartufo nero e topinambur

Omaggio a Milano il crackers al mais, nero di seppia, sale Maldon con la rappresentazione del Duomo di Milano e la deliziosa Ostrica alla milanese da abbinare a una delle 370 proposte di vini, una selezione curata dall’internazionale maître di sala Luis Eduardo Banguere, che si concentra su verticali (differenti annate) di medesime etichette dove spiccano gli Champagne, i vini di Borgogna e i rossi toscani, ma anche vitigni meno conosciuti e fuori dai canoni, di grandi e piccoli produttori italiani e esteri.

Fragola, lampone, rosa e acetosella

La panificazione così come la composizione dei dolci è un altro punto di forza di Procaccini Milano. I grissini stirati a mano, il pane di grano arso salentino sposano l’olio extra vergine di oliva dell’azienda agricola Gianluca Salcini; pigiato a freddo con procedimenti meccanici su specifica richiesta di Procaccini Milano, offre un gusto delicato che non si sovrappone alla cucina di Emin Haziri, ma l’accompagna esaltandone la gentilezza, la nitida comprensione di piatti di grande impatto gustativo, precisi, creativi e soddisfacenti. Tra i dessert “Fragola, lampone, rosa e acetosella”, “Babà vaniglia e frutto della passione”, “Tiramisù rivisitato”, “Banana, Miso e bergamotto” e una Selezione di formaggi dal carrello accompagnata da confetture home made. “L’idea è stata quella di realizzare un ristorante che metta a proprio agio il cliente – chiosa Emir Haziri -. Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi nomi in ristoranti stellati e sale impeccabili; un’esperienza solida che mi ha permesso di scegliere la mia idea di ristorante d’autore, meno ingessata, meno pettinata, per una dimensione di calda ospitalità”.

 

 

procaccini.com

 

Cover: Emin Haziri