IURA ET ARMA, “GUERRIERI” DELLE BOLLICINE

Iura et Arma è nascosta nel basso Lazio, in provincia di Frosinone. Azienda vinicola piuttosto anomala, che oltre il terroir, di laziale ha poco altro. Fondata dalla “banda di pazzi” produce bollicine dal fascino d’oltralpe e veste le bottiglie con etichette ispirate ad un guerriero sannita che colpiscono subito l’immaginazione.

 

I romani sono stati i primi a fare del diritto una scienza. Il diritto romano ha avuto una vita molto lunga. E quando Giustiniano voleva riportare l’Impero romano all’antico splendore, fu molto chiaro: iura et arma, i diritti e le armi.

 

Dunque, dove può portare l’amore per il vino e per la convivialità di un grande gruppo di amici? Ad un passatempo divertente come una vendemmia, grazie ad un torchio comprato per l’occasione e sistemato in un garage. Gli amici compravano le uve dai terzi e si divertivano a fare il vino, finché non è stata chiara una cosa: per fare il buon vino, ci vuole buona uva.

Dunque, nel 2010 questo nutrito gruppo di amici che si autodefinisce “la banda dei pazzi”, decide di comprare un terreno di 3 ettari. Essendo tutti i professionisti in settori che non hanno nulla a che vedere con la viticoltura, chiamano l’agronomo Ruggero Mazzilli per fare l’analisi del terreno e per farsi consigliare. Essendo terreni argillosi/calcarei e ricchi di minerali, situati a 500 m slm nella Valle di Comino (terra sannita del basso Lazio, ai confini con il Parco Nazionale d’Abruzzo), non si poteva che impiantare i vitigni a bacca bianca. “Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno”. Allora perché non provare a fare una bollicina sul modello francese, elegante, insolita, dai sentori mediterranei?

Alla fine su questo terreno sono stati impiantati Pinot Noir, Chardonnay, Meunier e Pinot Blanc, provenienti dal vivaio transalpino Guillon – Aix les Bains (Doubs). Dopo varie ricerche approfondite, la lavorazione dell’uva è stata affidata ai maestri della spumantizzazione del Monferrato (Dogliotti 1870 s.r.l.) e al gusto esperto di enologi friuliani Alberto Faggiani e Erika Barbieri.

Le prime bottiglie, prodotte sia con il Metodo Charmat sia con il Metodo Classico, hanno visto la luce nel 2014 e i vini, per la grande sorpresa dei “pazzi”, sono stati premiati dalla critica. Il risultato ha superato le aspettative: i vitigni coltivati su un terroir minerale e con influenze mediterranee, hanno regalato un vino assolutamente originale.

Salone di rappresentanza Palazzo Ducale di Atina

Le etichette hanno fatto il restio: è rappresentato mosaico romano che è stato rinvenuto nel Palazzo Ducale di Atina, costituito da tessere bianche e nere, oltre a motivi geometrici, e raffigura un guerriero sannita. È datato intorno al II secolo d.C.: grande civiltà, forza ed equilibrio, questo era il messaggio di allora, ed è esattamente questo il messaggio che vuole trasmettere Iura et Arma che ha creato un’etichetta di forte impatto e di grande ispirazione.

All’inizio, nei primi anni, le bottiglie prodotte erano solo 3/4 mila all’anno, che bastavano appena per tutti i venti soci, ma poi gli ettari sono diventati 5, la produzione è aumentata fino a 10 mila bottiglie, che a breve diventeranno 20 mila. Attualmente le etichette presenti sono Armablanc (Metodo Classico Pas Dosé) e Armalike (metodo Martinotti spumante Brut), ma in arrivo c’è una bella novità: Armablanc Rosé Metodo Classico.

 

Armablanc Metodo classico

Di un bel color giallo paglierino brillante con i riflessi dorati, presenta un perlage finissimo e persistente. All’aroma sentori agrumati, pesca bianca, erbe officinali. Al palato una personalità complessa, delicatamente sapida, dalle note di agrumi e vaniglia.

 

Armalike Medoto Charmat

Giallo paglierino dal perlage fine, all’aroma una bella sensazione di freschezza e di agrumi, mente il palato è avvolgente e minerale.

 

 

iuraetarma.com