TENUTA GRIGNANO: FEDRA, UN LEGAME A DOPPIO FILO CON L’ARTE
Si chiama Fedra il rosso di Toscana Igt nato lo scorso anno come nuovo progetto di Tenuta Grignano. Tenuta di Grignano nasce negli anni ’70 come piano di riqualificazione e valorizzazione di una proprietà che contava 600 ettari di cui ben 50 vitati. Siamo nella zona di Pontassieve, piccolo borgo a circa 10 km da Firenze. Pur essendo un distretto dove è il Sangiovese a farla da padrone, in un’area nella quale i vigneti salgono fino ai 550 metri di altitudine caratterizzando la Docg del Chianti Rufina, la famiglia Inghirami immagina un vino tutto diverso capace di esaltare le potenzialità del territorio. Così, sin dal primissimo momento in cui ha preso le redini dell’azienda, Tommaso Inghirami ha voluto affiancare alle classiche produzioni, progetti più moderni che riflettano la voglia di dare una svolta all’impresa. Si inizia a respirare un’aria di maggiore dinamicità all’interno della Tenuta. Trasformazione questa gestita senza cambiare tutto, senza perdere di vista l’obiettivo primario, vale a dire la migliore valorizzazione del grande tesoro esistente. Partendo dal ricordo di nonno Fabio, pioniere nel campo della moda e dei tessuti, Tommaso porta quell’aura di creatività e di arte anche nella propria produzione vitivinicola.

Tommaso Inghirami
Nasce Fedra, un vino legato a doppio filo con l’arte. Si tratta di un taglio bordolese fortemente voluto e ispirato a quel Tommaso Inghirami, letterato e umanista vissuto tra il 1470 e il 1516, ritenuto lo “scopritore” di Raffaello. Anche il nome Fedra, infatti, arriva proprio da quell’ omonimo avo che, professore di retorica all’Accademia Romana, stimatissimo oratore e narratore, si vide attribuito quell’ appellativo dopo aver recitato quella tragedia greca con memorabile espressività, grande coinvolgimento e ardore. Attraverso questo fil rouge nasce il progetto delle etichette d’autore. Con la vendemmia 2020 ne arriva una che, invece di giungere dalla tela come quella dello scorso anno firmata da Franco Alessandrini, prende forma attraverso un soggetto sviluppato su una piastra. L’opera è firmata dal maestro Roberto Lanari, anche lui nativo di Sansepolcro. Noto e stimato pittore sviluppa un indiscusso talento anche nell’arte dell’incisione riprendendo uno stile di antica tradizione presente nel borgo toscano già nel XVI secolo. La sua grande abilità nel dipingere è ben nota sia nel campo della ritrattistica sia in quello della riproduzione di paesaggi e nature morte, ma i soggetti più amati dall’autore sono senza alcun dubbio gli animali.
L’artista accoglie con immenso piacere l’invito di Tommaso Inghirami a realizzare un disegno per la nuova etichetta elaborando un ritratto di elefante con la proboscide alzata. La scelta dell’elefante è legata sia alla bellezza dell’animale sia alla simbologia. L’elefante per molti è saggezza e pazienza, forza e potenza, nobiltà e longevità ma anche memoria e fortuna. Da qui il messaggio portatore dei migliori auspici per questa nuova annata a cui, proprio attraverso la riproduzione di quell’ elefante con la sua proboscide alzata, Lunari vuol dare un augurale benvenuto. Per la degustazione è stato scelto un luogo magico a Roma, il ristorante Pipero. Il patron Alessandro, coadiuvato dallo chef Ciro Scamardella e dal maitre Achille Sardiello, ha creato le condizioni migliori per la presentazione di questa seconda annata del progetto.
La vendemmia 2020, infatti, descritta magistralmente da Luca Gardini, è risultata ben capace di rappresentare il “format” bordolese. È decisamente un gran bel vino che raccoglie appieno le migliori doti dei tre vitigni che lo compongono: Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Le basse rese e la cura maniacale in vigna portano le uve a dare un risultato decisamente importante, così come la fermentazione in acciaio e la malolattica in barrique di rovere completano quel processo di acquisizione identitaria che Tommaso e il suo team hanno fortemente voluto. Uno splendido rosso rubino intenso introduce l’approccio olfattivo che appare immediatamente di grande interesse, piccoli frutti rossi (ciliegia, lampone e ribes) anticipano la percezione di note più complesse di spezie e di vaniglia. All’assaggio si presenta con grande struttura ed indiscutibile eleganza. Le note fruttate (colte al naso) al palato si manifestano più mature. I tannini fitti e morbidi regalano un’innegabile piacevolezza. La struttura, la percezione lieve di una accattivante freschezza (verde di Cabernet Franc) e la lunga e armonica persistenza, raccontano di un potenziale di tenuta nel tempo di assoluta importanza.
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Cover: Roberto Lanari, Tommaso Inghirami