VIAGGIO A PESARO
Il viaggio a Pesaro, capitale italiana della cultura 2024, è lungo, magico e articolato. “La natura della cultura” è lo slogan della manifestazione, scelto per esprimere la volontà di esplorare tutte le interazioni tra arte, natura e tecnologia. Un’operazione collettiva per ripensare lo spazio urbano in termini di prossimità, identità, mobilità sostenibile e rilanciare il patrimonio culturale di una città, partendo da un’idea di cultura diffusa, inclusiva e in dialogo con l’ambiente. Tutto ciò a Pesaro si esprime in tantissime forme: a livello gastronomico, artistico e nell’ospitalità. Un viaggio che si può vivere al suo massimo seguendo queste tre tappe.
Iniziamo la scoperta di Pesaro con Nostrano Ristorante e la cucina di Stefano Ciotti. Ci troviamo a due passi dal mare e dal Piazzale della Libertà di Pesaro, dove trova spazio la Sfera Grande creata dallo scultore Arnaldo Pomodoro. Realizzata per l’Expo di Montréal è arrivata a Pesaro a inizio anni Settanta. Nostrano apre a Pesaro nel 2015 e già nel suo nome c’è tutta la sua essenza. Un luogo che vuole parlare di appartenenza alle radici. Essere “Nostrani” per Stefano, significa essere fortemente connessi ai propri luoghi. Gli interni curati nei minimi dettagli dall’architetto Andrea Trebbi, puntano alla luce, e insieme ai toni caldi riproducono le sensazioni della sabbia del mare. Immancabili le ampie vetrate per sfruttare pienamente la vicinanza al mare e che rendono piacevole l’immersione visiva sull’Adriatico. Dal pavimento in legno di rovere, si stagliano comode poltrone e tavoli nudi in ottone e resina. Colpisce subito la zona vini progettata come un piccolo caveau di vetro. Tutto è pronto per accogliere gli ospiti in una “Giornata al mare”. Non a caso è questo il nome scelto per il menù degustazione di punta del ristorante.
La cucina di Nostrano parte da un chiaro leit motiv: “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”. Da questo presupposto Stefano Ciotti ha voluto creare un menù speciale per far tornare gli ospiti bambini per qualche ora. La volontà è quella di ricordare la bellezza della prima volta al mare, l’entusiasmo della “favola” che rappresenta il mare. La percezione della terra, unita a quella del mare, marca il senso del menù. In sala ad accompagnare l’esperienza Ion Chelici, restaurant manager, e Stefany Piga, il cui servizio preciso e puntuale, dà ulteriore valore a tutte le proposte. Completano la squadra, Fabio Pellizzaro, il braccio destro ai fornelli e, ultima ma non per importanza, Giorgia Stocchi, moglie di Stefano. Un ingranaggio perfettamente funzionante che già dal 2017 vanta una stella Michelin.
Il percorso gastronomico inizia subito con un omaggio all’arte e al territorio. Un “Pomodoro al gratin nel XXI Secolo” è una chiara dedica alla sfera grande poco prima citata di Arnaldo Pomodoro. Arriva subito dopo quello che probabilmente è uno dei protagonisti estetici della cena, il Cucciolone e Spritz. Uno spritz di mare preparato come uno classico veneziano con solo l’aggiunta di un bitter all’acqua marina, e uno dei gelati più famosi dell’infanzia, il Cucciolone. Questa volta nella gustosa versione salata dello chef, il biscotto ha al suo interno una farcia di fois gras, aceto balsamico di Modena e verdicchio passito. Tra i piatti del menù spiccano le pappardelle cacio e pepe, guazzetto di calamaretti, fave, limone e ginepro. L’intento è chiaro, portare il mare in montagna, unendo la cremosità leggermente speziata della farcia al pecorino, ai frutti di mare.
Come non citare anche “Il Monte San Bartolo a primavera”. Un altro piatto con un chiaro riferimento al territorio marchigiano. Una pietanza costruita grazie alla passeggiata settimanale dei ragazzi del ristorante sulla montagna che domina l’Adriatico. Una misticanza di erbe e fiori, finocchietto, hummus di fave, primo sale di pecorino Cau&Spada, vegetali come asparagi e piselli e influenze marina come i paccasassi e le alghe. Nostrano tiene incollati fino all’ultimo con elementi divertenti e caratteristici. Per salutare gli ospiti chiede una mano ad uno dei più celebri personaggi pesaresi: Gioacchino Rossini. Gli assaggi di piccola pasticceria vengono serviti all’interno di un teatro su misura, che si illumina all’arrivo ad ogni tavolo. Ogni assaggio porta con sé riferimenti alle opere del compositore, passando dall’Inganno Felice alla Gazza Ladra.
Ad accompagnare un’esperienze culinaria di livello, dal 2023 Pesaro vanta una nuova ospitalità di alto profilo, con il Charlie Urban Hotel, a dieci minuti a piedi dal ristorante Nostrano. Il nuovo quattro stelle di Lindbergh Hotels & Resorts è il terzo hotel pesarese della catena, aperto poco meno di un anno fa. Nato dopo un importante lavoro di riqualificazione dell’ex hotel Cruiser, uno degli edifici più iconici della città, Charlie Urban Hotel è un punto di incontro e scambio di idee per Pesaro Capitale della Cultura 2024. La struttura, in pieno stile moderno e innovativo, è stata rinnovata secondo criteri di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale. Tutto il verde presente in hotel, infatti, viene irrigato tramite un sistema di recupero delle acque piovane mentre sul tetto verrà realizzato un impianto fotovoltaico. In ognuna delle 117 camere è presente un sistema di ultima generazione che, tramite sensori, rileva la presenza dell’ospite in camera e attiva meccanismi di automazione per controllare la climatizzazione, le luci e in generale le facilities della camera. In assenza di ospiti, la camera si spegne consentendo così di limitare il consumo di energia e il relativo impatto sull’ambiente. Il nome dell’hotel prende spunto da Charles Lindbergh, il pioniere creativo e aviatore che ha ispirato il fondatore del gruppo Nardo Filippetti. Il Charlie Urban Hotel si propone come un hotel dallo stile urbano che offre un’autentica esperienza italiana. All’interno dell’hotel sono presenti inoltre cinque aree meeting modulabili tra di loro per un totale di otto diverse sale, perfette per diventare spazi riunioni, due di queste con affaccio diretto sul mare. A completare i servizi dell’hotel ci sono il Charlie Bar, un locale panoramico situato all’ultimo piano, e una sala convegni.
A Pesaro un luogo che tocca il cuore è quello dedicato al celebre compositore pesarese. “Era un genio in fuga. / Dal suo tempo, dalla mediocrità, / dalla rivoluzione, / dalla musica del futuro, / dalla sua terra, dalle ovvietà, / dai pedanti, dalla modernità. / E ovviamente, come tutti, / da sé stesso”. Così descrive Gioacchino Rossini Alessandro Baricco, rendendo onore ad uno degli artisti più grandi della storia italiana. E il Museo Nazionale Rossini fa altrettanto con spazi che raccontano la vita, l’uomo e la grandezza dell’artista, ma anche l’attualità dell’opera di Gioacchino Rossini. I visitatori di questo immersivo museo sono invitati nel mondo rossiniano, raccontato come un’opera lirica, metafora musicale della sua intensa vita. Un percorso affascinante, scandito in dieci sale, che segue le tappe biografiche del compositore e la sconfinata produzione operistica della sua carriera, ambientate di volta in volta nel contesto storico, tra luoghi e personaggi (parenti, maestri, impresari, cantanti, musicisti, politici, regnanti). Il museo è la narrazione di un lungo viaggio artistico e sentimentale, unico nel suo genere, avvincente, drammatico e ricco di aneddoti curiosi; di una vita vissuta come un melodramma al tempo stesso serio e comico, doloroso e amoroso, con fiaschi e successi incredibili. Gioachino Rossini è il protagonista indiscusso del museo e un po’ anche della città di Pesaro. Una grande “star”, figlio di un’epoca che ha generato la prima pop star ante litteram della storia musicale europea.
nostranoristorante.it
charliehotels.it
museonazionalerossini.it
Cover: Rosa di Pesaro