SICILIA, DOVE LA TERRA INCONTRA IL MARE

L’idea di valorizzare il territorio e le eccellenze gastronomiche non è nuova, ma Manfredi Barbera, Amministratore Unico dei Premiati Oleifici Barbera, una azienda di famiglia con 120 anni di storia alle spalle, ne ha avuto una decisamente insolita: utilizzare il mare come strumento di promozione dell’agroalimentare siciliano di eccellenza.

La Terra incontra il Mare”, è  il progetto innovativo ideato dal vulcanico titolare di Oleifici Barbera, e organizzato da Atmosfere Siciliane, la start up dell’azienda che si occupa di valorizzazione del patrimonio agroalimentare del territorio, con la collaborazione della Federazione Italiana Cuochi.

Per realizzare il progetto sono stati fondamentali i contributi di Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea, istituito presso l‘Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, che tra le diverse competenze ha anche la riorganizzazione e lo sviluppo della rete di distribuzione e di conservazione dei prodotti del mare, il miglioramento dell’immagine del prodotto siciliano con le sua tutela e marchiatura, nonché gli interventi per la valorizzazione e la diffusione del pescato siciliano.

Ma i veri protagonisti della manifestazione itinerante sono stati i prodotti del territorio: l’olio EVO dei Premiati Oleifici Barbera, i formaggi Zappalà, il tonno Coalma, la bottarga di tonno Mare Puro, il pane Pandittaino, le conserve di pomodoro Gustibus e i vini della tenuta biologica Chiarelli. Praticamente un rifornito “kit pronto uso” per una cambusa di una barca, piccola o grande che sia, intenta a viaggiare con gusto. In questo caso i prodotti “di mare e di terra” sono stati imbarcati su un veliero di 18 m, allestito appositamente per la manifestazione, per farli conoscere e degustare durante la crociera anche alle altre imbarcazioni incontrati lungo la sua rotta. Inoltre in tutti i porti dove attraccava, si allestivano le degustazioni delle specialità enogastronomiche e si illustrava lo spirito dell’iniziativa ai turisti e villeggianti.

Nessun progetto è completo senza uno zampino femminile. L’iniziativa, già alla settima edizione, per la prima volta è stata seguita e raccontata da un equipaggio prevalentemente in rosa, composto da giornaliste ed influencer italiane. E come se non bastasse, tra l’equipaggio c’era una giovanissima chef palermitana, Elena Amico (ristorante Sesto Canto), che si è data da fare per deliziare i palati di tutto il team.

Salpando da Palermo domenica 22 settembre, la barca a vela ha toccato alcune delle splendide località marinare siciliane fino a domenica 29 settembre, rendendosi protagonista e promotrice delle eccellenze agroalimentari del Mediterraneo, attraverso presentazioni e degustazioni, per mare e per terra, di prodotti appositamente selezionati. Da Palermo a San Vito Lo Capo, passando per Ustica, Capo Gallo, Isola delle Femmine, e le isole Egadi: era questo l’itinerario in programma per l’imbarcazione a vela protagonista dell’iniziativa “La Terra Incontra il Mare” nel Mediterraneo.

Si sa, la convivenza in pochi metri di spazio di una barca è complicata, e spesso gli equilibri si rompono con grande facilità. Ma anche se molti non ci crederanno, il team al femminile ha funzionato. Lo spirito di collaborazione e il rispetto reciproco, il savoir-faire e la flessibilità non sono da tutti, ma a portata di mano delle donne.

E’ stata un’occasione unica, scoprire insieme il coloratissimo Cous Cous Fest, che parla siculo, ma profuma di esotico, provare i sapori insoliti e consistenze diverse, passeggiare tra i banchi di specialità locali e infine addormentarsi in barca, cullati dalle onde, con la musica degli infiniti concerti di sottofondo. Gli odori delle spezie, i colori vivaci, i sapori intensi, i condimenti ricchi – è questa la vera cultura del cous cous siciliano, che difficilmente si può assaporare lontano dall’isola.

E’ stato altrettanto bello assistere allo show cooking dello Chef Seby Sorbello, volto ad esaltare le specialità siciliane per far vivere emozioni uniche al pubblico convenuto per il Cous Cous Fest. Grazie alla partecipazione attiva di aziende selezionate del territorio, il vulcanico chef etneo ha creato un menù di tre portate con vitello tonnato sull’Etna, gambero rosso di Mazara con dadolata d’ortaggi al timo di montagna e fonduta di ragusano Dop al tartufo dell’Etna, e poi granita di sedano, bottarga di tonno e olio EVO, con un abbinamento al Grillo biologico.

Una volta che si arriva a San Vito Lo Capo, è d’obbligo visitare la Grotta Mangiapane nella contrada Scurati a Custonaci in provincia di Trapani. E’ un piccolo villaggio pittoresco che si nasconde nella gola tra le due montagne fin dal Paleolitico. Questo mini borgo è composto da una stradina lastricata, alcune casette color ocra, una cappella, le stalle e il forno a legna, ed è stato abitato fino agli anni 50 del secolo scorso da una famiglia di agricoltori, i Mangiapane, appunto, che abbia dato il nome alla grotta. Qui è rimasto tutto come prima, e il tempo si è fermato in questo straordinario museo a cielo aperto.

Il piatto proposto dallo chef Seby Sorbello

Non c’è niente da fare, l’antica Trinacria sa sorprendere e stupire anche a distanza di secoli. A proposito, sapete perché si chiama così? In antichità la Sicilia si chiamava Triquetra o Trinacria, che era dovuto alla forma triangolare dell’isola, caratterizzata da tre promontori, Pachino, Peloro e Lilibeo. Sulla bandiera siciliana tutt’ora è raffigurato un simbolo della testa femminile con tre gambe piegate, attaccate alla testa, cosa che rimanda alla mitologia greca, alle tre gorgoni che rappresentavano le tre perversioni: sessuale, morale ed intellettuale. Ed è così che la cultura ellenica ha influenzato ancora una volta la cultura sicula. Oggi gli studiosi concordano che la Trinacria sia stata un antico simbolo religioso del dio del sole, ma per i siciliani questo simbolo oramai è diventato un vero e proprio portafortuna.