MONTECAPPONE – MIRIZZI, COME ESPRIMERE IL TERRITORIO ATTRAVERSO IL VINO
Quando sentite nominare le Marche, qual’è la prima cosa che vi viene in mente? Sicuramente la fama di Mauro Uliassi e di Moreno Cedroni, probabilmente il brodetto, le olive all’ascolana, il ciauscolo e altre prelibatezze; ma se parliamo di vino? Le Marche sono il regno incontrastato del Verdicchio dei Castelli di Jesi che qui la fa da padrone.
Una delle aziende più rappresentative del territorio e del Verdicchio si chiama Montecappone, oggi capitanata da Gianluca Mirizzi. Fondata negli anni ’60 a Jesi, nel 1997 l’azienda è stata rilevata dalla famiglia Bomprezzi-Mirizzi, proprietari dell’omonima Enoteca di Roma, che si sono subito dedicati alla risistemazione e ampliamento della cantina e al rinnovo dei vigneti.
Gianluca afferma che l’obiettivo principale della sua azienda è sempre stato quello di valorizzare il territorio attraverso i vitigni tradizionali: Verdicchio per i bianchi, Montepulciano e Sangiovese per i rossi. “Il produttore, per svolgere bene il proprio lavoro, deve essere al servizio del territorio, cercando di valorizzarlo in maniera neutrale e dolce, senza interpretazioni stravaganti e bizzarre” continua Gianluca “La valorizzazione dell’originalità del territorio sta nel prodotto, che deve essere localizzabile e riconoscibile da parte del consumatore. Su questo non sono possibili deroghe, in quanto la diversificazione dei vini a seconda della loro origine costituisce l’essenza del vino stesso ed è il motivo principe dell’esistenza di tanti appassionati, in questo settore. Nessun altro prodotto ha questa caratteristica e nessun’altra pianta come la vite ha la capacità di trasferire nel proprio prodotto l’anima del territorio.”
Gianluca Mirizzi è orgoglioso di essere “un vero produttore di vino” perché nella sua azienda si utilizzano solo le uve di proprietà, ottenute dopo un’attenta selezione in vigna, i vini vengono imbottigliati in cantina, inoltre si praticano le basse produzioni per ettaro e ci si dedica alle sperimentazioni sia in vigna che in cantina, con il supporto tecnico di professionisti qualificati.
Qualche anno fa alla Montecappone – che conta 40 ettari di vigneti sulle colline di Jesi e dei suoi Castelli, 6 ettari in affitto, 17 ettari di oliveti e una cantina dotata di tutte le più moderne tecnologie – si è aggiunta l’azienda Mirizzi. Questa nuova realtà è nata nel 2015 per il volere di Gianluca, dal suo forte desiderio di creare una nicchia per produrre solo vini biologici. La Mirizzi è una vera chicca che dispone di un vigneto di 5 ettari di proprietà, in cima ad una collina che guarda sul castello di Monte Roberto. Di tale superficie, 4,5 ettari sono situati nella zona Classica del Verdicchio dei Castelli di Jesi e pertanto son coltivate interamente a Verdicchio, mentre i restanti 0,5 ettari sono coltivati ad Alicante, altrimenti detto Bordeaux delle Marche.
Di recente l’azienda ha ottenuto il riconoscimento di “Viticoltura Eroica” da parte del CERVIM, proprio in virtù della pendenza dei vigneti, in media superiore al 35% e con punti fino al 45%. É il primo vigneto nelle Marche e, in particolare, nella zona del Verdicchio dei Castelli di Jesi ad ottenere questo importante riconoscimento che valorizza l’impegno e la fatica di un vignaiolo.
Per mettere in evidenza il nuovo stile produttivo della seconda azienda, Gianluca ha scelto di “firmare” l’etichetta con lo stemma araldico di famiglia. Tra le circa 16 etichette attualmente prodotte della Montecappone, tra bianchi, rossi, rosati e bollicine, quella signature è, senza ombra di dubbio Utopia, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico DOCG, riconoscibile per la sua etichetta verde, la “M” stilizzata e le sue caratteristiche organolettiche. Vino complesso, capace di invecchiare a lungo, mantenendo tuttavia la freschezza, il grande equilibrio e la piacevolezza di beva. Giallo paglierino luminoso, al naso regala un ampio bouquet di erbe mediterranee e officinali e di sentori fruttati.
Esiste anche un altro Utopia, il Rosso Piceno DOC, Montepulciano 100%. Un vino austero di grande struttura, che trascorre almeno 2 anni tra la vasca di cemento, la barrique e la bottiglia. Rosso violaceo impenetrabile, ha bisogno di almeno qualche minuto per aprirsi e deliziare l’olfatto con le note di frutti rossi, tabacco e cuoio. In bocca è pieno, sapido e armonioso, dai tannini morbidi e una punta speziata.
Nell’attivo della Mirizzi, invece, ci sono attualmente 4 etichette: il Cogito A., Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore, affinato in vasche di cemento tradizionali, l’ERGO, prodotto da uve surmature e affinato in anfora di terracotta e l’Ergo Sum, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Docg, commercializzato per la prima volta all’inizio del 2021. È il Verdicchio più importante dell’azienda, prodotto con le uve della vendemmia 2016, quindi con 5 anni di affinamento, di cui uno nell’uovo in cemento di Nomblot e quattro in bottiglia.
Ergo Sum è un vino decisamente godereccio che fa impazzire l’olfatto e regala molte soddisfazioni al palato. Giallo paglierino brillante, arriva al naso con eleganti sentori floreali, note di ginestra e di zafferano, profumi di frutta gialla. In bocca è sorprendentemente fresco, dimostra un’ottima acidità, ma nello stesso tempo è morbido ed elegante, con irresistibili note minerali.
L’azienda Mirizzi produce anche un piacevolissimo e seducente Spumante Metodo Classico Millesimé’ 30 mesi, Verdicchio dei Castelli di Jesi 100%. Inoltre in cantina sta affinando il Metodo Classico 60 mesi Pas Dosé, che sarà pronto a fine 2021. E che sarà sicuramente un successo.