TOMÀ, SERATE VENETE A ROMA

Tomà, una nuovissima apertura in mezzo alle viuzze del modaiolo ed elegante quartiere Prati di Roma, piace, e tanto. E non perché uno dei soci si chiama Tommaso Paradiso (ex The Giornalisti) che, come tanti, ha deciso di investire nella ristorazione. Tomà piace per la sua proposta, che spazia tra semplicità e gusto, ma soprattutto offre cicchetti e una decina di Spritz, per portare a Roma quell’aria veneta che mancava. L’idea vincente appartiene a Matteo Santucci, l’altro socio di Tomà, un giovane imprenditore romano nel mondo della ristorazione, che ammette serenamente di aver realizzato questo progetto solo “perché gli piaceva”. La sua felice intuizione ha funzionato fin da subito, anche se pochi giorni dopo l’apertura ai primi di marzo, l’ingresso nella zona arancione ha fatto chiudere il ristorante, come in tutta Italia.

Matteo Santucci, socio di Tomà

Elegante e minimalista all’interno, questo locale ha la fortuna di avere uno spazioso dehors, per accogliere circa 70 persone. Aperto da mezzogiorno fino alle 22 (per ora), è un luogo decisamente versatile, dove trascorrere una piacevole e rilassante pausa pranzo, mangiare un boccone al volo, prendere un aperitivo o cenare.

Il menù non è molto ampio, ma questo permette di focalizzare l’attenzione su una bella selezione di cicchetti, di ispirazione sia veneta, per farci sognare i bacari veneziani, che romana, per rendere omaggio alla capitale.  Ma c’è anche un po’ di ispirazione spagnola: una sorta di Tapas o pintxos che qui si chiamano i Tomà e che cambiano ogni giorno. Qualche esempio di bocconcini golosi per non restare a digiuno? Polpetti alla Luciana su un crostino di pane, una Mini cotoletta alla milanese oppure Ventresca di tonno con cipolla caramellata.

Polipetti alla Luciana

In cucina c’è Andrea Nepa che grazie alle sue esperienze in Spagna (El Celler de Can Roca) e in Inghilterra (Barbican Center e Instituite of Directors) ha portato un tocco internazionale a Roma. Ha diviso le proposte del menù in le Selezioni, i Cicchetti, i Primi e i Secondi.

Andrea Nepa, chef di Tomà

Si può iniziare con le alici del Cantabrico, o la mozzarella di bufala e prosciutto crudo, oppure con la scamorza di Gregorio Rotolo alla piastra, per passare agli spaghetti con vongole e bottarga o i cappellacci alla genovese e burro alle erbe aromatiche, e finire con il lombatello di manzo in salsa veneziana o con il rombo scottato e salsa pil-pil.

Cappellacci alla genovese e burro alle erbe aromatiche

Ma la parte più intrigante e golosa sono, naturalmente, i cicchetti. Piccole porzioni per gustare un po’ di tutto: calamaretti fritti jalapenho e lime, alici scottate, agnello panato e fritto, pollo alla cacciatora, brindando nel mentre con uno degli spritz in carta. Qui le proposte frizzanti spaziano tra il classico, il Campari, la Bresciana (detto anche il Pirlo, con vino bianco e Aperol), il Veneziano (con il Select), o Hugo (con Saint Germain). Presente anche una piccola ma dignitosa carta di vini, con etichette tutt’altro che banali, in bottiglia e al calice.

Atmosfera leggera, servizio rapido e cortese, piatti sfiziosi: cosa volere di più per passare qualche ora di spensieratezza?

 

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